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Pensionati, brutte notizie, l’intervista alla presidente “Labor” Carmela Tiso

Il decreto INPS: dal prossimo anno le pensioni aumenteranno solo dello 0,4%, il punto anche su Quota 100 e reddito di cittadinanza

Brutte notizie per i pensionati italiani. Dal prossimo anno le pensioni subiranno un aumento pari solamente allo 0,4%. A stabilirlo è il decreto del 15 novembre 2019 illustrato dall’INPS nella circolare numero 147 del 2019 sul rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione per l’anno 2020. Una novella poco lieta che si unisce a quelle del 2019, relative a Quota 100 e Reddito di cittadinanza: due strumenti normativi, utili sulla carta ma che hanno riscontrato numerosi problemi applicativi. Tante, infatti, le lamentele arrivate dai cittadini di Roma, del Lazio e, più in generale, dal territorio nazionale. Ne abbiamo parlato con Carmela Tiso, esperta di settore e presidente del patronato Labor, promosso e sostenuto dalla Confeuro, la Confederazione degli agricoltori europei e del mondo

 

Presidente Tiso, partiamo dalla fine. Manovra di bilancio e perequazione delle pensioni. Che ne pensa?

“Guardi, sostanzialmente le perequazioni delle pensioni per l’anno entrante prevedranno un incremento di appena lo 0,4% rispetto al precedente. Tutto questo, tradotto in soldoni, vuol dire circa 2/3 euro di incremento pensionistico al mese: una cifra che potrei definire irrisoria, visto e considerato che solamente l’anno scorso la perequazione era stata tre volte superiore. Non possiamo stupirci, dunque, delle recenti proteste di cittadini, sigle sindacali e associazioni dei consumatori. Insomma, diminuisce il potere di acquisto dei soldi dei pensionati, già tassati da storici balzelli ed elevate imposte. Una situazione di pesante tassazione che porta numerosi anziani a decidere di vivere all’estero, in paesi come la Spagna e il Portogallo, dove il carico fiscale sulle pensioni è tre, quattro volte minore”.

 

Sul tema quale è la vostra posizione?

“Il patronato Labor, che ha centinaia di sedi in tutta Italia, esprime forte preoccupazione per il contesto economico attuale e per le recenti scelte normative, legate alla manovra di bilancio statale. E alla luce di tutto questo che ribadiamo la nostra disponibilità ai cittadini per un controllo a fini pensionistici al fine di valutare insieme se gli importi, a carico dello Stato, siano corretti o meno, visto e considerato che circa una pensione su tre presenta una liquidazione non conforme alla legge vigente. A tal proposito, si può intervenire per ottenere l’incremento pensionistico di cui si ha diritto: i cosiddetti diritti inespressi dei pensionati”.

 

Passiamo ai due strumenti, fortemente voluti dal governo gialloverde: Quota 100 e reddito di cittadinanza. Cosa può dirci al riguardo?

“Guardi, posso dirle che sono davvero numerose le criticità e le segnalazioni che ci sono giunte da lavoratori e famiglie, che si rivolgono a noi per accompagnarli nelle procedure di richiesta della pensione e del reddito di cittadinanza. In questi percorsi cerchiamo di svolgere un servizio efficace ed efficiente ma non mancano i problemi amministrativo-burocratici che spesso impediscono l’accesso alle prestazioni previste dalla legge”.

 

Presidente Tiso, può fornirci qualche numero?

“Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, stando ai dati ufficiali del primo trimestre, l'Inps ha ricevuto 1.460.463 domande di RdC, di cui 960.007 sono state accolte, 90.812 sono in lavorazione e 409.644 sono state respinte o cancellate. Delle 960.007 domande accolte, 842.787 riguardano nuclei percettori del Reddito, con 2.214.911 di persone coinvolte, le restanti 117.220 sono nuclei percettori di Pensione di Cittadinanza, con 13.512 persone coinvolte. Per quanto riguarda l’importo mensile erogato, si va da una media di 387,25 euro per le persone sole, ai 626,32 per i nuclei con 5 componenti, ai 617 euro per quelli con sei o più persone. Dal canale patronati sono state inviate circa di 160mila domande, di cui poco sopra le 100mila sono state quelle accolte. Quindi, molto al di sotto delle attese”.

Perché questo? 

“La procedura telematica completamente nuova messa a disposizione dell' Inps non era pronta per i patronati poiché questi ultimi sono entrati solo in fase di conversione in legge del Dl 4 del 28 gennaio. Questo ha provocato tutte le difficoltà del caso, costringendo i patronati ad inviare molteplici segnalazioni all'istituto per la risoluzione dei problemi, che in alcuni casi ancora oggi si riscontrano. Molte lamentele, inoltre, sono arrivate ai nostri sportelli quando gli assistiti si sono visti accreditare importi più bassi di quanto dichiarato dai politici in tv”.

Problemi e aspettative disattese anche per quanto riguarda “Quota 100”?

“Sono 176mila le domande presentate al 6 settembre all’Inps. Nei tre mesi estivi ne sono arrivate 34mila, poco più di 10mila al mese. Aumenta dunque il trend di rallentamento registrato a giugno. Rispetto a febbraio, il primo mese in cui furono presentate un quarto del totale delle domande attese il rallentamento è sempre più evidente”.

 

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