Prima pagina » Sport » Pari spettacolo tra Atalanta e Inter, rabbia Milan: la ventiduesima di Serie A

Pari spettacolo tra Atalanta e Inter, rabbia Milan: la ventiduesima di Serie A

I rossoneri non riescono a superare provvisoriamente i cugini, il Napoli si avvicina. Ok Juventus, Roma e Lazio

Musso si distende a para: Atalanta e Inter impattano sullo 0-0

Musso si distende a para: Atalanta e Inter impattano sullo 0-0 (© Atalanta B.C.)

Terza giornata del 2022 con belle partite e risultati a sorpresa. Nelle posizioni di vertice a gioire è solo il Napoli.

Inter e Atalanta: uno spot per il calcio italiano

Diceva Gianni Brera che “0-0 è la partita perfetta“. Probabilmente il giornalista lombardo sarebbe stato contento di vedere Atalanta e Inter. Un pareggio quasi casuale: per prestazione e occasioni, avrebbero potuto vincere entrambe. L’intensità ed il ritmo della Dea contro la qualità e la manovra della Beneamata: una somma di valori che ha portato lo 0-0 più bello degli ultimi anni, garantito soprattutto dai due portieri. Le prodezze di Handanovic e Musso hanno impreziosito la sfida tra le più belle squadre di questo campionato: uno spot migliore per il calcio italiano non poteva esserci, uno spettacolo riconosciuto anche dagli avversari.

Per Simone Inzaghi si ferma la striscia di 8 vittorie consecutive ma senza troppo disperarsi: a Bergamo un pareggio è spesso un punto guadagnato, soprattutto dopo i 120 minuti di Supercoppa. Inoltre la vetta è salva con lo stop inaspettato del Milan. Per Gasperini è l’ennesima buona prestazione (anche se in casa ha balbettato molto di più), viste le assenze di Zapata, Gosens, Malinovskyi, Toloi, Maehle, Hateboer e Ilicic. Quarto posto conservato, con un punto sulla Juventus e una partita ancora da recuperare.

Milan beffato e rabbioso, il Napoli accorcia

Seppur con una partita in più, il Milan poteva approfittarne e superare l’Inter. Invece uno Spezia di carattere e con un pizzico di fortuna espugna San Siro. Il Diavolo può recriminare per il finale di partita, ma dopo un’ora di gioco e tante occasioni il tabellino recitava solamente 1-0. Non è bastato uno scatenato Refael Leao, autentico protagonista nel primo tempo e autore del gol del vantaggio. L’errore dal dischetto di Theo Hernandez e le parate di Provedel hanno consentito ai liguri di sperare nel colpaccio, arrivato dalla panchina con Agudelo e Kovalenko, che ha servito a Gyasi il pallone del 2-1 a tempo scaduto. Milan che è sì calato nel finale ma che può legittimamente contestare le decisioni arbitrali, con Serra che al 91′ ferma il gioco per un fallo su Rebic non rendendosi conto dell’imminente gol di Messias. Una topica che consente a Thiago Motta di realizzare un’altra impresa: dopo Napoli, il suo Spezia vince anche a Milano ed allunga sulla zona retrocessione, per il Milan il sorpasso mancato brucia come non mai. E il Napoli è lì.

Due punti più sotto, due gol di Lozano permettono a Spalletti di archiviare la pratica Bologna al Dall’Ara. Il messicano sblocca il match al 20′ con un sinistro chirurgico, poi ad inizio ripresa scarta Skorupski e raddoppia per un match sostanzialmente sempre in controllo. In mezzo il palo di Fabian Ruiz e il rientro in campo di Osihmen, che ha avuto 23 minuti e una buona opportunità per tastare la condizione dopo 57 giorni fuori dal campo. Napoli a -4 dall’Inter e a +4 sull’Atalanta.

Ok Juventus, Lazio, Roma e Fiorentina

Se delle prime quattro solo una ha vinto, alla loro spalle vincono tutte. In particolare la Juventus, che si porta a un punto dall’Atalanta seppur con una patita in più. Basta un gol per tempo contro l’Udinese: si direbbe una vittoria tranquilla se non fosse per l’esultanza enigmatica di Dybala, al centro di un rinnovo sempre più complesso. L’argentino, considerata l’assenza di Chiesa per il resto della stagione, è l’unica vera fonte di luce della squadra e avere in casa una situazione così esplosiva può complicare ulteriormente le cose. Allegri può però vedere positivamente il momento di McKennie – al secondo gol (di testa) in 4 giorni – e De Sciglio, che mette a referto un altro assist per l’americano.

Vittorie agevoli, fin troppo, per Fiorentina e Lazio. Sia i viola che i biancocelesti passeggiano sui resti di Genoa e Salernitana, in grande difficoltà e già con lo spettro della retrocessione. La Fiorentina rifila addirittura 6 gol al Grifone, mostrando tutto l’arsenale in possesso di Italiano. Vlahovic, che timbra ancora il cartellino nonostante l’errore dal dischetto, la doppietta di Biraghi su calcio di punizione e soprattutto un gioco corale e propositivo. Discorso simile per la squadra di Sarri, che mette in mostra sprazzi della propria filosofia calcistica. Il tutto agevolato da grandi interpreti come Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Immobile, arrivato a quota 17 reti in Serie A come il serbo della Viola.

A quota 35 anche la Roma, vincente in casa contro il Cagliari, ma facendo più fatica. Mourinho, dopo un punto nelle ultime tre partite, ritrova il successo soprattutto grazie ai connazionali. Decisivi il rigore dell’ultimo arrivato Sergio Oliveira, che si procura e realizza il vantaggio, e le parate di Rui Patricio, che protegge la porta con un riflesso superbo su Joao Pedro. Nota negativa l’infortunio nel riscaldamento di Pellegrini e l’incapacità di chiudere prima il match.

Centrogruppo: per Genoa e Salernitana è durissima

Nella parte destra della classifica il colpaccio è dello Spezia, che dopo oltre 100 anni vince in casa del Milan, credendoci fino all’ultimo, con il contropiede a tempo scaduto iniziato da Kovalenko e finalizzato da Gyasi. Spezzini a +6 sulla zona rossa, occupata dal Cagliari, che a Roma dimostra di essere mentalmente in corsa, a differenza di Genoa e Salernitana. Pesantissimo il passivo rimediato a Firenze, mentre per la squadra campana occorre recuperare al più presto elementi di valore. Non si fanno male Empoli e Venezia (1-1), mentre pioggia di gol tra Sassuolo e Verona, con i gialloblù che espugnano Reggio Emilia con un super Barak, autore di una tripletta

Ci Piace e Non Ci Piace: Cristiano Biraghi e le genovesi nel caos

I numeri di Immobile e Vlahovic sono pesanti, da rimarcare la tripletta di Barak, ma il premio di migliore va a Cristiano Biraghi, che dopo il gol in Coppa Italia con il Napoli mette a segno una doppietta. Due capolavori su punizione, uno per tempo, uno sul palo del portiere, uno su quello lontano. Una rarità che non si vedeva da più di quattro anni in Serie A.

Premio Flop alle genovesi, in crisi di risultati e non solo. La Sampdoria viene sconfitta a domicilio dal Torino ed esonera, con quasi “un mese di ritardo”, il tecnico D’Aversa. A Giampaolo il compito di portare i blucerchiati verso una salvezza tranquilla. Salvezza che sembra in questo momento un’utopia nell’altra sponda di Genova, dove i rossoblù escono con le ossa rotta dalla trasferta di Firenze ma soprattutto confermano la tendenza ad usare le “panchine girevoli”, nonostante il cambio di proprietà. L’esonero di Ballardini per Shevchenko, che firma un triennale. Poi l’ucraino non migliora i risultati del predecessore ed ecco l’esonero, con un contratto però che peserà nelle casse genoane. Dalle parti della Lanterna regna il caos.

Lascia un commento