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Per essere felici basta un piatto di pasta. Ecco perché secondo la scienza

Uno studio dell’Università IULM ha rivelato che mangiare pasta conferisce un grande senso di felicità. Ecco perché

Una ragazza sorride mangiando un piatto di pasta

Ciò che mangiamo può davvero rederci felici? A quanto pare sì. La conferma arriva direttamente da uno studio effettuato dall’Unione Italiana Food che ha rivelato che il cibo ricopre un ruolo fondamentale per garantirci una discreta percentuale di felicità. Al primo posto, secondo questa indagine, per la ricetta della felicità ci sarebbe la pasta.

I dati

Certo per molti potrebbe non sembrare una notizia. L’Italia è infatti prima al mondo nella classifica dei Paesi consumatori, con circa 25 kg di pasta pro capite ogni anno. Secondo recenti approfondimenti è la Basilicata la regione italiana più tendente a consumarla. La pasta, ancora oggi, è sinonimo di salute e gusto, ma anche di socialità e convivialità.

E’ consumata non solo a casa, fra le quattro mura domestiche, ma anche fuori. Le statistiche parlano di una cifra vicina al 46% degli italiani che adora consumarla a casa. Maggiore (50%) il numero di coloro che la mangiano non soltanto all’interno della propria abitazione, ma anche in altri luoghi.

Tra i formati di pasta più apprezzati, certamente al primo posto figurano gli spaghetti, simbolo della nostra nazione in tutto il mondo. Medaglia d’argento invece per le penne rigate, bronzo ai fusilli.

Pasta alla Carbonara presso il ristorante Checco dello Scapicollo di Roma

Lo studio

Sta di fatto che il Behavior & Brain Lab della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, ha approfondito le sfumature della sfera emotiva, cercando di comprendere le motivazioni che ci inducono a provare un senso di felicità nel momento della consumazione.

L’approfondimento è stato effettuato sfruttando metodologie neuroscientifiche e legate al brain tracking. Per capirci, un meccanismo molto simile a quello utilizzato dalla macchina della verità. Dunque un’analisi orientata all’indagine delle attivazioni cerebrali, delle espressioni del volto, del battito cardiaco e della microsudorazione. 

Lo studio è stato effettuato considerando un campione di 40 persone ambosessi, aventi tra i 25 e i 55 anni di età, senza allergie o intolleranze alimentari.

I numeri dell’indagine

Secondo l’indagine, l’assunzione di pasta quanto a determinazione della felicità è superata solo dal ricordo di esperienze emotive positive.

I numeri parlano chiaro. Gli esperti parlano di un attivatore di memoria potente per “il 50% in più rispetto allo sport, quasi pari alla musica in quanto a coinvolgimento e capacità di provocare ping emotivi positivi; in entrambi i segmenti di ricerca supera sempre lo sport di gran lunga”.

Forte di una percentuale vicina al 76%, il cibo si posiziona leggermente meglio rispetto al livello di emozione suscitata dall’ascolto della canzone preferita (75%).

Le motivazioni

I motivi di tutto questo da ricercare nel potere dei carboidrati, delle molecole composte di zucchero che paiono essere in grado di conferire al cervello questa sensazione. Assumendo carboidrati si stimolano così le endorfine, in grado di conferire che oltre al benessere, anche una importante regolazione dell’umore.

In più, le vitamine del gruppo B, sono in grado di stimolare anche il rilassamento muscolare.