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Pmi, le imprese artigiane a Roma e nel Lazio e le politiche europee

“A Roma, dice Erino Colombi, presidente CNA Lazio, risiedono anche molti stranieri e per loro possiamo usare la parola Autoimprenditorialità”

Erino Colombi, presidente CNA Lazio

Erino Colombi, presidente CNA Lazio

Ai nastri di partenza del nuovo anno imperversa già la campagna delle forze politiche per le elezioni europee che si svolgeranno il prossimo giugno 2024. Sul tavolo ci dovrebbero essere i grandi temi sovranazionali che riguardano l’assetto istituzionale dell’Unione e le politiche pubbliche europee che dalla nascita della moneta unica, hanno avuto un impatto cruciale sulle imprese e sulla vita dei cittadini europei.

La politica europea sulle piccole e medie imprese

Le questioni da affrontare sono complesse ma il dibattito politico appare scarno e incapace di delineare gli scenari futuri. Si limita di fatto ad una semplice e sterile contrapposizione tra chi vuole ratificare o meno il MES o tra chi pensa che i fondi del PNRR si stiano sfruttando bene e chi invece crede il contrario. Nonostante le guerre in atto dentro e fuori dall’Europa nulla si dice in merito alla costruzione di una difesa comune dell’Unione, che sarebbe la sola in grado di ricollocare tutto il continente europeo in una nuova dimensione geopolitica all’interno dello stesso Patto Atlantico.

Le forze politiche parlano di alleanze elettorali e di candidature possibili collocando la politica europea e la classe dirigente di Bruxelles ad una distanza siderale dalle sfide che tutti gli Stati membri devono affrontare. Politica e tecnocrazia europee, è indubbio, necessitano di trovare oggi una nuova dimensione.

Per capire a fondo l’idiosincrasia tra politiche europee e vita reale, per esempio delle piccole e medie imprese Italiane, basta leggere quanto detto recentemente dal Direttore del CER Centro Europa Ricerche Stefano Fantacone, in occasione dell’ultima assemblea annuale della CNA Lazio.

“Per l’azione della BCE, l’ambiente monetario europeo è diventato fortemente restrittivo. L’attuale fase di rialzo dei tassi di interesse è la più rapida e più intensa da quando ha preso avvio la moneta unica.

L’inasprimento passa inoltre attraverso un consistente riassorbimento della liquidità che la banca centrale aveva immesso nel sistema nel passato decennio. La nuova impostazione monetaria è destinata a durare a lungo, anche perché la discesa dell’inflazione è lenta”.

Nel Lazio, al 30 settembre 2023, oltre 91.000 imprese artigiane

Ecco, se si pensa che solo nel Lazio, al 30 settembre 2023, vi sono oltre 91.000 imprese artigiane registrate che rappresentano numericamente il 7,2% delle imprese artigiane italiane, si capisce quale impatto può avere la politica monetaria europea.

I dati dell’Ufficio Studi Innova Camera Az. Speciale CCIAA ROMA, ci dicono che negli ultimi 5 anni le imprese artigiane del Lazio sono diminuite di quasi 3.500 unità, una contrazione del 3,6%, un dato superiore alla contrazione media italiana che è stata del 3,2%. La contrazione più alta si è avuta nella provincia di Roma con una flessione del 4,6% negli ultimi 5 anni.

Nel comune di Roma la flessione ha raggiunto il 6,7%. Numeri migliori per le imprese artigiane di giovani e donne che presentano una leggerissima flessione rispetto al terzo trimestre 2018 (-0,4% e -0,6% rispettivamente). Si registra, invece, una forte crescita delle imprese straniere aumentate del +17,3% negli ultimi 5 anni. Al netto della componente straniera, le imprese artigiane con a capo un italiano sono diminuite del 7,9%. Inoltre un dato degno di rilievo e che per alcuni storici mestieri artigiani si vede già oggi una presenza intorno al 50% di artigiani stranieri.

Se l’Europa propone politiche economiche che nel loro complesso producono un razionamento del credito, diventa quasi impossibile per le piccole e medie attività svilupparsi. Un fatto è che i tassi di interesse richiesti alle imprese sono saliti di 300 punti base nel corso dell’ultimo anno e i prestiti si sono ridotti in una percentuale compresa fra l’8,4% e il 5,9%.

Un dato fa riflettere, la presenza degli stranieri negli storici mestieri artigiani. Si tratta di una questione meramente demografica oppure nasconde un fattore culturale ovvero il fatto nel nostro paese si è sempre pensato che gli unici lavori degni di essere svolti fossero indissolubilmente legati alle professioni intellettuali?

Intervista al Presidente di Cna Lazio

A rispondere è Erino Colombi Presidente di CNA Lazio: “E’ un dato di fatto che a Roma risiedono molti stranieri da diversi anni in una percentuale significativa, oltre il 10%, possiamo usare la parola Autoimprenditorialità, ovvero la capacità di crearsi un lavoro da sé e quello artigiano è il tipico passo che compie colui o colei che hanno pochi capitali e tanta voglia di fare. In alcuni settori questi sono determinanti nell’erogazione di alcuni servizi di cui le città hanno necessità.”

Secondo i vostri studi le imprese artigiane del Lazio sono diminuite di quasi 3.500 unità molto più che nel resto del paese. Quali sono le imprese che non ce la fanno?

Ci sono attività che registrano dei cali significativi che la ricerca della CNA Lazio ha messo in evidenza. Un fattore che va messo in evidenza è il fatto che non solo la popolazione invecchia ma anche i piccoli imprenditori invecchiano. Il fenomeno del saldo negativo va ricondotto anche alla dinamica del fatto che alle attività che chiudono non ci siano altrettante che aprono. A lungo andare questo può essere un problema serio. I settori più colpiti di questo calo sono i trasportatori, lavanderie, falegnami mentre quelli con incrementi positivi sono estetisti, specialisti ICT, serramentisti.

La possibilità o meno di accedere al credito quanto impatta sullo sviluppo delle attività medie e piccole?

Il credito è lo strumento che permette di tenere in equilibrio lo sfasamento dei tempi tra i costi sostenuti ed i ricavi. Il tempo è un fattore determinante. In pratica si compra del tempo. Il fatto che negli ultimi anni il credito verso il mondo delle piccole imprese sia diminuito drasticamente non vuol dire, come spesso si sente dire, che ‘il cavallo non beve perché non ha sete’. Certo le politiche stringenti delle autorità monetarie fanno si che le piccole pratiche di finanziamento vengano trascurate dal mondo dei grandi istituti bancari mentre un’attenzione maggiore si riscontra nelle banche locali e quelle del credito cooperativo.

Il settore dei confidi avrà un ruolo molto importante nel sostenere e supportare le piccole imprese in un quadro di rimodulazione del fondo centrale di garanzia e dai parametri ESG (Environmental, Social and Governance – sono indicatori che permettono di analizzare l’attività di un’impresa o di uno Stato, non solo su aspetti finanziari, ma anche sotto il profilo ambientale, sociale e di buona governance – ndr). In questa ottica stiamo lavorando per informare queste realtà dei cambiamenti e delle opportunità che si possono intravedere.

Nella capitale d’Italia, il “fattore Roma”, ma vale per tutte le grandi città, rappresenta per le PMI un handicap (costi alti di gestione, affitti, concorrenza ecc.) o un vantaggio (accesso ad un vastissimo mercato, maggiori opportunità)?

Roma si presenta come una realtà veramente complessa, un mercato molto vasto ma anche difficile. E’ interessante il metodo di lavoro di “MappaRoma” che mette in evidenza alcuni elementi della città inserendoli in una mappa fatta di 155 quartieri dove la scala dei colori indica come le differenze di popolazione, composizione, scolarità, reddito, occupazione e molti altri fattori indichi la complessità di questa Grande e Bella Città. Un elemento molto importante è l’eccessivo peso della burocrazia che pesa sulla gestione di una piccola realtà, come CNA abbiamo messo su un Osservatorio della burocrazia da cui si ricava che per aprire un’azienda occorrono decine e decine di autorizzazioni che a volte scoraggiano la voglia di fare impresa.

Quali saranno i mestieri artigiani del futuro?

Possiamo immaginare come le tendenze in atto in questa trasformazione riescano a cambiare la Città. Infatti sono i servizi alla persona ed alle imprese, pensiamo come il digitale stia rivestendo una grande importanza non solo per le aziende ma anche, attraverso la domotica, nelle case di tutti noi. La transizione ecologica sarà uno dei driver che richiederanno competenze e strutture per rendere realtà questo che a ora è solo un auspicio.

Sandro Gugliotta