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Occupazione piazza Indipendenza, gli sgomberi non esistono

Da un anno 600 eritrei occupano un stabile nel cuore di Roma con il benestare del Comune

A Roma dietro la centralissima stazione Termini, in quella che una volta era l'ex sede Ispra (Agenzia per la protezone dell'ambiente), sorge uno dei più grandi centri d'accoglienza improvvisato dai movimenti antagonisti, uno stabile di otto piani occupato nel novembre 2013, quando il coordinamento di Lotta per la Casa lanciò lo "Tsunami tour" – una serie di insediamenti simultanei in tutta l'area metropolitana.

I rifugiati che forzarono le serrature e sfondarono i cancelli del palazzo di piazza Indipendenza provengono tutti dall'Eritrea, sbarcati a Lampedusa nell'estate dello scorso anno. Dopo essersi dichiarati rifugiati politici riuscirono nell'arco di pochi mesi a trovare da sé una degna sistemazione, accampandosi in quegli edifici che l'ironia della sorte vuole fossero un tempo  gli uffici per la tutela ambientale.

L'occupazione selvaggia sembra essere una strategia vincente, soprattutto per superare la  lunga fila nelle graduatorie per gli alloggi popolari. E gli italiani risultano essere gli unici ancora rimasti ad attendere una sistemazione.

Dopo aver lasciato per scadenza dei termini i centri di accoglienza (Cie), i richiedenti asilo si sono autorganizzati: spalleggiati dalla rete antagonista romana  hanno attuato una serie di occupazioni abusive di immobili. Quella dell'Ispra é solo la più eclatante per il numero di persone che vede coinvolte (600 cittadini eritrei accertati), ma nel quadrante di Roma centro è un fiorire di insediamenti. Vicino al Policlinico vivono soprattutto marocchini; c'è un altro palazzone, ancora più grande di via Curtatone: ex sede Inpdap, un colosso di cemento da settantottomila metri cubi;  in via Santa Croce in Gerusalemme 55, gli occupanti sono misti italiani e stranieri.

Dall'Assessorato alle Politiche Sociali del II Municipio  fanno sapere che "si rende necessario avviare presto una ricognizione delle condizioni sanitarie degli ospiti per capire anche la loro effettiva condizione giuridica e poi percorsi d'inserimento di una situazione che non risulta dignitosa né per gli occupanti né per il quartiere stesso". In molti tra i cittadini si domandano se queste  contromisure adottate siano sufficientemente adeguate ad arginare il dilagante fenomeno dell'illegalità, proprio in un momento in cui l'immigrazione sembra aver raggiunto quote record nel nostro Paese. Citando i dati Frontex, nei primi 4 mesi del 2014  i flussi migratori in Italia sono aumentati dell'823% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Da gennaio ad aprile 2014 si sono registrati 25650 arrivi in Sicilia e 660 in Puglia e Calabria. In Europa da gennaio ad aprile sono stati localizzati circa 42.000 migranti, il triplo rispetto ai 12.400 dello stesso periodo del 2013.

Davanti alla drammaticità dei dati statistici, quello che la cittadinanza locale chiede  alle Istituzioni, è l'adozione nell'immediato di provvedimenti adeguati all'esponenziale crescita dei problemi derivanti dall'immigrazione clandestina.

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