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Qual è lo stipendio per vivere dignitosamente a Roma? Minimo 3.000 € al mese

Se non aumenteranno gli stipendi, i più bassi d’Europa, il sistema non reggerà. La vita costa troppo per quello che si guadagna. Anche nella Capitale

Roma, passeggiata sui Fori

Sappiamo le cause degli aumenti ma non vediamo le soluzioni. Se non aumenteranno gli stipendi, i più bassi d’Europa, il sistema non reggerà. La vita costa troppo per quello che si guadagna. Così non c’è futuro.

I problemi economici che hanno investito la società italiana con i rincari di gas ed elettricità, dovuti in parte alla guerra in Ucraina (ma forse anche voluti tramite quella guerra). Al perdurare di una crisi lavorativa dalla quale non siamo mai usciti e anche in seguito ai problemi dovuti a due anni di pandemia, con perdita delle entrate per molte attività commerciali, solo in parte risarcite dallo Stato, ci troviamo a fare i conti anche con una inflazione che erode maggiormente i nostri redditi.

Allora la domanda che tutti si pongono è: qual è il livello minimo decente di spesa di una famiglia oggi in Italia e qual è lo stipendio necessario per vivere dignitosamente? Ce lo chiediamo con riferimento a Roma ma, ovviamente, tenendo conto della situazione nell’intero Paese.

A Roma il costo medio minimo è di 3.000 € al mese

Roma è seconda solo a Milano per costo della vita. In quanto a fascino è decisamente in testa alla classifica: vivere nella Città Eterna, però, ha un prezzo e non si può certo dire che sia economico. Quanto costa vivere a Roma per uno studente, una famiglia o un lavoratore single? Hanno analizzato le varie voci dei prezzi medi degli affitti e gli altri costi da affrontare mese dopo mese. Vi risparmio i dettagli che conoscete sulla vostra pelle.  Il costo per una famiglia è di circa 3.000€ al mese, mentre un uomo da solo spenderebbe circa la metà al mese. Uno studente paga più o meno 800€ al mese di affitto, spesso perché riesce a condividere un appartamento o ad accontentarsi di una stanza. Tuttavia affittare un appartamento di due stanze, a seconda del quartiere, può variare tra i 900 e le 3.500€ al mese.

Sono valutazioni del gruppo Moneyfarm. Una società che conta oltre 200 professionisti e gestisce il patrimonio di più di 125.000 risparmiatori, per un totale di 4 miliardi di euro di risparmi in gestione. Valgono quello che valgono. Sono valutazioni medie. Ognuno ha le proprie e sappiamo tutti che i costi crescono e sono tanti. Ci sarà chi si trova già in difficoltà ad affrontare anche la metà di quella spesa e chi spende anche il doppio. Di fatto, quello che salta agli occhi, è che tutto cresce meno gli stipendi.

Analizziamo i costi mensili della famiglia media

Trasferirsi a Roma, per lavoro o per studio, è un desiderio che piace ancora a molti. Tuttavia, è un sogno accessibile solo per chi può contare su buone disponibilità economiche. Basti pensare che l’indice del costo della vita a Roma, comprensivo di affitto: se raffrontato con la media nazionale, è un indicatore decisamente elevato, anche se inferiore a Milano.

Per la spesa alimentare si ipotizza una spesa di 400 € al mese per la famiglia, escludendo pranzi al ristorante e consumi esterni alla casa.

Il costo delle bollette è ormai piuttosto imprevedibile e, in generale, molto alto un po’ per tutte le famiglie. Va considerato, comunque, che le utenze a Roma non sono affatto economiche se confrontate con altre grandi città, a fronte di servizi non sempre efficienti. In generale si può ipotizzare un esborso compreso di 200 euro, con picchi di 300 euro per un appartamento non superiore ai 100 metri quadri comprensivo di riscaldamento, illuminazione, acqua, rifiuti e abbonamento internet.

Il costo dei trasporti è uno di quelli che più incide

Il costo del trasporto pubblico è più economico rispetto a Milano e, nel caso dell’abbonamento mensile Atac, ammonta a 35 euro che diventano 53 euro nel caso del biglietto mensile cedibile, utilizzabile cioè da persone diverse nell’arco del mese. L’abbonamento annuale costa invece 250 euro per muoversi nel territorio di Roma capitale. La sosta costa da 1 a 1,20 euro l’ora con la possibilità di attivare la sosta continuativa di 8 ore (al costo di 4 euro), la sosta per un mese solare (70 euro) e di accedere ad altre agevolazioni. Andare in ufficio in auto, in ogni caso, non è consigliabile dati i lunghi tempi di percorrenza nelle ore di punta. Senza considerare che un’auto più la usi e più può rompersi, puoi avere incidenti, crea problemi di stress e di stanchezza, oltre al costo del carburante che tocca livelli mai visti prima d’ora.

L’affitto è cresciuto notevolmente e spinge le famiglie verso le periferie

l costo dell’affitto a Roma dipende molto dalla zona e dal tipo di alloggio. Sono cose che chi vive a Roma sa molto bene. Dovendo fare una valutazione per una famiglia di 4 persone, con figli piccoli che non vive in centro ma in una zona di media centralità dobbiamo considerare un affitto medio intorno ai 1.200 euro. Altrimenti dobbiamo spingere la nostra famiglia verso la periferia o ancora più fuori dal Grande Raccordo Anulare per trovare affitti sotto i mille euro ma poi c’è da fare i conti con le spese di spostamento per portare i figli a scuola e per andare sul luogo di lavoro. Neanche prendiamo in considerazione l’ipotesi di acquisto casa. I prezzi in centro sono diventati impossibili e ognuno fa i suoi conti in base alle proprie disponibilità. Qui dobbiamo solo valutare quale sia il minimo attuale per condurre una vita dignitosa ma senza neanche i minimi diversivi.

Lo stipendio medio è compreso tra i 1.500 e i 1.800 € al mese

Nel suo insieme Moneyfarm ritiene che a Roma si possa risparmiare un 15% rispetto a Milano ma che comunque la spesa, tutto compreso, si aggiri attorno ai 3.000 € mensili. E in Provincia poco meno… Secondo l’Osservatorio Job Pricing riportato dalla rivista Forbes, la retribuzione annua lorda nazionale in Italia è di 30.284 € per chi lavora nel settore privato. I dirigenti hanno uno stipendio medio annuo di 103.418 €, i quadri di 55.632 € e gli impiegati di 33.174€ mentre gli operai sono fermi a 25.522€, va da sé che si tratta di stipendi fanalino di coda in Europa. Vi risparmio tutti i conteggi e le valutazioni relative a imposte e contributi per arrivare al nocciolo della questione: lo stipendio medio in Italia è di 1.818 € mensili per gli impiegati e di 1.524 € per gli operai, compresa la tredicesima.

Se in famiglia lavora solo una persona e la spesa media è di 3.000 € come fa la famiglia italiana a vivere con 1.800 o 1.500€ al mese? Verrebbe da dire che questa società non è fatta per chi si voglia sposare. Sembra perseguire il disegno di una società di futuri single. Il ché sarebbe già più razionale, invece che indurre la gente a sposarsi, non agevolarli nella vita di coppia riguardo a figli, comprare casa, ecc… e poi, una volta separati e divorziati ritrovare queste persone di nuove sole ma con più costi sulle spalle. Allora tanto valeva indurli a vivere da single, abbandonare il desiderio di una famiglia e dei figli, rinunciare a fare debiti in vista di un guadagno e di una spesa media di 1.500 € al mese!

Per vivere una famiglia ha bisogno di due stipendi

La risposta più ovvia è che si deve lavorare in due. Logico. Ma questo comporta una gestione dei figli per i quali la società, che pure chiede alle famiglie più figli, non dà nessun aiuto. Anche questo dipende dalle regioni. Il livello dell’assistenza scolastica infatti varia moltissimo da zona a zona e, in genere è molto elevata nelle regioni del centro nord e scarsa nelle isole e nel sud e in alcune sacche più povere e arretrate del nord. Una politica che si rispetti dovrebbe affrontare questo problema come essenziale, prima di chiedere che si aumenti il numero dei figli.

Non servono elemosine, una tantum, facilitazioni a scadenza. C’è bisogno della realizzazione di asili nido e di servizi sanitario/scolastici che assicurino la gestione dei figli, nella massima sicurezza, per almeno 8-9 ore al giorno, comprese le ore dei pasti. Senza questa assistenza chiedere alle giovani coppie di sposarsi e avere figli è una pura ipocrisia. Non parlo di problemi di handicap fisici o mentali, per i quali la carenza è ancora più grave e necessario un urgente intervento pubblico che ponga fine a far ricadere tutte le questioni di gestione e cura sulle fragili spalle della famiglia. Ma nonostante vi siano tante associazioni pro famiglia e tanti movimenti anti abortisti e anti divorzisti non vedo un adeguato impegno in tal senso. Si vive ancora sul si arrangi chi può.