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Roma Ostia: “Ogni ingresso deve essere pubblico 365 giorni all’anno”

Come ausiliari della legalità faremo sopralluoghi continui per valutare se gli stabilimenti rispettano le nuove regole

Paolo Izzo, dei Radicali Roma, e Franco Giacomelli, dell’associazione Mare Libero tuonano contro quello che definiscono “un balletto indegno”, usando la definizione che prima di loro aveva utilizzato il Commissario del X Municipio Alfonso Sabella e aggiungono: «Sull’apertura dei varchi pubblici a Ostia, fra amministrazione municipale, concessionari, Tar e Consiglio di Stato, prosegue una sorta di  “balletto indegno” e si conferma quello che i cittadini e i Radicali diciamo da tempo e su cui stiamo infatti concentrando le nostre iniziative: i varchi pubblici sono un falso problema e addirittura un alibi, poiché ogni ingresso al litorale deve essere pubblico come previsto dalla legge, proprio a partire da quelli già esistenti e in concessione, 365 giorni all’anno e 24 ore al giorno. A questo si aggiunge la recente dichiarazione degli agenti di polizia municipale del gruppo X Mare, che non riuscirebbero a garantire un Piano Estate – che neanche è stato ancora previsto – per la cronica carenza di organico e per il trasferimento delle loro risorse in altri quartieri (ben 4 pattuglie al giorno sarebbero richiamate da Ostia a Roma centro). Ciò premesso, mentre il nostro impegno principale resta quello di ricorrere proprio avverso l’impropria distinzione tra varchi pubblici e varchi privati della ordinanza n. 89 del Sindaco (24.4.2015), nonché di trovare le risorse necessarie per farlo (domenica, per questo, saremo di nuovo al pontile di Ostia dalle 14 alle 20), ci corre l’obbligo di compiere anche un lavoro volontario settimanale come “ausiliari della legalità”.

Insieme ai cittadini e alle associazioni, effettueremo sopralluoghi costanti per valutare se gli stabilimenti e le spiagge libere attrezzate operano nel rispetto delle normative e delle parti “buone” dell’ordinanza del Sindaco, compilando apposite schede e, ove necessario, producendo documentazione video-fotografica (come già accaduto negli anni passati con le nostre videoinchieste). Il tutto sarà settimanalmente trasmesso alle autorità competenti, affinché intervengano per ripristinare il diritto di tutti alla balneazione e la legalità nella “gestione” del mare di Roma». 

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