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PD infuriato: la Rai manipola il voto. Domanda: gli elettori sono scemi?

Spot su Salvini a Porta a porta, nell’intervallo di Juve-Roma, e il PD insorge. Come se bastasse quello a stravolgere le elezioni

nicola zingaretti

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti

Gli spettatori tv sono dei coglioni. O quantomeno, tra loro, di coglioni ce ne possono essere in numero abbastanza cospicuo da lasciarsi influenzare da un singolo passaggio televisivo e decidere, solo per quello, di votare per Salvini. Andando a incidere, perciò, sull’esito delle elezioni in arrivo. Nel caso specifico, quelle in Calabria e, soprattutto, in Emilia Romagna.

Le parole utilizzate da svariati esponenti del PD, Zingaretti incluso, sono ovviamente diverse, ma i toni sono accesissimi e la sostanza è questa. Se non fosse così, infatti, non ci sarebbe nessun motivo di ingigantire il rilievo dello spot che è stato messo in onda ieri sera durante l’intervallo della partita tra Juventus e Roma: uno spot che annunciava la puntata di Porta a porta, in programma dopo il match, e che aveva appunto come ospite il leader della Lega.

Come al solito, Twitter spinge a esagerare e nell’ansia di rendere più incisive le dichiarazioni in formato mignon si sprofonda nelle iperboli. Lo stesso Zingaretti arriva a scrivere un lapidario (lapidario nelle intenzioni…) “Mai così in basso, altro che libertà e autonomia. E lo chiamano servizio pubblico”.

Capiamoci: che la Rai sia condizionata pesantemente dai partiti è una verità conclamata e innegabile. Ma non è che il condizionamento sia cominciato con la massiccia presenza della Lega nel primo governo Conte. Il fenomeno, al contrario, va avanti da sempre e, come abbiamo scritto anche recentemente, la regola generale è quella di piazzare quanti più “amici” possibile negli organici e soprattutto nei posti di maggiore influenza.

Il “mai così in basso” di Nicola Zingaretti, perciò, andrebbe riformulato in un “di nuovo così in basso”. Ognuno tira acqua al suo mulino – ovvero a quello di chi lo ha piazzato nel tale posto o ha comunque il potere di dargli una mano a conservarlo/migliorarlo – e va da sé che nel groviglio di favori ai politici di riferimento la stessa cosa che va a vantaggio di uno vada anche a svantaggio di un altro. Qui si vince e là si perde. Qua si va all’incasso e là ci si rimette. Così come tu hai sistemato i tuoi, altri hanno sistemato i loro.

Che sia uno schifo è indubbio. Ma il diritto di denunciarlo spetta solo a chi sia estraneo a queste logiche. E a queste prassi.

Per chi invece ci sia in mezzo, anche solo in quanto classe dirigente di partiti che hanno nel loro dna l’occupazione sistematica degli enti pubblici, negare tutto questo non è solo ipocrita. È ridicolo. E la verità, quindi, è che le levate di scudi non sono affatto motivate dalla mancanza di obiettività della Rai nel suo insieme. Bensì dal fatto che, nella circostanza, il trucchetto di giornata possa andare a giovamento dell’avversario.

Chiarito tutto questo, però, il nodo principale resta quello che abbiamo indicato in apertura: che opinione si ha del pubblico tv, e quindi dei cittadini, e quindi degli elettori, per ritenere che un unico spot possa cambiarne le intenzioni di voto?

Aquile e allocchi

La manipolazione mediatica esiste eccome, ma non è certo a senso unico. E quindi, se nel PD e dintorni volessero affrontare davvero il tema, dovrebbero ammettere per prima cosa che la questione è più che mai trasversale: ad abboccare a questa o a quella esca non sono soltanto le persone che votano a destra. E in particolare per la Lega.

L’approccio, invece, è del tutto asimmetrico. Gli sciocchi che si lasciano suggestionare sono solo quelli che non votano come vorrebbero i soloni di turno. Della serie: i miei sostenitori sono intelligenti ed evoluti, quelli dello schieramento opposto sono ottusi e rozzi.

Se ci si entusiasma in chiave nazionalista è una reazione “di pancia” (nonché xenofoba e parafascista). Se ci si commuove per i cosiddetti migranti che fanno naufragio, o che potrebbero farlo se non venissero prontamente soccorsi, è una sacrosanta emozione di natura umanitaria (nonché progressista e democratica).

Se si rimane indecisi fino all’ultimo e poi si vota Bonaccini, è una decisione meditata. E laddove sia scaturita in extremis da un passaggio televisivo, pazienza: le vie della conversione sono infinite.

Se dalla stessa incertezza si passa a propendere per Lucia Bergonzoni, allora è un caso evidente di abbaglio ingiustificato. Tanto più se è derivato dalla presenza di Salvini nella puntata di ieri a Porta a porta, o addirittura dallo spot che la annunciava: un tranello quanto mai capzioso che si doveva assolutamente evitare.

Ammesso che ci crediate davvero, egregi Zingaretti e soci, i primi a essere fuori strada siete voi. Le dinamiche in atto sono molto più complesse. Continuate a raccontarvi che i sotterfugi sono solo quelli degli altri e i veri motivi dell’ascesa di Salvini continueranno a sfuggirvi.

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