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Risposta a don Morselli: legga il Codice Ratzinger, il papa è Benedetto XVI, non Bergoglio

L’essenza del “Codice Ratzinger”: un sistema sublime nel quale Papa Benedetto si lascia condurre al Calvario, mite come un agnello

Don Alfredo Morselli

Don Alfredo Morselli

Don Alfredo Morselli è un sacerdote legato alla sana dottrina cattolica e da diversi anni si batte pubblicamente contro le deviazioni bergogliane. Tuttavia, egli riconosce Bergoglio legittimo papa e recentemente ha pubblicato il proprio pensiero su “Codice Ratzinger”, il libro inchiesta dello scrivente oggi tra i bestseller nazionali. Le obiezioni di don Morselli sono state riprese da vari blog di area “una cum”- tradizionalista e oggi ci premuriamo di rispondere.

Reverendo Padre Morselli,

il Suo intervento ha il merito di non essere permeato da quei toni sprezzanti e offensivi comuni ad altri contestatori. Tuttavia, anche in questo caso appare evidente come manchi il presupposto fondamentale per procedere a una corretta confutazione: aver letto per intero l’inchiesta “Papa e Antipapa” e/o il libro “Codice Ratzinger” (Byoblu ed.).

Posso affermarlo con decisione dato che le Sue obiezioni dimostrano esattamente come Lei, della questione illustrata, abbia considerato solo pochi articoli, qua e là, il che equivarrebbe a cercare di capire cosa raffigura un intero mosaico esaminando solo due o tre tessere sparse.

Innanzitutto una contestazione di metodo. Immaginiamo che io affermi che un grande faggio è caduto nella foresta e che porti le foto dell’albero crollato: Lei obietta dicendo che questo non può essere successo perché nessuno ha saputo dell’evento e perché sarebbe terribile che un albero così bello possa schiantarsi al suolo portando alla rovina molti nidi di uccelli.

“Codice Ratzinger”, un’inchiesta durata 2 anni

E’ un puro esempio per significare come la confutazione al Codice Ratzinger debba essere nel merito della questione e non basata su presupposti teorici e pregiudiziali. Quanto io affermo, non in modo affrettato, ma dopo un’inchiesta durata due anni e dipanatasi per oltre 200 articoli, è che Benedetto XVI, nel senso del Padre Nostro, ha “indotto in tentazione” i nemici che volevano farlo abdicare, permettendo che essi prendessero il potere abusivamente e si scismassero da soli.

Affermo anche che tale realtà canonica è descritta dallo stesso papa Benedetto con un linguaggio sottilmente logico, ispirato a quello di Gesù Cristo e certificato da decine di specialisti: giuristi, logici, latinisti, linguisti, psicologi etc. Quindi la confutazione del Codice Ratzinger deve essere incentrata su questi due temi: Lei deve dimostrare che la Declaratio è una rinuncia al papato valida e che quei messaggi studiati dal sottoscritto NON sono costantemente anfibologici, o NON possiedono il significato che dimostra la piena consapevolezza di papa Benedetto nell’aver dichiarato tutt’altro rispetto a un’abdicazione. Altre considerazioni sono del tutto laterali.

Copio per intero le Sue traendole dal post intitolato “Perché non credo al cosiddetto Codice Ratzinger”.

Don Morselli: “Studio da anni la questione, mi sono letto anche la biografia di Danneels in francese etc.

Tutto il teorema ha due punti deboli:

1) Viene trascurata la “universalis acceptatio”, a partire dai Cardinali il giorno dopo la proclamazione dal balcone. Poi la totalità morale dei fedeli e dei Vescovi lo riconosce Papa, compresi i Cardinali più santi, come Caffarra, Burke, Sarah etc”.

Risposta: Lei studia da anni la questione, ma non ha letto l’inchiesta di cui tratta, che non è un teorema, ma il risultato di un’indagine. Altrimenti saprebbe che l’Universalis Ecclesiae Adhaesio (accettazione pacifica universale di un papa da parte dell’alto clero) vale esclusivamente per un conclave valido sebbene viziato da alcune irregolarità. Non è questo il caso, perché tale dottrina non potrebbe MAI sanare un non-conclave, convocato a papa non morto e non abdicatario.

Altrimenti sarebbe un avallare un colpo di stato e la legge della giungla. Se avesse letto il libro, saprebbe che papa Benedetto ha messo in atto questo sistema di emergenza per difendere la Chiesa dall’aggressione di alcuni cardinali infedeli: è quindi del tutto naturale e perfettamente previsto che anche quelli fedeli, in buona fede, non comprendessero, sulle prime, quanto stava accadendo.

Don Morselli: “Se la Chiesa riconoscesse Papa un non Papa le porte dell’inferno prevarrebbero, perché sarebbero invalide tutte le nomine, verrebbe a cadere l’appoggio della propositio fidei etc”.

Risposta: la Sua affermazione è auto-contraddittoria. E’ proprio grazie al fatto che la Chiesa non può riconoscere gli atti di un non-papa che le porte dell’Inferno non prevarranno. Tale evenienza si potrebbe verificare, invece, proprio grazie agli “una cum” che continuano a riconoscere Bergoglio come legittimo papa, pur non essendolo. Sono gli una cum che faciliteranno il prossimo conclave invalido regalando al mondo un altro antipapa e dilazionando ancor più la risoluzione di questa tragedia con tutti i costi annessi e connessi.

L’atto di fede

Don Morselli: “Nell’atto di fede noi diciamo: “Mio Dio, poiché sei verità infallibile credo tutto quanto hai rivelato e la Chiesa ci propone a credere”. La fede non si appoggia su una relazione personale individuale con Dio rivelante, ma ciò si ottiene solo assentendo a quanto la Chiesa visibile crede e propone a credere. Ora il Papa da solo può proporre a credere le verità di fede.

Si può dire del Papa quanto alla fede quello che dice il Salmo 104,27-28: «Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, tu apri la mano, si saziano di beni». Se miliardi di cattolici si ingannassero nel punto di riferimento capitale della fede, mi dica – chi pensa che milioni di buoni cattolici si ingannino sul Papa – come non prevalgono le porte dell’inferno. Per questo l’accettazione universale di fatto sana tutte le (presunte o vere) irregolarità canoniche (di diritto positivo)”.

Risposta: se volessimo citare la Scrittura, è dai tempi del profeta Daniele che si parla di un usurpatore, di un pastore idolo, di un falso profeta etc. Per non parlare dei messaggi mariani e di beati e mistici riconosciuti. Peraltro, nella storia della Chiesa ci sono stati 40 antipapi e milioni di cattolici, per secoli, hanno seguito degli antipapi, quindi non è certo la prima volta. Basti pensare che antipapa Anacleto II regnò per otto anni.

Il piano di emergenza di Papa Benedetto

Ripeto: l’accettazione pacifica universale riguarda solo un conclave valido e non sana antipapi o chi prende illecitamente il potere. Papa Benedetto, costretto a un piano di emergenza, ha sempre detto la verità, sia a livello canonico che nella sua comunicazione. Noi siamo stati talmente ciechi che per otto anni non abbiamo capito niente. Oggi finalmente un gruppo di persone ha portato alla luce la verità, ma questa deve combattere contro il “fuoco amico” di fedeli ed ecclesiastici una cum che, pur individuando giornalmente eresie e apostasie di Bergoglio, si ostinano a considerarlo legittimo papa. Le sembra ragionevole?

Don Morselli: “2) Benedetto XVI non può simulare, perché mentirebbe, cioè compirebbe un male in vista di un bene; è questo è proprio il principio almeno insinuato in Amoris laetitia che è inaccettabile.
I sostenitori della teoria del codice Ratzinger in pratica applicano al Papa l’escamotage per l’adulterio presente in Amoris laetitia:

A) In vista del consolidamento degli elementi di bene di una relazione adulterina è possibile compiere un atto intrinsecamente cattivo.

A’) In vista del presunto bene della Chiesa è lecito mentire/simulare.
Benedetto XVI, che ha sempre difeso gli assoluti morali, si troverebbe a contraddirsi”.

Papa Ratzinger ha sempre detto la verità

Risposta: finché ci si ostina a pensare che Benedetto abbia dichiarato un falso atto di abdicazione non si comprenderà nulla. Se Lei avesse letto l’inchiesta saprebbe che caratteristica di papa Benedetto è esattamente quella di essere riuscito a non mentire MAI. Per esempio, quando dice che lui ha “validamente rinunciato al suo ministero”: siccome munus e ministerium si traducono entrambi con la parola “ministero”, lui non sta affatto mentendo, dato che ha liberamente rinunciato al suo ministero-ministerium (entrando in sede impedita) mentre lo volevano costringere a rinunciare al suo ministero-munus.

Questa è l’essenza del Codice Ratzinger: un sistema sublime nel quale il Vicario di Cristo si lascia condurre al Calvario, mite come un agnello continuando a dire sempre la verità in modo che solo chi ha orecchie per intendere possa capirla. Benedetto non ha mai simulato: ha dichiarato che avrebbe rinunciato all’esercizio pratico del potere a partire da un tale giorno e una tale ora. Punto. E così ha fatto. Sono stati gli altri a voler leggere abusivamente in tale atto un’abdicazione.

Leggere il “Codice Ratzinger”

Finché non si legge per intero Codice Ratzinger si avrà sempre l’impressione – sbagliata – che papa Benedetto abbia simulato qualcosa. No: il Vicario di Cristo ha messo alla prova, ha testato la fedeltà della sua Chiesa. Vogliamo dire che questo è un atto intrinsecamente cattivo? Vogliamo dire che quando Gesù propone alla samaritana il fraintendimento sulla parola “acqua viva” stava ingannando la donna? Costretto a togliersi di mezzo da una brutale aggressione al papato, Benedetto XVI, candido come una colomba e astuto come un serpente, ha fatto in modo che i nemici della Chiesa si rovinassero da soli.

Egli accetta la sua sorte benedicendola con la parola Eucharistomen, il ringraziamento di Cristo alle soglie della crocifissione che “ha trasformato in benedizione tutto il male e la sofferenza”. Se leggerà il libro potrà capire quando tale realtà sarà esplicitata definitivamente.

Don Morselli: “Benedetto XVI ha concelebrato con Francesco, lo ha chiamato “Santità”, e se fosse il primo a non crederci avrebbe compiuto un orribile sacrilegio. La veste bianca, la firma PP, la creazione del papato emerito, sono azioni discutibili, ma non di tale portata da ritenere Benedetto XVI un simulatore, pur a fin di bene”.

La sede impedita

Risposta: il fatto che abbia concelebrato con una miriade di vescovi legittimi e uno infedele usurpatore ha fatto sì che lui stesso rendesse la messa “lecita” (attenzione, non parlo di validità). Peraltro essendo in sede impedita è formalmente prigioniero e se egli chiama il suo persecutore con un titolo che questi si è autoattribuito (Santo Padre) non è né sacrilegio, né atto immorale e non cambia di una virgola la realtà canonica. Peraltro, il titolo di papa spetta anche a membri di altre religioni, come quella copto-ortodossa.

Diverso sarebbe se papa Benedetto avesse dichiarato che il papa (romano) è uno solo “ed è Francesco”, cosa che, per l’appunto, non ha mai fatto. Quelle di papa Ratzinger non sono né azioni discutibili, né simulazioni, ma patenti, trasparenti e coerenti dimostrazioni del fatto che egli è il vero papa in sede impedita. Se noi ci abbiamo messo otto anni a capirlo è colpa nostra, non è colpa di papa Benedetto. Peraltro, se quanto affermo fosse falso, lo stesso Santo Padre Ratzinger mi avrebbe smentito nella lettera di cui mi ha onorato. E non lo ha fatto, anzi.

Don Morselli: “Per i suddetti motivi, seguo Sarah e il gruppetto di Cardinali e Vescovi, che combattono gli errori del modernismo e ritengono Francesco Papa”.

“Codice Ratzinger”, uno scenario scioccante

Risposta: mi rendo conto che lo scenario tratteggiato da “Codice Ratzinger” sia scioccante, magnifico, terribile, ma proprio per la sua millenaria gravità ritengo doveroso che prima di procedere a una qualsiasi contestazione, sia necessario leggere – e con estrema attenzione – l’intero libro. E’ una questione semplicissima nelle conclusioni, ma estremamente complessa da ricostruire nel dettaglio, soprattutto per fugare i dubbi sulle apparenti e superficiali incoerenze. E’ richiesta una minima applicazione che escluderà automaticamente chi non ha alcuna voglia di farla per non doversi esporre e/o sacrificare per la verità.

Papa Benedetto sta selezionando il “suo esercito” di fedeli: persone che si fidano del papa, dello Spirito Santo che lo assiste e che hanno volontà di capire fino in fondo anche se le conclusioni poi imporranno una scelta di campo definitiva ed eroica.

Se Le fa piacere, sarà quindi mia premura spedirLe una copia del libro all’indirizzo che vorrà indicarmi scrivendomi all’email dell’inchiesta: codiceratzinger@libero.it

Cordialmente,

Andrea Cionci