Prima pagina » Cronaca » Migranti sui barconi: “Verremmo in aereo ma avere il visto è impossibile”

Migranti sui barconi: “Verremmo in aereo ma avere il visto è impossibile”

Esiste una ragione estremamente concreta per la quale i migranti non arrivano sulle nostre coste in aereo o in maniera legale

Migranti nel Mar Mediterraneo

Perché i migranti non arrivano in aereo? Una volta atterrati potrebbero recarsi in ambasciata e registrare la loro permanenza, non servirebbero nemmeno i centri di accoglienza, potrebbero andare in un hotel economico, magari raggiungere in treno i loro parenti già inseriti nella società.

Un volo dall’aeroporto di Damasco per Roma costa meno di mille euro. Per partire da Mogadiscio e raggiungere Fiumicino servono meno di settecento euro. Se il luogo di partenza è la Libia bastano meno di 500 euro per arrivare a Roma. Dalla Turchia o dalla Tunisia ne bastano trecento.

L’arrivo in volo è il modo più veloce, sicuro, economico. E impossibile. Se nasci nella parte sbagliata del mondo non puoi raggiungere regolarmente quasi nessun Paese senza un regolare visto di entrata. Ottenere un visto regolare è praticamente impossibile per i migranti per due semplici motivi: non ci sono ambasciate in cui chiedere un visto di rifugio oppure i funzionari vieteranno il visto.

Migranti, se i passaporti non sono tutti uguali

I migranti lo sanno, la storia è vecchia come il mondo. L’Europa che chiude le frontiere e cerca di bloccare le partenze lo fa in maniera legale con la negazione dei visti di ingresso e per vie meno chiare, facendo accordi con la Guardia Costiera Libica che a sua volta fa accordi proprio con i trafficanti. E no, i trafficanti non sono quelli che arrivano alle nostre coste con i barconi, sono quelli che incassano i soldi insanguinati dei migranti restando al sicuro nelle loro ville. Quelli che arrivano qui sono la manovalanza, a volte sono migranti che non hanno abbastanza denaro per partire e si prestano a guidare le imbarcazioni.

Nascere nella parte giusta del mondo implica l’errata percezione che ottenere un passaporto sia semplice oppure che il documento abbia lo stesso valore in tutto il globo. Il sito Passport index in questo può aiutare a chiarire la vicenda.

Se nasci in Giappone, ad esempio, su 227 Paesi presi come mete di destinazione il tuo passaporto è sufficiente per andare in 199 senza bisogno di visto. Se il tuo passaporto è Afghano non puoi muoverti verso nessun Paese.

Ottenere un visto in Afghanistan senza passare per i Talebani, da cui presumibilmente stai fuggendo, è impossibile.

Il racconto di Kwasi Amankwa

Il Corriere della Sera in un interessane articolo, ha intercettato le storie di alcuni rifugiati che spiegano perché rischiare la vita attraversando illegalmente le frontiere:

Kwasi Amankwa, ghanese: “Sono stato due anni in Libia, ho lavorato a Tripoli, poi i libici mi hanno imprigionato, mi hanno torturato, mi bagnavano il corpo e mi frustavano sulla schiena. Poi sono partito con un barcone, eravamo 150 a bordo, ne sono rimasti soltanto 15, gli altri sono tutti morti, io mi sono salvato perché so nuotare”. Anche Kwasi avrebbe preferito viaggiare comodamente in aereo, ma quando sente parlare di viaggio in aereo si mette a ridere: “Per noi africani è impossibile viaggiare in aereo, i visti non li rilasciano, almeno che tu non sia ricco”.

Proviamo a immaginare che, nonostante le difficoltà estreme, un cittadino di questi Paesi decida di recarsi alle ambasciate per richiedere un visto:

Per avere un visto di entrata nel nostro Paese i migranti dovrebbero stipulare una assicurazione medica di 30 mila euro che sia valida nei Paesi dell’area Schengen necessaria a coprire le spese mediche, l’assistenza e il rimpatrio in caso di morte.

Dopo aver stipulato l’assicurazione (moltiplicate i 30 mila euro a vostro piacimento pensando a quanto siano numerose le famiglie di quelle zone), queste persone dovranno essere in grado di dimostrare che la loro permanenza in Italia sia sostenibile con i loro mezzi economici; dovranno presentare ai funzionari per esempio, il loro estratto conto bancario per sei mesi antecedenti la partenza. In Afghanistan la povertà estrema colpisce il 90% della popolazione. Infine, devono presentare una documentazione giustificativa della loro condizione professionale. Senza entrare nel merito di quanti di noi potrebbero arrivare legalmente se fossimo al loro posto e con i nostri mezzi; di fatto un migrante regolare è poco diverso da un turista benestante.

Se l’Europa chiude le frontiere i morti aumenteranno ancora

Per questo gli arrivi sono irregolari nella maggior parte dei casi. Per questo le persone lasciano le loro misere condizioni per affrontare mesi, oppure anni di viaggio a piedi fino ai confini del loro continente subendo soprusi di ogni genere, spesso proprio dalle polizie di frontiera. Arrivano sulle coste e si imbarcano rischiando la morte, loro e dei loro cari perché non ci sono alternative, perché l’Europa chiude le frontiere, si volta dall’altra parte nella convinzione che aumentare le regole di ingresso impedisca le partenze. Con l’unico risultato di spingere ancora di più verso la morte le migliaia di persone disperate che vivono nella parte sbagliata del mondo. E arricchire i trafficanti.