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Roma, omicidio prostitute. Criminologo Lavorino non ha dubbi: “Potrebbe essere un cliente deluso”

Il criminologo Carmelo Lavorino non ha dubbi sul caso, si tratta dello stesso killer, che da ieri ha fatto perdere le sue tracce

Polizia scientifica

Polizia Scientifica (Immagine di repertorio)

“Ci troviamo di fronte a un Spree killer, che ha perso il controllo di sé e ha ucciso in pochissimo tempo più persone, in preda alla compulsione. Ma così facendo, ha lasciato molte tracce e quindi lo scoveranno presto”. Queste le parole del criminologo Carmelo Lavorino, il quale non ha dubbi, i brutali assassinii delle tre prostitute, avvenuti ieri nel quartiere Prati di Roma, sono opera della stessa mano.

Le parole del criminologo Lavorino

Il criminologo continua dichiarando: “Il serial killer agisce con un tempo di raffreddamento abbastanza lungo tra un omicidio e l’altro: Donato Bilancia, per esempio, ha ammazzato 17 prostitute in 8 mesi. Lo spree killer invece fa esplodere la rabbia tutta insieme, in preda a uno stato emotivo distruttivo, uccidendo più vittime a “catena”, in luoghi diversi, ma in tempi ravvicinati. La metodica omicidiaria è sempre la stessa, l’arma del delitto pure, come ci fosse un rituale. Si accanisce sui corpi (andando in overkilling), perché gode nel dare le coltellate”. 

Inoltre, secondo il criminologo Lavorino “si tratterebbe di uno psicotico che ha perso il controllo della realtà. Potrebbe essere un cliente deluso, che si è sentito deriso magari perché impotente o microfallico, come successe a Bilancia”. Infine dichiara che “potrebbe essere andato oltre con le ragazze, e per questo, magari, ha ricevuto un rifiuto. Di conseguenza, ha voluto vendicarsi, perché le prostitute gli hanno procurato una ferita narcisistica. E potrebbe essersi accanito su di loro per colmare questo senso di frustrazione”.

Le indagini

Secondo le prime informazioni trapelate, la prima vittima del serial killer sarebbe stata Marta Castano Torres, 65 anni, in arte Yessenia, residente in Via Durazzo, uccisa con uno stiletto al torace forse durante un rapporto sessuale con il suo assassino. Importanti novità sono arrivate anche per quanto riguarda le due donne cinesi residenti negli appartamenti di Via Riboty. Sul corpo delle due donne cinesi hanno anche individuato ferite alla gola, al torace e alla schiena

Secondo gli investigatori il killer ha colpito prima la ragazza durante un rapporto sessuale all’interno del suo appartamento. Quando la seconda donna è intervenuta in soccorso, nel tentativo di scappare è stata raggiunta sul pianerottolo, dove poi è stata trovata senza vita dal portiere.

Caccia al Serial killer

Da ieri del serial killer non si hanno più tracce ma sembrerebbe trattarsi di un cliente. Gli investigatori hanno cominciato a indagare, partendo da una chat trovata su una piattaforma di incontri a cui era iscritta la 65enne colombiana uccisa in via Durazzo. 

Al momento non è stata ancora trovata l’arma utilizzata per i tre omicidi e si sta setacciando l’intera zona, compresi i cassonetti. Dalle testimonianze raccolte non sarebbe emerso un identikit dell’aggressore. Su questo le telecamere presenti nel quartiere e l’analisi dei tabulati potrebbero fornire elementi utili, così come l’esame delle impronte rilevate dalla Polizia scientifica. Sono al vaglio anche eventuali tracce di DNA presenti sui corpi delle tre vittime

Gli investigatori, inoltre, data la modalità e le ferite simili riportate da tutte e tre le donne e la vicinanza temporale con cui sono avvenuti gli omicidi, non escludono che possa essersi trattato di un piano premeditato. 

L’autopsia

Nelle prossime ore verrà effettuata l’autopsia sui corpi delle tre donne. I Pm della Capitale hanno formalmente aperto due fascicoli per omicidio volontario aggravato. L’esame autoptico punta anche a chiarire se le ferite mortali sul corpo delle tre vittime siano state inferte con lo stesso tipo arma.