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Roma, Marcello De Vito scrive a Raggi: Non mi dimetto da presidente Aula

“Care colleghe e cari colleghi considero privo di presupposti qualsiasi atto che mi abbia privato di qualcosa”

"In questo periodo ho pensato spesso, per il rispetto che nutro verso l'istituzione, al fatto di dimettermi dalla carica di presidente dell'Assemblea capitolina, carica che ho amato e che ritengo di avere svolto con onore per un verso, con piena cognizione dei suoi equilibri e tecnicismi dall'altro. Ma non posso, non voglio e non debbo farlo!".

Così il presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, agli arresti per corruzione nell'ambito di un'indagine della Procura di Roma collegata alla vicenda dello stadio della Roma, in una lettera inviata al sindaco di Roma, Virginia Raggi, al vicepresidente vicario dell'Assemblea Capitolina, Enrico Stefano, ai consiglieri comunali e al segretario generale del Campidoglio.

"Darò tutte le mie forze per tutelare la vita della mia famiglia e la mia. Ai sensi del regolamento del Consiglio comunale – prosegue il testo- considero le assenze dal 20 marzo 2019 contrarie e comunque non imputabili alla mia volontà nonché la sospensione e la temporanea sostituzione prive di presupposti. Credo con forza nella giustizia e giustizia con forza chiedo!". 

"Care colleghe e cari colleghi considero privo di presupposti qualsiasi atto che mi abbia privato di qualcosa: sia esso la libertà personale, la carica (anche in via temporanea), la stessa iscrizione agli M5S", scrive infine in un altro passaggio della lettera De Vito.

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