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Nozze gay, il sindaco Marino firma un ricorso al Tar

Un ricorso insieme alle coppie che hanno visto trascrivere le loro nozze. Marino: “Nessun pericolo per ordine pubblico”

"Ieri sera dopo le 22 ho firmato il ricorso al Tar che sarà presentato a breve". A comunicarlo è il sindaco di Roma Ignazio Marino, in merito all'ordine del prefetto Pecoraro di cancellare la trascrizione delle nozze gay nella Capitale.

"Alcune coppie – spiega Marino –  hanno fatto ricorso al Tar e noi lo presenteremo sia insieme a loro che indipendentemente. In questo modo vogliamo comprendere se effettivamente le indicazioni date dal ministro dell''Interno al prefetto abbiano un valore giuridico oppure possano essere ignorate, come molti sindaci ritengono, a partire dal sottoscritto".

Sembra che il punto di riferimento per annullare la trascrizione delle nozze sia "una legge del '95 che indica un pericolo per l'ordine pubblico nella trascrizione di matrimoni celebrati all'estero" – spiega ancora Marino, che però commenta: "Noi riteniamo che questo pericolo non ci sia. Aspettiamo fiduciosi la valutazione del tribunale amministrativo".

ROMA CAPITALE CONTRO IL PREFETTO. Secondo quanto sostenuto nel ricorso, il decreto del Prefetto che chiede di annullare le trascrizioni è "stato assunto in carenza assoluta di potere e risulta comunque viziato da incompetenza, nonché da eccesso di potere sotto varie figure sintomatiche". Quindi, viene definito "nullo, illegittimo ed errato".

Roma Capitale, infatti, contesta che "la normativa vigente non attribuisce in capo al Prefetto stesso alcun potere di intervenire sugli atti di stato civile né, per derivazione, di ordinare l'annullamento delle trascrizioni. Nel caso specifico, infatti, né allo stesso sindaco è dato intervenire, ma solo – ciò è detto esplicitamente dalla normativa – al Tribunale".

In una nota in cui si illustrano le ragioni del ricorso, si legge anche che il sindaco di Roma Capitale, nella fattispecie Marino, "non ha celebrato l'unione, non ha attribuito diritti né imposto doveri agli interessati, ma si è imitato a conferire pubblicità-notizia ad un evento, giuridicamente rilevante, verificatosi prima (rispetto al 18 ottobre) ed altrove (in altri Stati) nel rispetto dello statuto di Roma Capitale, che impone il divieto di qualsiasi forma di discriminazione, degli ordinamenti dei Paesi in cui il matrimonio è stato contratto, nonché dalle carte sovranazionali recepite dal nostro ordinamento". 

*Ultimo aggiornamento ore 15:57

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