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Ragni pericolosi: quali sono, come riconoscerli e cosa fare se ci mordono

Tutto quello che c’è da sapere sui ragni pericolosi: dal motivo di un possibile morso, alle specie pericolose, ai rimedi da utillizzare

Un esemplare di ragno

Un esemplare di ragno

Nella notte tra lunedì e martedì un 58enne di Sabaudia è morto per cause riconducibili a uno shock anafilattico provocato dal morso di un ragno. Il corpo dell’uomo senza vita è stato ritrovato all’interno di una camera d’albergo. Si tratta di un commerciante greco di 58 anni. Le cause sono ancora da accertare, l’uomo soggiornava con altri colleghi per un viaggio di lavoro. Quali sono i ragni pericolosi e nocivi per l’uomo? Come riconoscerli?

Una ragnatela
Una ragnatela

Cosa comporta il morso di un ragno?

Iniziamo col dire che il morso di ragno è di fatto una lesione che si verifica in virtù di un incontro ravvicinato con un esemplare di aracnide. Generalmente, per l’uomo è un fattore del tutto accidentale, che si verifica quando il ragno viene toccato o schiacciato.

Bisogna intanto dire fatta eccezione per alcuni episodi, per lo più gli effetti non sono gravi: il morso di un ragno, nella maggior parte dei casi, provoca disturbi lievi, in qualche modo simili a quelli delle punture degli insetti.

Molto meno frequentemente, possono causare un forte dolore locale, tossicità sistemica o alcune reazioni di tipo allergico. In maniera desueta, la ferita cutanea può diventare di carattere necrotico. Generalmente il morso di ragno regredisce senza particolari trattamenti, in tempi tutto sommato brevi.

Il veleno di un morso di un ragno

Nella maggior parte dei casi i ragni non attaccano l’uomo o più in generale i grandi mammiferi. Essi infatti non vengono considerate prede. Ecco perché la quasi completa totalità dei morsi è da catalogarsi di tipo difensivo. Tanto è vero che in qualche raro caso, il ragno non inocula nemmeno il veleno, limitandosi a quello che viene chiamato “dry bite“, “morso a secco“, che ha il solo scopo di allontanare la persone.

Possedendo un veleno particolarmente dannoso per l’uomo, alcuni ragni sono ritenuti pericolosi. A creare problemi potrebbe bastare anche un semplice morso.

Un esemplare di Monocentropus balfouri - Socotra Island Blue Baboon. Una specie esotica e non nociva
Un esemplare di Monocentropus balfouri – Socotra Island Blue Baboon. Una specie esotica e non nociva

Le specie pericolose in Italia

Nel mondo ci sono circa 42.000 specie esistenti di specie di ragno. Alcune sono innocue e possono essere allevate in tutta tranquillità. Quelle considerate però pericolose per l’uomo sono circa 200. Tra queste figurano aracnidi potenzialmente letali, come il ragno delle banane o la vedova nera.

Sono sostanzialmente tre in Italia, le specie il cui morso è di importanza medica per l’uomo:

Malmignatta (Latrodectus tredecimguttatus): E’ conosciuta anche con il nome di Falangio di Volterra. Essa si riconosce in virtù di un corpo tondeggiante contraddistinto da caratteristici punti rossi presenti sul dorso nero. Per lo più nel nostro Paes, è presente nelle regioni mediterranee, soprattutto in luoghi caratterizzati da bassa vegetazione dei boschi e le aree rurali, poco frequentate. La forma delle ragnatele prodotte, generalmente molto resistenti, è irregolare e nella maggior parte dei casi non si annida all’interno delle abitazioni.

Ragno violino (Loxosceles rufescens): definito anche ragno eremita, si riconosce dal corpo lungo dai di 7-9 mm e dalle lunghe zampe. Di solito presenta una colorazione tra il giallo e il marrone. Pur essendo una specie presente in tutto il mondo, in Italia si riscontra principalmente nell’area mediterranea. Si tratta di un animale principalmente notturno, che di giorno rimane si rintana in anfratti e fessure. Predilige quei posti, all’interno di abitazioni generalmente bui e riparati. Si tratta dunque di ambienti quali solai, scantinati. Ma non disdegnano anche la parte posteriore dei mobili, battiscopa, o scatole di cartone.

Un esemplare di ragno violino
Un esemplare di ragno violino

Tarantola (Lycosa tarentula): tipica delle zone centrali e meridionali dell’Italia, si contraddistingue per una puntura molto evidente, che causa gonfiore e irritazione. E’ comunque questo un morso meno pericoloso di quello del ragno violino e non è causa di reazioni mortali. Seppur alcune specie presentino colori vivaci, per lo più le tarantole sono ricoperte da peli neri e marroni. Questi ragni preferiscono vivere in una tana, tappezzata dalla loro ragnatela. Per lo più in terreni asciutti.

In generale sono gli odori intensi come quelli della menta piperita, del cedro e dell’olio di Neem a risultare un buon antidoto per tenere lontani questi e altri esemplari di ragni.

Sintomi e complicazioni

La pericolosità del morso di un ragno naturalmente dipende dalla specie di aracnide in questione. In genere nell’area colpita i sintomi riscontrati sono i seguenti:

  • Dolore
  • Arrossamento
  • Gonfiore
  • Perdita della sensibilità.
Un esemplare di ragno vedova nera
Un esemplare di ragno vedova nera

Sono sintomi che appaiono di solito tra le 2 e le 6 ore successive al morso e coinvolgono tutta la zona colpita. In alcuni casi possono anche comportare febbre, diarrea, vomito, vertigini e cefalea.

Alcuni segnali di dolore e colorazione scura nella zona addominale, potrebbero essere il sintomo da puntura da ragno vedova nera. Altri segnali più classici quali febbre, brividi, nausea e vomito, dolori agli arti e malessere generale potrebbero essere invece la conseguenza di un morso di un ragno violino.

Trattamenti e rimedi

La prima cosa da fare è certamente non sottovalutare mai la puntura del ragno. E’ consigliabile far riposare, dopo la puntura, la zona interessata comprimendo e sollevando la stessa. Si consiglia inoltre di non manipolare o incidere il sito del morso, lavando accuratamente la ferita con acqua e sapone. E’ sconsigliata l’applicazione di disinfettanti aggressivi.

Ovviamente è preferibile consultare il medico che potrebbe anche optare per l’utilizzo di analgesici e l’applicazione di creme a base di cortisone. Non sarebbe da escludere, a seconda dei casi, l’assunzione di antistaminici e antibiotici. Per i casi gravi è ovviamente preferibile rivolgersi al 118 e al centro antiveleni.