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Manageritalia: “Risvegliamo Roma puntando su competenze e qualità”

“Per recuperare il terreno perso Roma deve chiaramente puntare sul terziario” dichiara il presidente di Manageritalia Lazio Roberto Saliola

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Manageritalia Lazio ha organizzato l’incontro “La bellezza assopita di Roma. Progettualità e managerialità per la città che si risveglia” per delineare con autorevoli esponenti del mondo economico, culturale ed istituzionale le linee guida di un risveglio che non si può più rimandare.

Roma necessita di ripartire dalla qualità

Roma ha bisogno di ripartire dalla qualità. Il suo tessuto economico deve essere rinnovato e rafforzato puntando su competenze, progettualità e innovazione. È la tesi che sta alla base dell’incontro “La bellezza assopita di Roma. Progettualità e managerialità per la città che si risveglia”, organizzato da Manageritalia nell’ambito dei lavori dell’Assemblea, il 4 novembre alle 17.50 al Tempio di Adriano. L’incontro è andato in diretta streaming sui canali Facebook e Youtube dell’associazione. Autorevoli esponenti del mondo economico, culturale ed istituzionale si sono confrontati sulla situazione del tessuto economico di Roma e provincia, che negli ultimi anni ha subito un considerevole scacco, per delineare le linee guida di un “risveglio” che non si può più rimandare.

I numeri

Alcuni dati servono a fare una fotografia della situazione della Capitale a partire dal 2000 che, nei primi anni, cresce a ritmi superiori alla media nazionale dell’1% annuo. Tra il 1995 ed il 2007 Roma passa dal ventesimo al secondo posto nella graduatoria delle province italiane per PIL pro capite. La crisi interviene alla fine del primo decennio del 2000. Una congiuntura negativa che cambia radicalmente il volto economico di Roma. Il valore aggiunto pro capite cala di oltre il 10% e la produttività del lavoro perde nel decennio 2008-2017 circa 5 punti percentuali rispetto alla media italiana.

Nel 2017 (ultimo dato disponibile) il reddito imponibile dei romani diminuisce del 7,4% rispetto al 2002, quando nello stesso periodo Milano segna una sostanziale parità e Bologna e Torino una crescita superiore all’1%.
Il calo della produttività interessa tutti i principali comparti. Al contempo, però, gli occupati tra il 2007 e il 2016 aumentano di 190.000 unità (+11,8%), mentre le imprese registrate crescono di 65.177 unità (+15,5%).

Crescita imprenditoriale e occupazionale a basso valore

Più imprese, più lavoratori, ma paradossalmente meno ricchezza prodotta. La sensazione è che il sistema economico di Roma e provincia abbia sperimentato una crescita imprenditoriale e occupazionale a basso valore, con un impatto negativo sul versante della qualità del lavoro e della sua capacità di produrre reddito. Roma sembra diventare sempre più una città dei “lavoretti” e dell’impresa “per necessità”. Un sistema produttivo “polverizzato” dove la dimensione media delle imprese è sempre più piccola.

Molte grandi aziende stanno riposizionando e modificando le loro strategie di investimento, penalizzando Roma che in questa fase non gode di una buona immagine come “città d’affari”. Ma, oltre all’impatto negativo delle grandi imprese che lasciano la città, il danno più rilevante deriva dalle nuove realtà imprenditoriali che non riescono ad “attrarre”. I numeri testimoniano, infatti, una riduzione delle SpA (-13%) e un’esplosione della microimpresa in settori a basso valore aggiunto come commercio ambulante (+30%) e affittacamere (+150%).

“Roma deve puntare sul terziario”

“È chiaro – ha spiegato Roberto Saliola, presidente Manageritalia Lazio – che per recuperare il terreno perso nell’ultimo decennio su Milano e tante altre città e aree geografiche, Roma deve chiaramente puntare sul terziario. Deve farlo sfruttando al meglio i fondi del Pnrr, e altri derivanti da grandi eventi. Deve puntare soprattutto su un terziario di qualità che grazie a competenze, managerializzazione, innovazione e messa a sistema di una crescita dimensionale e/o di collaborazione tra le imprese.

È da qui che dobbiamo ripartire per passare dai lavoretti al lavoro di qualità, la cui crescita va a vantaggio di tutti. È per questo che abbiamo continuato la nostra attività sul territorio coinvolgendo personaggi di spicco a livello politico, istituzionale economico e sociale in questo dialogo su come ripartire sfruttando, moltiplicando e ampliando il raggio d’azione del buono che c’è in città e che deve trovare modo di fare sistema e contaminare tutto il sistema. Visione, managerialità, innovazione e progettazione sono i punti cardine della ripresa”.

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