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ReTake Roma a Montagnola, volontari per il decoro fai-da-te

Al via il 1° ReTake del quartiere Montagnola in via Salvatore di Giacomo

Quei muri che costeggiano le Poste di via Salvatore di Giacomo, alla Montagnola, ora sono irriconoscibili. Sono tornati a vivere, dopo che il duro lavoro di gomito di un gruppo di residenti del quartiere ha portato via adesivi, manifesti abusivi e scritte.

Siamo alla Montagnola, dicevamo. A pochi passi dalla sede del Municipio VIII. Qui, in via Salvatore di Giacomo, oggi, si è svolto il 1 ReTake di zona. Ma altri ne sono in programma, questa è la promessa che ci fanno, e che si fanno, i ReTakers. Hanno portato via tutto, anche i manifesti con il logo di Roma Capitale. E quella cassetta delle poste, è tornata rossa. Merito di qualche raschietto, un po’ di acquaragia, spugne. E tanta forza di volontà, soprattutto. Quella che i ReTakers di Montagnola hanno avuto anche per combattere la pioggia, che non li ha fermati.

“ReTake è un’organizzazione di volontari nata nel 2009. Noi non siamo i fondatori, ma una volta conosciuto questo movimento su internet, abbiamo deciso di creare un gruppo all’interno del quartiere. E ogni gruppo, poi, si organizza per, appunto, 'riprendersi' Roma e cercare di portar via quanto più degrado possibile, tra scritte, manifesti abusivi, tutto ciò che sporca Roma, tutte quelle azioni abusive che invece, persone che vogliono rendere migliore il territorio, sono pronte a contrastare”.

A parlare è Veronica. La sua voce non nasconde un accento del Sud. Un particolare che ci colpisce, perché spesso il degrado di Roma è generato anche e soprattutto dall’inciviltà di chi la abita. “Forse chi non è di Roma si sente un po’ più in dovere di tenerla pulita questa città perché è ospite – ci spiega ancora Veronica – Io sono a Roma dal 2007 e in questi anni ho notato che il degrado è aumentato notevolmente. E siccome Roma è la mia seconda casa, voglio dare il mio aiuto”.

Anche Clara non è di Roma. Lei, emiliana, è tra le fondatrici del gruppo ReTake Montagnola. “La nostra mentalità è: ‘datti molto da fare, non star sempre a lamentarti’ – spiega – Mio padre, sin da piccolina, mi ha insegnato che ognuno deve fare la propria parte. Nel mio Paese, un piccolo Paese, c’era un Parco Giochi comunale, e ogni anno tutti andavamo lì e sistemavamo il Parco. È anche un modo per stare insieme e per conoscersi di più. È normale per me farlo”.

Quindi, le colpe dell’amministrazione spesso sono un alibi dei romani per non darsi da fare? “Sì, se ognuno si desse da fare almeno un po’ le cose andrebbero meglio. L’amministrazione non può far tutto, soprattutto se c’è gente che imbratta e sporca ovunque: se noi siamo i primi a buttare le carte, non dobbiamo e non possiamo aspettarci che ci sia qualcuno a seguirci passo passo per raccoglierle. Non sto scusando gli amministratori, anche loro hanno le loro colpe e pecche, soprattutto nella gestione di un Comune così grande come Roma. Di fronte casa mia, ad esempio, c’è il problema dell’immondizia o quello dei rom”. Insomma, “se ci si mette tutti insieme, con un po’ di buona volontà, qualcosa si ottiene, inutile lamentarsi soltanto” – spiega ancora Clara.

“Oggi abbiamo rotto il ghiaccio – ci dice infine Cristina – E’ stata l’occasione, nonostante la pioggia, per conoscerci tutti. Alcuni, certo, a causa del maltempo non sono potuti venire. Ma siamo qui, e continueremo ad esserci”.

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