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Nuovo Decreto Sicurezza: stretta per spaccio e risse e più protezione per migranti

Il nuovo Decreto Legge Sicurezza inasprisce le pene per chi spaccia, per chi partecipa a risse, allarga i criteri per soggiorno stranieri

palazzo chigi

Palazzo Chigi

Il Governo ha varato il nuovo Decreto Legge Sicurezza. Cambiano al suo interno le regole relative alla protezione dei migranti, ma anche Daspo per spacciatori e per coloro che hanno partecipato a una rissa.

Nuovo Decreto Legge Sicurezza: estensione protezione migranti

Verrà dunque estesa la protezione speciale per i migranti. Sarà concesso un permesso di protezione se il rimpatrio per lo straniero comportasse la tortura o trattamenti degradanti nel suo paese. Si aggiungono poi altri requisiti per richiedere permessi di soggiorno: calamità, residenza elettiva, attività sportiva, lavoro artistico, motivi religiosi, assistenza a minori.

La Bellanova ha così commentato: “abbiamo messo fine all’inciviltà dei Decreti in-sicurezza di Matteo Salvini ripristinando condizioni di civiltà giuridica e giustizia sociale. Chiudiamo una pagina buia che aveva rigettato nell’ombra e nell’invisibilità migliaia di uomini e donne. Essi erano stati trasformati da una norma sbagliata e malvagia in clandestini.

I decreti di Salvini li avevano privati, insieme all’identità, di quegli strumenti di integrazione e inclusione propri di un paese civile capace di discernere e di costruire percorsi efficienti ed efficaci di legalità e integrazione a tutto vantaggio della sicurezza dei cittadini

Daspo per risse e spaccio e novità in carcere

Pene più severe per chi ha partecipato a una rissa. Se uno dei coinvolti riporterà lesioni la pena sarà la reclusione dai sei mesi ai sei anni per ogni partecipante.

Vine introdotto il daspo cioè il divieto di accedere a un locale pubblico, per chi abbia su di se una denuncia per vendita o cessione di droga. Pena la reclusione da sei mesi a due anni e una multa fino a 20mila euro.

Viene introdotta poi una fattispecie che vieta di fornire ad un detenuto un telefono cellulare. La sanzione in caso di trasgressione varrà sia per il detenuto che lo riceve sia per colui che gli fornisce il dispositivo.

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