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Pietro Paganini: “Azzolina dovrebbe riprendere la Montessori e leggere Einaudi”

L’intervista a Pietro Paganini per i 150 anni dalla nascita di Maria Montessori. Oggi la scuola è in fase critica e non solo per il Covid…

Pietro Paganini

Pietro Paganini

Sarà una Scuola Smart? Intervista con Pietro Paganini.

La prima scuola Montessori fu a Roma. In occasione dei 150 anni dalla nascita di Maria Montessori (31 Agosto 1870 – 6 Maggio 1952) abbiamo incontrato Pietro Paganini, Professore Aggiunto alla Fox School of Business della Temple Unviersity di Filadelfia. È un montessoriano convinto e autore del saggio Allenarsi per il Futuro. La scuola riapre, ma i dubbi restano tanti. Di certo la pandemia ha cambiato molto, dal prepotente ingresso della tecnologia in classe, al ruolo degli insegnanti.

Dopo mesi si ritorna finalmente a scuola, ma come?
“Formalmente, e questa dovrebbe essere il fatto positivo, la scuola non ha mai chiuso anticipatamente. Le lezioni sono continuate, non più in classe ma online. Il fatto negativo è che ci siamo arrangiati, come sempre: ad alcuni ragazzi è andata bene, e hanno avuto lezioni regolari online accedendo a piattaforme idonee ed efficienti; ad altri è andata meno bene. Ci siamo affidati alla bontà individuale di alcuni insegnanti perché manca la cultura della pianificazione. La conseguenza è che qualcuno si ritrova con meno diritti, come quello all’istruzione. Speriamo di aver imparato la lezione”.


Le chiedo però se la tecnologia dell’insegnamento remoto ha sopperito alle scuole chiuse?
“Certo che no. Ho semplicemente affermato che formalmente l’istruzione è continuata anche durante la pandemia non si è mai fermata, ad alcuni è andata meglio, non bene, ad altri è andata peggio. In sostanza è stato uni disastro che avrà conseguenze pesantissime per i nostri ragazzi.

I danni del Covid-19 come ho detto, avranno un impatto drammatico nel lunghissimo termine, e non solo economico, ma psico sociale. L’improvvisa pandemia ha evidenziato i nostri limiti didattici e organizzativi. Non solo è mancato un piano di contingenza, il che è grave considerando che è il Ministero che gestisce e controlla le scuole e l’autonomia scolastica, tanto sbandierata non esiste in queste circostanze.

Ha messo in luce il ritardo strutturale nel ripensare la didattica. Fatte rarissime eccezioni, la tecnologia in classe non c’è mai stata. È stato quindi paradossale poter pensare che tutto funzionasse come se nulla fosse. Improvvisamente siamo passati da lezioni tradizionali a lezioni online, senza tuttavia, comprendere le dinamiche. La trasposizione delle lezioni in classe, già di per se obsolete come qualità dell’apprendimento, a lezioni online, ma con le stesse dinamiche di quelle de virus, non produce nulla.

È servita appunto, a giustificare la forma. In sostanza i nostri ragazzi, eccezioni fatte, hanno perso tempo, opportunità, relazioni sociali”.


Abbiamo imparato la lezione?

“Non credo. Sempre con le dovute eccezioni, pochi insegnanti e forse nessuno al ministro, hanno capito che la Smart School non è altro che un sistema di apprendimento che mescola lezioni in presenza, in remoto, l’impiego di strumenti tecnologici per l’apprendimento e la collaborazione, momenti di confronto, di pratica, etc. Comprendo l’emergenza di dover tornare in classe, e farlo senza un piano e un’organizzazione capace di gestire le crisi, ma abbiamo avuto l’occasione di riformare la scuola, non l’istituzione e l’organizzazione, ma la didattica, cioè il contesto in cui si apprende. Di fatto, non cambierà nulla. Entreranno strumenti tecnologici in classe, ma dubito che espletino le funzioni per cui sono state create”. 

Pietro Paganini e la pedagogia Montessori


Cosa direbbe Maria Montessori a 150 anni dalla sua nascita? 


“Sorriderebbe con la sua incredibile dolcezza, ma con determinazione avrebbe ribaltato il sistema. Una che convinse il duce e lo mise contro tutte le gerarchie scolastiche di allora. La Montessori ha cambiato completamente l’approccio alla scuola anticipando strumenti e metodi di insegnamento e apprendimento che oggi vengono presentati come innovativi. Sedie e banchi con le rotelle non sono stati inventati per il distanziamento, ma per consentire mobilità e collaborazione in classe, o meglio superare il concetto obsoleto di classe, come alla Montessori. Il metodo Montessori non rifiuta la tecnologia come molti pensano, ma la utilizza quale strumento per consentire un apprendimento migliore, adatto ai singoli (e non al gruppo), e più gioioso. La scuola è fondata sul bambino, costruita intorno ai ragazzi, non viceversa”.


Però il Metodo Montessori in Italia non trova molti consensi…


“Come tutti i visionari, gli innovatori, i promotori del cambiamento, il Metodo Montessori è stato osteggiato dalle gerarchie scolastiche, dai burocrati, dai baroni, dai sindacati, da tutti coloro che vivono e guardano al passato, rinunciano ai fatti, non vogliono cambiare. Il Montessori ha avuto più successo all’estero che in Italia, non mi stupisco. Ma oggi si sta affermando globalmente, anche se sotto nomi, modelli, metodi, diversi. Ma tutti, attingono da quella meravigliosa quanto semplice intuizione che Maria Montessori ebbe, e non per caso, ma per genio e duro lavoro sul campo.

Siamo provinciali. Non c’è solo il Metodo Montessori, ma anche il Metodo Reggio Emilia, altro sistema scolastico acclamato in tutto il mondo tranne in Italia. Il Ministro Azzolina dovrebbe riprendere il pensiero di Maria Montessori, rileggere Einaudi e fare poche cose ma determinanti per la scuola: via il valore legale del titolo di studio; via i concorsi; stimolare le scuola a ripensare autonomamente la didattica”. 


Certo, i dati OECD sulla scuola italia sono impietosi.
“Appunto. Ragione per cambiare, motivo perché lunedì 31 Agosto si evitino le chiacchiere retoriche in onore della Montessori, e si prenda il suo insegnamento come punto di partenza. Ogni bambino è una scuola, ” La speranza per il futuro va riposta nelle  nuove generazioni  che potranno essere la nostra salvezza e il nostro aiuto. Proprio a partire dai bambini possiamo costruire una nuova umanità a partire da una giusta educazione che li renda degli adulti autonomi e responsabili.”

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