Pensionati con redditi medio, arriva l’integrativo da 1.200€ in più | il cedolino diventa più ricco ogni mese
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Il trattamento integrativo da 100 euro al mese può spettare anche ad alcuni pensionati con redditi medio-bassi, aumentando l’importo annuo fino a 1.200 euro in più rispetto al normale cedolino.
La misura è conosciuta da anni come il “bonus 100 euro”, introdotto per sostenere i lavoratori dipendenti con redditi contenuti. Tuttavia, non tutti sanno che in specifiche condizioni può essere riconosciuta anche a chi percepisce una pensione, purché l’assegno derivi da prestazioni collegate a redditi da lavoro dipendente maturati negli anni precedenti. Un dettaglio tecnico che ha creato molta confusione, ma che oggi torna all’attenzione grazie ai chiarimenti fiscali.
Il titolo mette in evidenza l’aspetto più rilevante per i beneficiari: l’integrativo può aumentare il cedolino anche durante la pensione, offrendo un sostegno che arriva fino a 1.200 euro annui. Il trattamento non è automatico e segue regole precise, ma per molti pensionati rientranti nelle soglie previste rappresenta un’opportunità reale da non ignorare.
La questione riguarda coloro che, pur essendo ormai in pensione, risultano ancora fiscalmente assimilati ai lavoratori dipendenti ai fini dell’imposta. Una categoria particolare che, come ricordano gli esperti del settore, può continuare ad accedere al trattamento integrativo se rispetta i limiti imposti dalla normativa.
Quando il trattamento integrativo spetta davvero ai pensionati
Per capire se il bonus si applica anche al cedolino della pensione bisogna partire da un dato chiave: il trattamento integrativo è riconosciuto ai percettori di redditi da lavoro dipendente fino a un certo limite. Alcune tipologie di pensione, però, sono considerate fiscalmente assimilate a questi redditi. In tali casi il pensionato può rientrare nei parametri e ottenere il beneficio.
Fondamentale è il livello di reddito. Il trattamento integrativo spetta pienamente sotto i 15.000 euro annui e, in condizioni particolari, può essere riconosciuto anche fino a 28.000 euro grazie a un meccanismo compensativo che tiene conto di una serie di detrazioni spettanti. Per i pensionati con assegni medio-bassi, quindi, il diritto può scattare senza alcuna richiesta specifica, semplicemente attraverso i calcoli effettuati dall’ente pagatore.

Come funziona l’accredito e perché il cedolino può crescere ogni mese
Il valore del trattamento integrativo è di 100 euro mensili, per un totale di 1.200 euro all’anno. Quando spettante, viene riconosciuto direttamente nel cedolino della pensione come integrazione alla rata mensile. Non si tratta di un bonus una tantum, ma di un importo fisso distribuito nel corso dell’anno.
Chi supera i limiti di reddito, invece, rischia di dover restituire l’importo nella successiva dichiarazione dei redditi. Per questo motivo gli esperti raccomandano di verificare con attenzione la propria fascia reddituale e, se necessario, di aggiornare tempestivamente la situazione contributiva e fiscale. Il meccanismo, infatti, si basa su calcoli automatici che possono variare a seconda delle detrazioni applicate.
Per i pensionati che rientrano nelle soglie, però, il beneficio rappresenta un aiuto concreto. Il cedolino diventa più ricco ogni mese, offrendo un supporto immediato in un momento in cui il potere d’acquisto degli assegni è messo alla prova dai costi della vita e dall’inflazione. Un’integrazione che, pur non essendo nuova, continua a essere determinante per moltissimi nuclei familiari.
