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Power, corruption and lies dei New Order è il disco della quarantena di oggi

Power, corruption and lies dei New order è la nostra tappa di oggi, il lavoro dove questi “Joy Division” si ricreano ma senza Ian Curtis

New Order, Power, corruption and lies

Power, corruption and lies dei New order, 1983, è la nostra tappa di oggi tra i dischi della quarantena. Il lavoro dove questi “Joy Division ma senza Ian Curtis”, si lasciano alle spalle definitivamente il cadavere del loro frontman ed entrano di prepotenza nei DJ set delle discoteche più trend. Il disco con il quale il popolo dark può mettere nell’armadio l’abito nero d’ordinanza rigorosamente griffato Fiorucci. E finalmente entrare a ballare la disco allo Studio ’54 grazie al singolo dei record Blue Monday. Oltre tre milioni di copie vendute.

Le stravaganze dei New Order

Lo stesso singolo Blue Monday doveva far parte del disco ma per una bizzarra scelta del gruppo sarà presente solo una specie di demo. Messa a lucido e ribattezzata per l’occasione “5 8 6”. L’unica spiegazione sensata che mi viene in mente per questa bizzarria me la fornisce Corrado Guzzanti. Guzzanti, in uno dei suoi sketch dice che gli inglesi sono sempre quelli che vanno a caccia di marmotte mentre l’impero romano conquistava mezzo mondo. Il disco la cui copertina raffigura una natura morta floreale e la busta interna riproduce  un floppy disc a 5” e ¼. Utilizzarono la stessa riproduzione del floppy disc per la copertina di Blue Monday. Sembra che per complessità e alti costi di sviluppo e realizzazione azzerò tutti i guadagni del disco. La Factory Record che pubblicava il tutto finì quasi sul lastrico.

Power, corruption and lies un capolavoro

Power, corruption and lies è un disco figlio di quella natura morta floreale raffigurata in copertina. Qui gli insegnamenti dei Kraftwerk vengono innestati coi germogli della italo-disco di Giorgio Moroder e impollinati con i riff di chitarra di Bernard Sumner. Tutto quello che rese unico il sound dei Joy Division. E infine il disco con dentro “The Age of consent”, sul quale molte band di area dance/rock in futuro c’avrebbero costruito su una carriera. Non ultimi gli LCD Soundsystem. Un album che non avrebbe sfigurato nella colonna sonora di Maria Antonietta di Sofia Coppola, in una delle tante scene di ballo nella reggia di Versailles.

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