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Palmira rinasce al Colosseo, ricostruite opere distrutte Isis

Dal 6 ottobre al Colosseo la mostra presenterà ricostruzioni in scala 1:1 di tre manufatti distrutti o danneggiati dal terrorismo

 "Dimostrare la fattibilità delle ricostruzioni" del patrimonio culturale colpito dalla "furia iconoclasta" del terrorismo e "preparare il terreno alle ricostruzioni reali". E' questo il senso della mostra ''Rinascere dalle distruzioni –  Ebla, Nimrud, Palmira'' che dal 6 ottobre al Colosseo presenterà ricostruzioni in scala 1:1 di tre manufatti distrutti o danneggiati dal terrorismo: il Toro di Nimrud, la Sala dell'Archivio di Stato di Ebla e il soffitto del Tempio di Bel a Palmira.

La mostra, che ha ricevuto il patrocinio dell'Unesco, è ideata, promossa e curata dall'associazione Incontro di Civiltà, guidata da Francesco Rutelli, e sarà inaugurata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme al ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini. "Si tratta di qualcosa che non avete mai visto – ha detto Rutelli presentando l'iniziativa nella sede della stampa estera, a Roma – ricostruzioni di manufatti colpiti dall'ondata tragica di iconoclastia, ovvero la recente distruzione del patrimonio culturale.

Dopo due anni di lavoro, abbiamo deciso che i manufatti simbolo di alcune grandi civiltà dovessero essere ricostruiti per essere mostrati al pubblico".
 Per ricostruire i manufatti, realizzati da tre aziende italiane, sono state usate tecnologie innovative, tra cui anche stampanti 3D. "Siamo di fronte a una ricostruzione auspicabilmente perfetta – ha detto Rutelli – che permetterà, quando si deciderà di ricostruire, di farlo anche rapidamente. Mettiamo in campo il nostro impegno perché quando si potrà ricostruire, non si dovrà partire da zero.

E con questa mostra il Colosseo sarà il luogo simbolico a livello mondiale per dire che c'è una comunità pronta a mettersi al servizio della ricostruzione". In via dell'Umiltà, anche il Soprintendente per il Colosseo, Francesco Prosperetti, che "dall'inizio ha colto l'importanza eccezionale di questa iniziativa", ha detto Rutelli, Emmanuele Emanuele, presidente della fondazione Terzo pilastro che ha sostenuto economicamente il progetto, e Paolo Matthiae, l'archeologo che ha presieduto il comitato scientifico.

''Rinascere dalle distruzioni – Ebla, Nimrud, Palmira'' sarà aperta al pubblico dal 7 ottobre fino all'11 dicembre, poi "andremo a Bruxelles e anche altre nazioni hanno chiesto l'esposizione", ha detto Rutelli a margine della presentazione. Le ricostruzioni permetteranno ai visitatori di osservare e conoscere opere di cui oggi non è più possibile fruire, a partire dal Toro androcefalo alato dell'antica città di Nimrud, distrutto dall'Isis nel marzo del 2015 e ora ''risorto'' grazie all ditta Nicola Salvioli.

E poi Palmira, simbolo della furia dei terroristi, di cui al Colosseo verrà presentata la riproduzione di parte del soffitto del Tempio di Bel, distrutto nell'agosto del 2015, realizzata da Tryeco 2.0. Infine, un sito esistente "ma a rischio di distruzione e di scavi clandestini e inaccessibile": l'Archivio di Stato di Ebla del 2300 avanti Cristo, la cui civiltà è stata portata alla luce proprio da Paolo Matthiae.

L'Archivio rappresenta "un ritrovamento di importanza rivoluzionaria che si inserisce tra le massime scoperte della civiltà della scrittura". Per la mostra è stata la società Arte idea a realizzarne la riproduzione. E se la ricostruzione delle opere distrutte o danneggiate "non è un'opzione per i Paesi che aderiscono all'Unesco, ma un dovere etico", per Matthiae è tuttavia "fondamentale che questo avvenga nel pieno rispetto della sovranità degli Stati in cui si trovano le opere, sotto il coordinamento e la supervisione dell'Unesco e con la più ampia collaborazione internazionale", ha tenuto a dire l'archeologo.

La mostra troverà spazio al secondo anello del Colosseo ed è promossa e realizzata dalla Soprintendenza speciale guidata da Francesco Prosperetti: "Abbiamo aderito a questa iniziativa in un'ottica di speranza – ha detto – confidando che la mostra possa essere un potente stimolo a considerare possibile la ricostruzione di antichi monumenti e soprattutto la rinascita di interi Paesi". Del resto, ha ricordato Prosperetti, "così come per l'Abbazia di Montecassino, Varsavia o Dresda, la rinascita di luoghi rappresenta non soltanto una riappropriazione, ma anche il simbolo della proiezione verso il futuro".

E allora per i promotori della mostra – a cui Sky Arte Hd dedicherà un documentario – il futuro dei luoghi colpiti da guerre e terrorismo può partire dal Colosseo. E dalla Capitale: "Esiste uno spirito di Roma nel tempo – ha detto infine Rutelli – Qui sono nati grandi strumenti di dialogo internazionale. Ed è qui che il Governo italiano ha proposto la nascita dei Caschi blu della cultura – ha ricordato – Oggi siamo qui per avviare un processo per fare in modo che si operi per le ricostruzioni. E questa mostra al Colosseo credo possa dire molto".

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