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Olio d’oliva, buttarlo nel lavello così crea danni irreparabili: non dimenticare come smaltirlo

oli esausti - depositphotos.com - romait.it

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Oli esausti: un pericolo nascosto per l’ambiente e come gestirlo correttamente

Oggi più che mai, è fondamentale prestare attenzione all’ambiente e comprendere come le nostre azioni quotidiane possano influire sull’inquinamento e sulla crisi climatica. Piccoli gesti, come il corretto smaltimento dei rifiuti domestici, possono fare una grande differenza. Uno degli aspetti meno noti ma estremamente importanti è la gestione degli oli esausti, sostanze che se non trattate adeguatamente, possono avere un impatto devastante sull’ambiente.

Gli oli esausti sono residui oleosi di origine industriale o domestica, come l’olio del motore o i residui di olio dopo aver fritto in cucina. Questi oli sono altamente inquinanti se sversati direttamente nel terreno o nelle condutture, poiché la loro combustione incontrollata produce sostanze tossiche che respiriamo. Quando entrano in contatto con l’acqua, questi oli riducono la quantità di ossigeno disponibile per la flora e la fauna acquatica, causando gravi danni agli ecosistemi.

Per questo motivo è necessario procedere a una raccolta specifica degli oli esausti, puntando a recuperarli tramite la raccolta differenziata. Il riciclaggio degli oli esausti è un settore specifico del riciclaggio dei rifiuti e consiste in un insieme di operazioni che permettono di ottenere oli rigenerati da reimmettere nel mercato. Gli oli esausti immessi in natura provocano ingenti danni ambientali, ma possono essere raccolti presso isole ecologiche o ditte specializzate, permettendo di produrre lubrificanti, biodiesel, tensioattivi e saponi.

Il danno irreparabile che tendiamo a sottovalutare

In Italia, si stima una produzione di circa 280 mila tonnellate di rifiuti ogni anno, senza contare gli oli esausti provenienti dalla ristorazione, che ammontano a circa 60 mila tonnellate annue. Ogni italiano produce mediamente più di 4 litri di olio esausto all’anno. Smaltire questi oli nel modo sbagliato, ad esempio versandoli nel lavandino della cucina o nello scarico del wc, può causare gravi danni all’ambiente poiché l’olio non è biodegradabile. Esistono procedure specifiche per smaltirlo correttamente, valide sia per i cittadini che per le aziende. Lo sversamento di oli esausti nel terreno è estremamente dannoso. Quando questi oli vengono dispersi nel sottosuolo, formano un film sottilissimo attorno alle particelle di terra, creando una barriera che impedisce l’assunzione delle sostanze nutritive da parte delle radici delle piante. Se gettati in mare, formano una patina che blocca il passaggio dei raggi solari, danneggiando l’ecosistema marino. L’olio esausto a contatto con le falde acquifere può rendere non potabili decine e decine di litri di acqua, impedendone l’ossigenazione.

Fortunatamente l’olio esausto può essere riciclato. Attraverso il lavoro di aziende specializzate, può essere trasformato in lubrificanti, inchiostri, oli per macchine agricole e perfino candele. Una volta entrato nel processo di smaltimento, l’olio esausto viene trattato, ripulito e rigenerato per essere reimmesso nel mercato sotto forma di nuovi prodotti. Il riciclo degli oli esausti non solo riduce l’inquinamento ma permette anche di recuperare buona parte degli scarti per un nuovo utilizzo industriale. Il processo di recupero, però, è complesso e richiede il rispetto di una normativa dettagliata. In base alle caratteristiche dell’olio, il prodotto può essere sottoposto a tre tipi di processi: rigenerazione, combustione e termodistruzione. Per smaltire correttamente l’olio esausto, è fondamentale depositarlo in appositi contenitori e consegnarlo alle aziende raccoglitrici autorizzate, come quelle iscritte al Conoe, ovvero Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, o al Conou, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati. Questi consorzi controllano e monitorano la filiera degli oli e grassi esausti ai fini ambientali, riducendo progressivamente la dispersione del rifiuto.

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Smaltire correttamente gli oli esausti – (Fonte: depositphotos.com) – romait.it

I consigli pratici

Per smaltire l’olio esausto nel modo corretto, basta seguire questi semplici passi:

  • utilizzare un contenitore adatto, di latta o plastica, per recuperare l’olio esausto;
  • attendere che l’olio si raffreddi prima di versarlo nel contenitore;
  • portare gratuitamente i contenitori pieni nelle isole ecologiche più vicine;
  • verificare se i distributori di benzina e i supermercati della tua zona provvedono al ritiro gratuito dell’olio esausto.

Dunque smaltire correttamente l’olio esausto è essenziale per tutelare la salute pubblica e l’ambiente. Con l’impegno di tutti si può trasformare un rifiuto pericoloso in una risorsa preziosa.