Prima pagina » Politica » Marino licenzia altri 78 dipendenti di Roma Capitale

Marino licenzia altri 78 dipendenti di Roma Capitale

I 78 ex vigilantes occupano la sede di Risorse per Roma: “Non ce ne andiamo senza un accordo per la riallocazione”

La scure dell'amministrazione Marino si è abbattuta di nuovo sui dipendenti pubblici di Roma Capitale. A farne le spese questa volta sono i 78 dipendenti della società Risorse per Roma S.p.a., che tra trenta giorni rischiano il licenziamento se non verrà raggiunto un accordo tra il Comune e le parti sulla riallocazione delle risorse.
 
Per questo i 78, tutti ex vigilantes impiegati nel controllo della sicurezza di 8 campi rom della Capitale, hanno occupato da ieri sera la sede di Risorse per Roma di piazzale degli Archivi all'Eur, e promettono di non muoversi di lì finchè non sarà raggiunto un accordo con il nuovo amministratore delegato di Risorse per Roma, Massimo Bartoli, proprio sulla riallocazione delle unità di personale a rischio licenziamento.

Per entrare nella sede della società capitolina passiamo tra i dipendenti di Risorse per Roma che sostano sulle gradinate antistanti il palazzo, scavalcandoli: sono duecento circa, e per oggi non possono raggiungere i propri Uffici perché l'entrata è presidiata dagli occupanti. Nonstante questo la situazione è tranquilla, e nessuno sembra esser in disaccordo con la protesta dei, si può dire, colleghi.
Entriamo e chiediamo di poter parlare con qualcuno dei lavoratori a rischio licenziamento che stanno occupando il palazzo.

Giocondo Paccapelo, rappresentante del sindacato UGL, ed ex vigilantes, ci racconta la situazione, che è sostanzialmente questa: il Comune non ha stanziato ulteriori fondi per la mansione alla quale erano addetti i 78 dipendenti di Risorse per Roma e così i lavoratori sono stati messi in mobilità e tra circa 30 giorni saranno licenziati. In realtà però, ci dice Paccapelo, basterebbe applicare la legge vigente per salvare 78 persone dalla strada. Nel caso specifico si tratta della l. 147 del 2013, che prevede, per le società a capitale interamente pubblico, che il personale venga riallocato nella stessa società ma con mansioni differenti. A questo scopo sono previsti anche corsi di aggiornamento e formazione proprio per permettere ai dipendenti di svolgere mansioni diverse. Questi corsi, peraltro, dal punto di vista economico, non sarebbero neanche a carico del Comune. E in più, pare che all'interno di Risorse per Roma vi siano già delle unità di personale mancanti, alle quali potrebbero subentrare verosimilmente i lavoratori in mobilità.

E ci sarebbe anche un'altra soluzione. Sempre stando alla legge, afferma Paccapelo dell'UGL, la riallocazione sarebbe possibile attraverso la mobilità infragruppo, vale a dire che i lavoratori a rischio verrebbero riallocati nelle altre società possedute interamente dal Comune di Roma, come ATAC, AMA, ACEA ecc.

E invece no, per ora vince la scure dei tagli. Bartoli, il nuovo amministratore delegato, insediatosi tre giorni fa, è fermo nel voler mantenere la decisione presa dal CdA uscente riguardo i 78 ex vigilantes. E se tra Comune, Regione e Cda entro un mese non vi sarà un accordo, come prevedono i rappresentanti dei sindacati, CGIL,CISL,UIL e UGL, si va verso la mobilità e il licenziamento.

È per questo che gli ex vigilantes da ieri notte stanno portando avanti un'occupazione ad oltranza fino a che non ci sarà una risposta da parte delle istituzioni a garanzia dell'occupazione.
Intanto Bartoli è stato convocato oggi in Campidoglio dal sindaco Marino per cercare una soluzione che vada nella direzione del reinserimento. Anche una parte dei lavoratori si è diretta oggi pomeriggio in Campidoglio per chiedere un incontro, mentre gli altri sono rimasti a presidiare il palazzo di Risorse per Roma che resta tuttora occupato.   

Lascia un commento