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Roma Campidoglio, i conti difficili del sindaco Marino

La barca del sindaco Marino continua a navigare in un mare molto agitato e rischia di fare la fine della Concordia

La barca del sindaco Marino continua a navigare in un mare molto agitato. Così agitato che rischia sempre di fare la fine della “Concordia”, arenandosi sulle mille difficoltà che il sindaco incontra nel suo cammino e le pesanti critiche, che gli arrivano un po’ da tutte le parti, per il modo in cui amministra Roma. Forse al posto di un chirurgo-ciclista avremmo dovuto eleggere un marinaio capace di seguire una rotta più tranquilla.

Il sindaco, però, in una recente intervista ha detto che come chirurgo, non è “psicologicamente preparato a una sconfitta” e che è sicuro di riuscire a convincere i romani di essere un ottimo sindaco.

Ora va detto che, anche se la sua mancanza di senso autocritico infastidisce tutti gli osservatori, noi non possiamo che sperare che ci riesca davvero; non tanto perché ci piaccia questo sindaco, quanto perché questo significherebbe che Roma verrebbe ben amministrata nei prossimi anni. E questo crediamo che sia ovviamente l’auspicio di tutti.

Resta però il fatto che i problemi del sindaco anziché diminuire aumentano ogni giorno. E lo dimostra la movimentata Assemblea capitolina di lunedì, durante la quale il Sindaco ha illustrato il piano di rientro del disavanzo del Campidoglio. Un disavanzoche ammonta a 550 milioni, che dovrebbero essere recuperati con una “spending review” di ben 440 milioni e con un contributo di 110 milioni che dovrebbe dare il Governo nazionale, come rimborso per le spese sostenute da Roma in quanto Capitale del Paese.

Su questo programma, però, serve innanzitutto l’ok di Renzi, che dovrà essere convito della bontà delle scelte di Marino (e qui di certo non c’è nulla) e serve anche la disponibilità della Regione Lazio a finanziare l’ATAC con 300 milioni anziché con i 140 proposti per il 2014 (e anche qui nulla è sicuro, anche se sappiamo che Zingaretti ha sempre sostenuto Marino).

Poi c’è da verificare la tenuta della maggioranza, che è invece a rischio dato che SEL ha già detto di voler capire meglio quali saranno le ricadute di questa “spending review”sul piano occupazionale e sulla qualità dei servizi, cioè gli effetti concreti sulla vita della città. Perché a dire “spending review” ci vuole poco, ma la sua attuazione significa spesso sacrifici pesantissimi per la collettività. Sacrifici che, se servono, possono essere fatti in tanti modi diversi.

Le opposizioni, da parte loro, hanno dichiarato che il piano di rientro di Marino sembra piuttosto “un piano di liquidazione della Capitale”.  Insomma, tempi duri per il Sindaco, che deve sbrigarsi a presentare al Governo il piano nei tempi, ormai strettissimi, fissati dal “Salva Roma”. Ma senza l’accordo con SEL sarà difficile approvare qualunque cosa in Consiglio…

Parliamo ora per un istante di questa “spending review” e di come possono variare i suoi effetti sui cittadini al variare delle scelte che vengono fatte. Ci sono costi da ridurre o eliminare, ma non tutti i servizi possono essere ridotti allo stesso modo; pensiamo, ad esempio, ai servizi per dare la minima assistenza di base alle famiglie che hanno dei figli disabili, oppure ai servizi di manutenzione della città che servono per garantire la vita e la sicurezza dei cittadini: strade e verde cittadino sopra tutti.

Avete visto che finalmente, dopo tanti mesi, ha riaperto il tratto di tangenziale all’altezza di Corso Francia, ma la Panoramica resta ancora chiusa e lo sarà fino a tutto luglio. Poi ogni giorno, sulla cronaca cittadina, leggiamo di qualche albero che cade, com’è successo ieri in viale del Vaticano e sappiamo quanto ciò sia pericoloso.

L’altra settimana conversavo con il Direttore del Dipartimento dell’Ambiente, che ha in carico anche il verde urbano, il quale mi diceva di essere sinceramente preoccupato perché, ora che hanno finalmente completato il censimento di tutti gli alberi della Capitale (credo siano circa 30.000!) sanno con certezza che un buon 10% (parliamo quindi di circa 3000 alberi) ha urgente bisogno di interventi di sistemazione. Ma non ci sono i soldi per farlo.

Ci sono quindi 3000 potenziali punti di rischio per i cittadini, che sono altrettanti punti di preoccupazione per chi ne ha la responsabilità oggettiva ma non ha i mezzi per intervenire. Quando gli ho chiesto quali provvedimenti può adottare per non correre rischi, mi ha risposto che tutte le mattine prega Dio affinché non succeda nulla di grave.

Ecco di cosa parliamo quando parliamo di “spending review”. Ed è ovvio che anche se le preghiere sono sempre utili, non possono essere certo la soluzione del problema. La“spending review” dunque, come dicono quelli di SEL, deve fare scelte ragionate.

E, aggiungo io, scelte che puntino a risparmiare sugli sprechi anziché sui servizi essenziali per i cittadini. E di sprechi nel Comune di Roma ce ne sono tanti: a partire dall’efficienza degli uffici e dall’assenteismo, per finire all’uso del materiale di consumo come penne, carta e fotocopie.

Voci che sembrano piccola cosa, ma che, vi assicuro, tutte sommate sono un’enormità.

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