“Qui dentro è un inferno”, Roma è diventata invivibile: scale allagate, muri crollati e famiglie lasciate in pericolo | Devono andarsene o rischiano

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Un edificio popolare nel cuore della Capitale si sta sgretolando, pezzo dopo pezzo. Le crepe si allargano, l’acqua scorre lungo le scale e chi ci vive ha paura anche solo di dormire. Nessuno interviene, ma il pericolo è reale.
Il rumore dei passi rimbomba sui pianerottoli vuoti, mentre l’odore di muffa e umidità impregna l’aria. In alcune zone le pareti si sono letteralmente staccate, lasciando intravedere i mattoni e i ferri arrugginiti. Da giorni, i residenti segnalano infiltrazioni, crolli parziali e cortili allagati. Qualcuno ha provato a chiamare l’assistenza, altri si sono rivolti al Comune, ma le risposte si perdono tra le carte e le promesse. Nel frattempo, il degrado avanza e la paura cresce: chi abita lì sa che basta un altro temporale perché il peggio diventi inevitabile.
Non è un caso isolato. Dopo gli ultimi cedimenti avvenuti in diversi quartieri di Roma, la tensione è palpabile. Ogni nuovo episodio alimenta la sensazione che la città si stia sfilacciando, che le strutture pubbliche non riescano più a garantire sicurezza nemmeno nei luoghi in cui si dovrebbe sentirsi protetti. Dentro questo stabile, famiglie intere convivono con secchi per raccogliere l’acqua piovana, ascensori fuori uso e calcinacci che cadono dai soffitti. Le segnalazioni si accumulano, ma gli interventi di manutenzione restano solo sulla carta.
Un palazzo dimenticato: dove il degrado è diventato la normalità
Il caso riguarda un complesso di case popolari in via Turchino, nel quadrante est della Capitale. Qui la quotidianità è fatta di allarmi improvvisi e di porte sigillate con nastro adesivo per impedire che l’acqua entri negli appartamenti. Le immagini circolate sui social mostrano scale trasformate in ruscelli, tubature scoppiate e muri corrosi dall’umidità. Ogni volta che piove, i piani bassi si allagano e i residenti devono spostare i mobili per non vederli distrutti. La struttura portante mostra segni di cedimento, con crepe profonde e ringhiere arrugginite pronte a cedere.
Secondo quanto denunciato dagli abitanti, i tecnici comunali sono intervenuti solo per brevi sopralluoghi, senza avviare i lavori urgenti promessi. La situazione è diventata insostenibile: anziani e bambini vivono tra pericoli visibili e timori costanti, in un contesto che somiglia più a un cantiere abbandonato che a un condominio abitato. Molti chiedono lo sgombero immediato, convinti che restare significhi mettere a rischio la propria incolumità.

La paura dopo i crolli: Roma al limite della sicurezza abitativa
Le immagini del degrado di via Turchino si aggiungono a una serie di allarmi che negli ultimi mesi hanno colpito la città. Dopo i recenti crolli di intonaci e cedimenti strutturali in altri edifici popolari, cresce la sensazione che Roma stia pagando anni di incuria. Il tema della manutenzione degli immobili pubblici torna con forza al centro del dibattito: gli interventi di messa in sicurezza, pur previsti, procedono a rilento e spesso si fermano per mancanza di fondi o di coordinamento tra enti.
Chi vive in queste case si sente dimenticato. Molti non possono permettersi di trasferirsi, altri restano solo per mancanza di alternative. E intanto le piogge autunnali rischiano di trasformare ogni notte in un incubo. Il Comune ha promesso nuove verifiche, ma la paura non aspetta la burocrazia: finché nessuno interverrà concretamente, ogni scricchiolio diventerà un segnale d’allarme, e ogni goccia d’acqua sul pavimento il simbolo di una città che lascia marcire le sue fondamenta insieme alle vite di chi le abita.
