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Napoli, il sogno è realtà: è campione d’Italia!

Con il pareggio ottenuto a Udine la squadra di Spalletti ha vinto lo Scudetto per la terza volta nella propria storia

Giacomo Raspadori con la sciarpa del Napoli Campione d'Italia

Giacomo Raspadori con la sciarpa del Napoli Campione d'Italia (© Official SSC Napoli Facebook Page)

Dopo il pareggio di Udine, è arrivata la tanto agognata matematica con cinque giornate di anticipo: il Napoli è campione d’Italia per la terza volta nella propria storia.

La città partenopea torna a festeggiare dopo i titoli delle stagioni 1986/1987 e 1989/1990, quelle contraddistinte dalla leadership tecnica e carismatica di Diego Armando Maradona, nel frattempo diventato il nome dello stadio che ospita i match degli azzurri dopo la sua morte, il 25 novembre 2020.

33 anni di attesa cancellati da una stagione straordinaria, storica visti i record abbattuti durante la prima parte dell’anno. Un ruolino di marcia degno dei migliori rulli compressori almeno fino al mese di febbraio, quando era già chiaro che il dominio azzurro avrebbe portato allo Scudetto sul petto, dato il margine sulla concorrenza, senza un’avversaria in grado di tenere testa per gioco e continuità.

I meriti

Meriti sul campo di Luciano Spalletti, che dopo diversi piazzamenti nella sua carriera riesce a conquistare un campionato italiano con una squadra che ha giocato probabilmente il più bel calcio d’Europa insieme a poche altre, come forse solo il Manchester City di Pep Guardiola; meriti in dirigenza, con il trionfo sportivo (e personale) di Aurelio De Laurentiis dopo quasi 20 anni di presidenza e il ds Cristiano Giuntoli, che tra i tanti colpi ha scoperto il talento di Kvaratskhelia portandolo in Italia; meriti dei giocatori, con il bomber Osimhen (suo il gol della matematica) oltre al “crack” georgiano nel ruolo di trascinatori, ma anche la crescita di Lobotka in mezzo al campo, Kim che ha sostituito al meglio Koulibaly, la leadership di capitan Di Lorenzo.

Una squadra che a inizio campionato difficilmente la si vedeva come vincente, a causa di molti addii pesanti come quelli degli idoli Insigne e Mertens e di giocatori di assoluto valore come il sopracitato Koulibaly e Fabian Ruiz finiti in due big europee. Una squadra che partita dopo partita, in Italia come in Europa, ha fatto sempre più sgranare gli occhi per il gioco espresso, le giocate dei singoli e i risultati inopinabili conseguiti. Una stagione che vive di due difetti nella prematura uscita in Coppa Italia per mano della Cremonese e nei quarti di Champions contro il Milan, ma che rimarrà incancellabile nel cuore dei tifosi napoletani, che già nelle settimane scorse hanno preparato la città a festa e che adesso possono far esplodere una gioia attesa da tanto tempo.

33 anni fatti di una graduale discesa nel corso degli anni ’90 dopo l’addio di Maradona. L’inizio difficile del nuovo millennio con 6 anni di Serie B e due di C1 dopo il fallimento e la graduale risalita che l’ha resa una grande protagonista del calcio italiano nell’ultimo decennio, con la conquista di tre Coppe Italia e di una Supercoppa Italiana.