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Regali riciclati dopo Natale: a Roma il regifting diventa abitudine, e vale 3,7 miliardi in Italia

Dal maglione sbagliato al panettone doppio: il regifting corre anche a Roma. Confcooperative: 28 milioni coinvolti, 3,7 miliardi risparmiati

Albero di Natale

C’è sempre quel pacco che resta lì, vicino alla credenza o sotto la sedia, anche quando l’albero è già un ricordo. Un maglione “quasi giusto”, un set di creme che profuma di déjà-vu, l’ennesimo panettone che nessuno sa dove mettere. Il giorno dopo Natale, a Roma, si ripete lo stesso rito: capire cosa tenere, cosa cambiare e cosa far ripartire. Solo che ormai non è più un gesto sporadico: secondo Confcooperative, in Italia sono circa 28 milioni le persone che rimettono in circolo i regali, per un risparmio totale da 3,7 miliardi di euro.

Regali riciclati dopo Natale: i numeri che raccontano un’Italia diversa

Un italiano su due, più o meno: è questa la misura del regifting 2025. E il salto si vede nel tempo: nel 2016 erano 18 milioni quelli che riciclavano i doni ricevuti, dice la stessa Confcooperative.
Vuol dire che negli anni è cambiato qualcosa nel modo di vivere le feste: meno “tutto e subito”, più attenzione agli sprechi, più voglia di non tenere in casa oggetti destinati a restare inutilizzati.

Regali riciclati dopo Natale a Roma: cassetti pieni, chat di quartiere e rivendite online

Il primo passo, spesso, è il cassetto: conservare e aspettare la prossima occasione. È il regifting fatto in casa, quello che non passa dai negozi e non chiede una ricevuta. Poi c’è l’altra strada, sempre più frequente: vendere online. L’indagine Ipsos Doxa per eBay fotografa bene il cambio di passo: il 76% di chi rivende usa piattaforme digitali, e non lo vive come “ripiego”, ma come scelta pratica (34%) e perfino sostenibile (38%).
A Roma lo si vede nelle piccole dinamiche quotidiane: gruppi social di zona, bacheche digitali, chat che si riempiono di foto e descrizioni in stile mercatino, e pacchi che ripartono in poche ore.

Regali riciclati e portafogli: tredicesime più alte, ma la spesa pesa di più

Sotto la superficie del racconto leggero c’è un dato che morde: il costo della vita. Confcooperative nota che le tredicesime crescono (da 45,7 miliardi nel 2022 a 52,5 nel 2025), ma questo non basta a rendere i consumi più sereni.
E quando in un Paese ci sono circa 10 milioni di persone in povertà, il riuso diventa anche un modo per non perdere valore e per mettere qualche risorsa al sicuro.

Regali riciclati: cosa finisce più spesso nel “secondo giro”

La top-list è molto “da feste”: alimentari al primo posto, circa metà dei casi. Vini e spumanti, salumi e formaggi, cioccolato e torroni, fino a miele e confetture. Poi accessori e cosmetici (21%), quindi libri e agende (20%). I giocattoli chiudono con il 9%.
Alla fine, il regifting somiglia a Roma: un incrocio di praticità e ironia, con un lato molto concreto. Non è solo riciclare un regalo: è provare a non sprecare, e a far funzionare meglio il bilancio di casa anche quando le luci natalizie si spengono.