Pasqua con l’ora legale: un simbolo di Gesù, Luce del mondo
Nel 2024, la solennità della Resurrezione di Cristo coincide con lo spostamento delle lancette sessanta minuti avanti: metafora del passaggio dalle tenebre del peccato al sole intramontabile della vita eterna
In questo 2024, per un curioso scherzo del calendario, la Santa Pasqua coincide con il ritorno dell’ora legale. Una sincronia che si può caricare di una forte valenza simbolica nel momento in cui si ragiona sul significato dei due eventi. Associando il “risveglio” della luce originato dall’appuntamento civile alla Resurrezione di Gesù, che di Sé disse: «Io sono la Luce del mondo» (Gv 8, 12).
Una coincidenza fortemente simbolica
Lo spostamento delle lancette 60 minuti avanti è stato fissato per le 2:00 di domenica 31 marzo, destinate a diventare automaticamente le 3:00. Il posticipo, spiega Il Fatto Quotidiano, ci accompagnerà fino al prossimo 27 ottobre, quando tornerà in vigore l’ora solare. In questo modo, aggiunge Adnkronos, si perderà un’ora di sonno, ma il maggior irraggiamento permetterà di sfruttare al meglio l’energia solare in primavera ed estate.
In qualche modo l’allungamento delle giornate segna la sconfitta definitiva dell’inverno freddo e buio, e in tal senso appare fortemente evocativa la concomitanza con la Santa Pasqua. Solennità in cui Nostro Signore Gesù Cristo annientò l’oscurità della morte certamente in senso fisico, tornando alla vita. Ma anche in senso spirituale, liberando l’umanità dalla schiavitù del peccato e riaprendo il sentiero verso il sole intramontabile della vita eterna (cfr. Is 60, 19-20).
La disubbidienza alla Legge di Dio, infatti, aveva interrotto il tragitto che congiunge la creatura al suo Creatore. Motivo per cui San Giovanni Evangelista scrive amaramente che «gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce» (Gv 3, 19).
Buona Santa Pasqua!
Un’analoga caduta è presente nella cosmologia della Terra di Mezzo ideata da un autore cristiano come il “Maestro del fantasy” J. R. R. Tolkien. Ne Il Silmarillion, infatti, i mortali cercano di invadere Valinor, una sorta di paradiso terrestre, ma vengono respinti e puniti per la loro superbia. Il reame beato viene quindi posto in una dimensione separata, raggiungibile solo dagli elfi percorrendo la “Strada Diritta”.
Gesù di Nazareth, però, è «un ponte lanciato tra il cielo e la terra», secondo l’efficacissima immagine di Santa Caterina da Siena citata da Papa Benedetto XVI. Certo, bisogna voler attraversare questo ponte. Ma, come Gesù Cristo ci ha mostrato, l’unico strumento capace di ricostruire la via perduta è l’amore.
Buona Santa Pasqua a tutti i nostri lettori!