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Roma, ecco la tassa sulla pipì. E allo stesso prezzo si può dare pure di stomaco

A prevederla la Regione Lazio che apre di fatto le porte all’istituzione di un balzello a carico di chi voglia utilizzare i bagni di bar e ristoranti

Prostata debole? E' un guaio non solo per la salute ma anche per il portafogli. Arriva a Roma e nel Lazio, infatti, la “tassa sulla pipì”. A prevederla la Regione Lazio che, con la proposta di legge regionale numero 37 del 20 giugno 2018, apre di fatto le porte all’istituzione di un balzello a carico di chi voglia utilizzare i bagni di bar e ristoranti.

La Commissione di competenza ha dato parere favorevole alle disposizioni della proposta di legge regionale n. 37, “Disciplina del Commercio e della somministrazione di alimenti e bevande” la quale, all’’art. 6, stabilisce testualmente che “Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela dell’esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”.

Di fatto la Regione Lazio autorizza gli esercizi commerciali come bar e ristoranti ad imporre una tassa agli utenti qualora vogliano utilizzare i servizi igienici dei locali, purché il costo sia esposto al pubblico. Non si capisce tuttavia a quanto dovrebbe ammontare il balzello, né sono previste sanzioni per chi non si attiene alle disposizioni di legge.

Siamo alla follia – attacca il presidente Carlo Rienzi – L’uso dei bagni è compreso nel servizio reso da bar e ristoranti, e non si capisce perché debba essere messo a pagamento. Una nuova tassa a carico di cittadini e turisti che rischia di creare il caos e che potrebbe essere impugnata nelle opportune sedi: la pipì rientra tra le esigenze fisiche primarie degli essere umani, e vietare l’uso dei bagni in assenza di pagamenti potrebbe rappresentare una violenza e una lesione dei diritti fondamentali della persona, oltre ad avere effetti gravi sul fronte sanitario” – conclude Rienzi.

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