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Politicamente corretto, la polizia del pensiero unico malato di allodoxafobia

Fedez sì, Pio e Amedeo no, ma la tagliola della censura colpisce anche Striscia, il biologo Dawkins e perfino i cartoni della Disney. E se per una volta si provasse solo a riderci su?

stop politically correct, attentato a cannes

Stop al politically correct

Il Grande Fratello di George Orwell è già tra noi, seppur nella forma eterea e immateriale del politicamente corretto. In fin dei conti, la profezia del grande scrittore inglese si è avverata solo in lieve ritardo rispetto al 1984 preconizzato nell’omonimo capolavoro distopico. Ora, però, ci siamo, e non ci facciamo mancare proprio niente: neolingua, psicoreati, censura. Tutto al servizio di un pensiero unico evidentemente affetto da allodoxafobia – la paura patologica e irrazionale delle opinioni.

grande fratello
The Big Brother is watching you

L’autentica malattia della contemporaneità

Che l’autentica malattia della contemporaneità sia il politicamente corretto lo denunciamo da tempo, assieme al rischio interconnesso del lockdown del pensiero. Repetita iuvant però, soprattutto perché periodicamente la vexata quaestio torna in auge, peraltro divorando sempre più spesso i suoi “figli” come il mitologico Crono.

politicamente corretto: autocensura
Autocensura

In principio (d’anno), per dire, fu l’insospettabile Disney, che ha pensato male di bollinare tre grandi classici come Dumbo, Peter Pan e Gli Aristogatti. Che sarebbero improvvisamente divenuti veicoli di stereotipi e rappresentazioni denigratorie, accusa d’altronde già toccata a film cult quali Via col vento e Grease.

politicamente corretto: autocensura disney
La Disney (auto)censura Dumbo, Peter Pan e Gli Aristogatti

Del resto, uno dei deliri del politically correct è guardare al passato con gli occhi della modernità. Per questo al biologo britannico Richard Dawkins, per un tweet critico dell’ideologia gender, è stato revocato il premio “Umanista dell’anno” assegnatogli un quarto di secolo prima.

I deliri del politicamente corretto

Si sa comunque che il politicamente corretto, braccio armato della polizia del pensiero (unico), antepone volentieri l’ideologia alla realtà. Anche se poi quest’ultima presenta sempre il conto, per esempio quando si tratta di somministrare farmaci la cui efficacia (o perniciosità) dipende dai cromosomi.

Di recente, poi, abbiamo anche appreso che c’è bavaglio e bavaglio, e che perfino la satira rischia di perdere lo status di oasi di pace. Parrebbe infatti lecito inveire contro Gerry Scotti e Michelle Hunziker per una gag sui Cinesi a Striscia la Notizia. Analogamente, sembrerebbe dignum et iustum invocare la tagliola su Pio e Amedeo per lo sfogo sull’ipocrisia politically correct, che ha fatto gridare loro: «Siamo alla Folliaaaa».

Siamo alla Folliaaaa ?Qualcuno forse da questo post si aspetta delle SCUSE e lo avvisiamo subito che rimarrà…

Pubblicato da Pio e Amedeo su Martedì 4 maggio 2021

La stessa ipocrisia di cui, en passant, ridondava il soliloquio tenuto da Fedez in occasione del Concertone del Primo Maggio. Quando lo pseudo-artista ha frignato sulla (presunta) tentata censura della RAI mentre sponsorizzava un provvedimento censorio e liberticida (oltre che inutile) come il ddl Zan.

#restiamoliberi
La manifestazione #RestiamoLiberi contro il ddl Zan tenutasi a Roma nel luglio 2020

Per chiudere il cerchio, poi, la polemica più recente ha investito nuovamente un Disney Classic – stavolta Biancaneve e i sette nani. Che ha fatto storcere il naso a qualche buontempone perché il Principe, per risvegliare la fanciulla, la bacia «senza il suo consenso».

Di fronte a simili, sconcertanti vaneggiamenti, resta la consolazione che “una risata li seppellirà”. Adagio che oltretutto indica una precisa soluzione anche ai manutengoli del politicamente corretto: ma non potreste provare, ogni tanto, a riderci semplicemente su?

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