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Roma. Ama, Procura indaga sui netturbini che rubavano carburante all’azienda

Fu Lorenzo Bagnacani, ex presidente Ama (è stato sollevato dall’incarico pochi mesi fa dalla sindaca Raggi) a rendersi conto nel 2017 dei furti di gasolio

"Vedevo i colleghi che facevano lo stesso", così si sono giustificati davanti la commissione disciplinare dell'Ama, i netturbini che per mesi hanno rubato la benzina della municipalizzata dei rifiuti per rifornire le loro autovetture o rivenderla ad amici e conoscenti. Dai documenti dell'inchiesta della commissione emerge un vero e proprio sistema messo in atto per sottrarre meticolosamente carburante all'azienda comunale.

Tra gli operatori ecologici indagati c'è anche chi ha ammesso alla commissione di aver goduto perfino dell'indennità per il raggiungimento della sede di lavoro, indennità pagata dall'Ama.

A piazzale Clodio hanno già aperto un fascicolo di indagine per fatti precedenti denunciati dall'ex presidente Lorenzo Bagnacani nel 2017. La Procura studierà le nuove carte inviate dalla commissione disciplinare dell'Ama, relative all'ultima indagine interna sui licenziati, su di esse farà gli accertamenti dovuti. Sono 20 i dipendenti denunciati in Procura tra il 2017 e il 2018.

La Municipalizzata, dopo aver scoperto il comportamento illecito di alcuni suoi dipendenti, li aveva sospesi per 19 giorni. Nonostante l' indulgenza mostrata dall'azienda verso i netturbini infedeli, 5 di loro hanno perseverato nell'errore, continuando a rubare benziana nei distributori aziendali, finché furono  nuovamente convocati dalla commissione e licenziati immediatamente. 

Fu Lorenzo Bagnacani, allora presidente dell'Ama ( è stato sollevato dall'incarico pochi mesi fa dalla sindaca Raggi) a rendersi conto nel 2017 dei furti di gasolio, confrontando il chilometraggio dei mezzi con le spese del carburante, i conti non tornavano.

Il gasolio veniva prelevato sia nei distributori aziendali, sia mediante le card di servizio, lasciate incustodite. "Ho usato questa pratica a partire dall'aprile 2017 per 7 o 8 volte al mese. Effettuavo prelievi di 25/30 litri", ha dichiarato un operatore finito sotto inchiesta disciplinare, e tutti i denunciati convenivano che "questo era un comportamento diffuso".

 

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