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Pari nel Derby: Roma-Lazio termina 2-2

La Lazio va in vantaggio di due gol, Totti la riprende con una doppietta

Bel pareggio tra Roma e Lazio in un derby pieno di emozioni. Inizia meglio la squadra di Pioli, portando subito un pressing alto e giocando con un’aggressività che spiazza i giallorossi. Ci provano prima Candreva da fuori area mettendo la palla di poco a lato, poi Parolo che va alla conclusione da 25 metri e trova la risposta di De Sanctis che blocca a terra.

La Roma soffre, non riesce a fare il suo gioco e perde tantissimi palloni. Ed è proprio su una di queste palle perse che la Lazio trova il vantaggio al ‘25: Nainggolan perde palla sul pressing di Felipe Anderson a centrocampo, il brasiliano corre sulla sinistra e scodella in area per Mauri che davanti a De Sanctis non sbaglia. I giallorossi accusano il colpo e la Lazio è padrona del campo.

Quattro minuti dopo la Lazio raddoppia. Mauri restituisce l’assist a Felipe Anderson liberandolo fuori area con un colpo di tacco e il brasiliano fa partire un bel rasoterra angolato da 22 metri che batte il portiere giallorosso. La Roma è incapace di reagire e chiude il primo tempo senza aver mai tirato in porta.

Negli spogliatoi Garcia prova a cambiare la sua squadra ed effettua due sostituzioni. Fuori Florenzi e Nainggolan, dentro Ljajic e Strootman. I giallorossi entrano in campo col piglio giusto, e dopo appena tre minuti accorciano le distanze. Strootman si rivela il cambio azzeccato e serve Totti con un gran passaggio dal vertice sinistro dell’area e il capitano batte Marchetti con un preciso diagonale di destro.

Adesso la Roma c’è e attacca decisamente meglio rispetto al primo tempo. Iturbe esplode un gran tiro da 30 metri e Marchetti devia in calcio d’angolo. Poi è Cholevas a provare il tiro sugli sviluppi di un corner per i giallorossi, ma il suo destro si spegne debolmente a lato. Al ’59 la Lazio ha l’opportunità di chiudere la partita: Basta mette un cross basso dalla destra e Mauri anticipa Manolas, il suo destro colpisce il palo alla sinistra di De Sanctis, ormai battuto.

Al ’63 arriva il pari. La Roma insiste sulla sinistra e Cholevas mette un cross morbido sul secondo palo, arriva Totti in acrobazia e col destro al volo trafigge Marchetti con un altro diagonale perfetto. È un grandissimo gol, e il capitano lo festeggia facendosi un selfie sotto la curva Sud. Pioli fa uscire Felipe Andreson e Djordjevic per Onazi e Klose, passando dal 4-2-3-1 iniziale a un più prudente 4-3-3. Nella mezz’ora finale le squadre sono più lunghe e, complice anche un fisiologico calo fisico, si aprono gli spazi per gli attacchi di entrambe le squadre.

De Vrij si fa male al ’75 e viene sostituito da Cavanda, cinque minuti più tardi uno stremato Iturbe chiede il cambio e al suo posto entra Destro. Al ’90 la Lazio ha la palla che può decidere il match. Dopo una mischia in area giallorossa il pallone arriva sui piedi di Klose, che tira a botta sicura da pochi passi, ma De Sanctis compie un miracolo e salva il pareggio.

I migliori nella Lazio sono Felipe Anderson e Mauri, per la Roma Totti e Cholevas. Pioli può ritenersi certamente soddisfatto del primo tempo, ma può rimproverare ai suoi di non essere riusciti a difendere il doppio vantaggio, proprio come a San Siro pochi giorni fa, quando la Lazio in vantaggio di due gol si era fatta rimontare e aveva pareggiato 2-2 con L’Inter. 

Garcia, sull’altra panchina, sarà invece contento della reazione dei suoi uomini nel secondo tempo, ma si starà chiedendo come mai la sua squadra è praticamente entrata in campo solo nella ripresa, regalando i primi ’45 alla Lazio.

È stato un Derby emozionante, con tanti gol, combattuto duramente da entrambe le squadre, come testimoniano i tanti cartellini gialli tirati fuori dall’arbitro Orsato. Suggestive anche le coreografie esposte dalle due tifoserie. La curva Sud espone 11 gigantografie di giocatori storici della Roma, da Totti a Di Bartolomei, da De Rossi a Amadei, e la scritta “Figli di Roma, capitani e bandiere, questo il mio vanto che non potrai mai avere”. La Nord risponde con un disegno di Caronte che “seppellisce” simbolicamente le anime dei tifosi della Roma accompagnato dal verso di Dante “Non isperate mai veder lo cielo: i' vegno per menarvi a l'altra riva”.

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