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Perché è importante difendere la famiglia oggi?

L’intervista ad Aleksej Komov, responsabile internazionale del dipartimento per la famiglia della Chiesa Ortodossa Russa

Domenica 4 maggio è stata una data importante per i molti cattolici che hanno partecipato alla Marcia per la Vita. Lei viene da un paese, la Russia, dove il numero degli aborti era uno dei più elevati al mondo, e dove il governo si è mostrato molto attivo negli ultimi anni per cercare di capovolgere questo trend. Quanto è importante oggi parlare di politiche pro-vita e di incremento demografico nei nostri paesi?

In Russia abbiamo dovuto far fronte a un serio problema demografico e il Governo in questi anni ha messo a punto un piano di misure per invertire questo trend negativo. Solo vent’anni fa in Russia venivano effettuati 4 milioni di aborti chirurgici ogni anno, una cifra enorme, che oggi si è abbassata 1.2 milioni. E’ un numero ancora elevato ma abbiamo raggiunto un risultato positivo abbassando di tre volte il numero degli aborti effettuati.
La questione demografica è cruciale, e i presidenti Putin e Medvedev l’hanno compreso molto bene, affrontando il problema con una strategia politica orientata alla difesa della famiglia e della vita. La Russia ha bisogno di figli per la forza lavoro, per difendere i propri confini, per portare avanti l’economia di una società sviluppata come la nostra. L’adozione di misure come il divieto di pubblicizzare l’aborto nei media, la restrizione di questa pratica solo alle prime 12 settimane di gravidanza, il divieto della propaganda gay tra i minori, assieme alla creazione di un’atmosfera mediatica “family-friendly” e di misure concrete a sostegno delle famiglie hanno permesso di incrementare i tassi di fecondità fino all’1.5%. Tassi che sono destinati a crescere. Ogni famiglia, per esempio, in Russia percepisce l’equivalente di 10.000 dollari per la nascita del secondo figlio, e dal terzo figlio in poi lo Stato da diritto ad un appezzamento di terreno.
Anche la Chiesa Ortodossa ha avuto un ruolo chiave in questo senso: oggi infatti stiamo assistendo ad una significativa rinascita dei valori Cristiani tradizionali, in Russia le chiese sono sempre piene e l’80% della popolazione si dichiara credente. La Chiesa Ortodossa ha avuto quindi una grande influenza nel far capire alla popolazione l’importanza del valore della vita e della famiglia tradizionale e oggi la maggioranza della popolazione russa condivide questo pensiero.

Riguardo il problema demografico non possiamo non notare che l’Italia ha dei tassi di crescita molto bassi, e che deve confrontarsi con dei flussi migratori sempre maggiori, provenienti da Paesi con tassi di natalità altissimi. Quali rischi corriamo?

Ho letto che Brussels tra quindici anni sarà la prima città europea in cui i musulmani diverranno la maggioranza della popolazione. La civiltà europea però è nata e si è sviluppata sui valori cristiani, e quindi per preservare l’Europa intesa come civiltà, non possiamo non riferirci a questo tipo di tradizione.
Ebbene, che ci siano movimenti migratori è un dato di fatto, ma bisogna prestare attenzione al fatto che il numero sempre maggiore di migranti che vengono da Paesi, come quelli islamici, molto più prolifici del vostro, rischiano di minare profondamente la vostra civiltà. Se in ogni città italiana vi saranno famiglie musulmane, per esempio, noterete che ci sarà bisogno di togliere il crocifisso dalle scuole perché potrebbe offenderli nonostante nei fatti questo non li offenderebbe in alcun modo. Penso che questa sia una forma di neomarxismo culturale.
Per questo la demografia è un fattore chiave  per il futuro, perché, in uno scenario di questo tipo, se gli europei continuano a non fare figli si rischia il “suicidio”, la civiltà europea rischia di scomparire.

Abbiamo assistito in questi giorni a Roma alle forti polemiche seguite alla scelta di un liceo romano, nell’ambito della strategia UNAR contro le discriminazioni LGBT, di consigliare la lettura di un libro dai contenuti a dir poco espliciti. Ci ha detto che in Russia la propaganda gender tra i minori è vietata, perché?

Perché la teoria gender, come molti sanno non contiene nulla di scientificamente dimostrato ed al contrario può produrre effetti disastrosi sui minori. E’ necessario, invece, che i bambini abbiano una madre ed un padre per crescere in maniera psicologicamente sana ed equilibrata. La teoria gender sostanzialmente distrugge l’essere umano come lo conosciamo. A proposito è interessante notare come l’educazione sessuale nelle scuole sia stata introdotta per la prima volta in Ungheria nel 1918-19 dal ministro dell’Educazione del governo comunista di Bèla Kun, György Lukács, in funzione anti cristiana. E’ strano osservare come oggi l’Unione Europea, le Nazioni Unite e altre istituzioni internazionali vogliano imporre gli stessi provvedimenti che adottarono i marxisti nelle repubbliche sovietiche.
Non è un caso poi che vengano utilizzati i media e la scuola per trasmettere questo tipo di messaggi. Un altro comunista italiano, Antonio Gramsci, affermava che il metodo più efficace per imporre la visione del potere politico al popolo è fare “la lunga marcia” attraverso le istituzioni: la cultura e i mass media sono la chiave per l’avanzata di questa rivoluzione sociale. Se consideriamo che una persona dalla nascita fino all’età di 17 anni in media riceve più di 65.000 ore di influenza dai mass media, tra televisione, cinema ed internet, capiamo come di fatto i mass media siano i principali educatori nella nostra società. Per capire quindi chi controlla i media e dove vuole indirizzare la società, basta fare attenzione al tipo di messaggi che questi trasmettono.

Ma la Russia di recente è stata accusata dai media occidentali di avere messo in atto una repressione violenta contro le persone omosessuali?

Innanzitutto bisogna precisare che in Russia la legge che vieta la propaganda omosessuale, la vieta solo fra i minori. Le persone gay sono libere di distribuire informazioni tra la popolazione sopra i 18 anni, Mosca ospita molti locali gay, e le persone omosessuali vivono tranquillamente. 
Le accuse che l’Occidente ha mosso alla Russia riguardano più la politica che i diritti umani: in occasione dell’ultima visita di Obama in Arabia Saudita, Paese in cui la repressione verso le persone omosessuali è durissima, il Presidente americano, per esempio, non ha speso una sola parola con il Re saudita su questo tema. Per la Russia, invece, non si è risparmiato nel denunciare le presunte repressioni.

Come guardate dunque, in Russia, alla situazione in Europa?

Oggi i russi stanno riscoprendo una fortissima spiritualità, mentre vediamo che in Europa e nell’Occidente c’è un trend inverso, che sfocia a volte anche nella repressione delle libertà delle persone: in Germania ci sono stati casi di persone arrestate per aver voluto ritirare i propri figli dalle classi di educazione sessuale a scuola, oppure in Canada altri arresti sono stati effettuati per la lettura in pubblico di brani di San Paolo, bollati come discorsi di “odio contro i gay”.
Pensiamo che ci sia una deriva molto pericolosa in Occidente: in Russia abbiamo sofferto settant’anni di comunismo totalitario, ora non siamo più un paese comunista e nessuno vuole restaurare il comunismo in Russia perché abbiamo sofferto più di qualunque altra Nazione. Ma osserviamo come oggi gli stessi pericolosi trend stanno emergendo nelle società occidentali, e vogliamo mettere in guardia i nostri fratelli cristiani della vera pericolosità di queste ideologie “totalitarie”: se leggere la Bibbia è proibito, se rischi la galera per proteggere tuo figlio dalle perversioni dell’educazione sessuale a scuola, vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato. 

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