Roma, maxi operazione nel campo rom di via dei Gordiani contro la banda delle rapine “a tappeto”
Operazione dei carabinieri nel campo di via dei Gordiani: 16 arresti, violenze e colpi quotidiani. Ricostruita la rete che agiva in varie zone di Roma
All’alba i carabinieri hanno fatto irruzione nel campo rom di via dei Gordiani, ponendo fine a mesi di aggressioni e colpi compiuti in diverse aree della capitale. L’operazione, frutto di un lavoro investigativo prolungato, ha permesso di identificare e bloccare una banda che per oltre otto mesi ha preso di mira soprattutto persone anziane, sorprendendole nelle loro abitazioni con modalità estremamente violente. Il blitz, che ha portato a sedici arresti e vari domiciliari, rappresenta uno dei risultati più rilevanti degli ultimi mesi nel contrasto ai reati predatori a Roma.
Roma, maxi operazione nel campo rom: chi sono gli arrestati legati alla banda delle rapine
I militari della compagnia Parioli hanno individuato come figure centrali del gruppo Martin Halilovic, 20 anni, soprannominato “Dollaro”, considerato tra i più aggressivi, e Celentano Hadzovic, 36 anni, detto “Ego”. Accanto a loro agivano giovani legati da vincoli familiari e rapporti consolidati nel campo, fra cui “Mergio”, “Mirso”, “Dudu”, “Niko”.
Un ruolo decisivo lo avrebbe avuto anche Satomi Hadzovic, 20 anni, già detenuto a Regina Coeli, che riusciva a impartire ordini e coordinare le operazioni grazie a un telefono cellulare introdotto illicitamente in carcere. Dall’altra parte della chiamata c’era la moglie, Giulia Ranieri, 22 anni, l’unica italiana del gruppo, che a sua volta gestiva spostamenti e logistica, comprese le auto a noleggio utilizzate per muoversi rapidamente da un quartiere all’altro.
Nella rete figura anche Angelica Hadzovic, 19 anni, sottoposta al braccialetto elettronico, coinvolta nelle fasi di appoggio e comunicazione con gli altri membri. I guadagni derivanti dai colpi venivano suddivisi nei container del campo, mentre sui social alcuni degli indagati mostravano contanti e oggetti costosi, alimentando un’immagine ostentata e provocatoria.
Via dei Gordiani, i metodi della banda: colpi quotidiani e aggressioni nelle case
Secondo gli accertamenti, il gruppo avrebbe messo a segno almeno 46 episodi documentati tra dicembre 2024 e luglio scorso, con una frequenza impressionante: tre colpi al giorno, spesso in appartamenti scelti dopo rapide verifiche dall’esterno. Le zone colpite sono numerose, da piazza Bologna all’Eur, fino a Ostia.
Gli indagati entravano forzando finestre e porte con arnesi da scasso e utilizzavano tutto ciò che trovavano all’interno per intimidire: coltelli presi in cucina, mazze, attrezzi metallici. In alcuni casi brandivano pistole. Le vittime, perlopiù pensionati, venivano picchiate, minacciate o spinte a terra. Coniugi molto anziani hanno tentato di difendersi, implorando i rapinatori di fermarsi o di accontentarsi di quel poco che potevano offrire. In almeno un episodio un’anziana è stata trasportata in ospedale.
La gestione dei colpi era rapida e diretta: piccoli gruppi agivano per pochi minuti, comunicando continuamente con chi coordinava all’esterno grazie a chiamate e videochiamate.
Rapine a Roma, il ruolo delle intercettazioni: le voci delle vittime ascoltate in diretta
Le intercettazioni sono state determinanti. Gli investigatori hanno potuto seguire una parte degli assalti in tempo reale, ascoltando non solo gli scambi fra i membri della banda, ma anche le urla delle persone coinvolte. Un elemento che ha permesso di valutare la gravità della situazione e l’urgenza di intervenire.
La costanza delle comunicazioni telefoniche ha consentito ai carabinieri di ricostruire la catena di comando e verificare come il capo detenuto continuasse a partecipare attivamente alla gestione dei colpi. Il telefono trovato nella sua disponibilità diventa ora oggetto di un approfondimento specifico, dato che rappresenta un punto chiave dell’intera indagine.
Campo rom di via dei Gordiani: i reati contestati dopo la maxi operazione
Le misure cautelari, emesse dal gip Ilaria Tarantino, riguardano diciotto persone e comprendono accuse pesanti: furti, rapine, sequestro di persona, ricettazione, danneggiamento e l’incendio di una Mercedes di lusso rubata e poi bruciata al Flaminio. Una parte del denaro e della refurtiva è stata recuperata, soprattutto oggetti sottratti a negozi del quadrante Casilino.
Gli investigatori ritengono possibile che il numero effettivo dei colpi sia superiore a quello già accertato, motivo per cui le indagini proseguiranno nelle prossime settimane. Restano anche da chiarire i canali attraverso cui il telefono è arrivato nella cella di Satomi Hadzovic.
Roma, le reazioni dopo il blitz e i prossimi sviluppi
Il procuratore aggiunto Giovanni Conzo, coordinatore dell’inchiesta, ha evidenziato la complessità dell’organizzazione e l’importanza dell’azione svolta dalle stazioni territoriali, che hanno riconosciuto alcuni membri in base alle segnalazioni precedenti.
Il comando provinciale dei carabinieri ritiene che l’operazione rappresenti una risposta necessaria a un periodo segnato da numerosi episodi violenti, con un impatto evidente sulla percezione di sicurezza dei residenti.
