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Nozze gay, esposto del centrodestra contro le trascrizioni a Roma

L’opposizione capitolina accusa Marino: decisione di trascrivere è incostituzionale. E presenta un esposto al prefetto

I rappresentanti di parte delle forze di opposizione in Assemblea Capitolina, precisamente l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (Fdi-An), il vicepresidente dell'Assemblea capitolina, Giordano Tredicine, i capigruppo di Forza Italia, Giovanni Quarzo, e di Fdi-An, Fabrizio Ghera, e il consigliere del Ncd, Lavinia Mennuni, hanno presentato stamane in Prefettura un esposto con cui si chiede al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, di «inibire al sindaco di Roma di trascrivere, arbitrariamente e in contrasto a ogni normativa vigente, i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero, non conformi all'ordinamento italiano, nei registri di Roma Capitale».

Il testo dell’esposto richiama la circolare emanata il 7 ottobre scorso dal Ministro dell’interno Angelino Alfano, la quale invitava i prefetti a far ritirare le disposizioni dei sindaci che hanno provveduto o che intendono provvedere a registrare le unioni di coppie omosessuali contratte all’estero, in quanto non conformi con l’ordinamento italiano, prevedendo peraltro l’annullamento d’ufficio di tali atti, illegittimamente adottati, in caso di inerzia delle istituzioni a provvedere in tal senso.

Questa è dunque la risposta di parte dell’opposizione dell’Assemblea Capitolina all’annuncio del sindaco di Roma Ignazio Marino di voler procedere il prossimo sabato, 18 ottobre, con la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero da alcune coppie gay, che proprio al sindaco di Roma hanno richiesto espressamente la trascrizione di questi atti in Campidoglio.

Secondo l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno si tratta di «un atto assolutamente non conforme all’ordinamento italiano sul quale chiediamo la massima attenzione da parte delle autorità preposte». Mentre i firmatari dell’esposto rilanciano affermando che l’atteggiamento di Marino «rappresenta un pericolo per il rispetto dell'ordine costituzionale, degli organi istituzionali e della legge dello Stato», con «effetto grave di disorientamento dei residenti non solo di Roma Capitale ma di tutta la nazione che essa stessa rappresenta». 

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