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Lo stile di vita degli italiani all’estero filmato 3D

Abbiamo incontrato il regista Jordan River che ci porta ad Hollywood nell’ Italian Lifestyle. Documentario in concorso al David di Donatello

Degli italiani all’estero sappiamo che sono partiti negli anni a tutt’oggi per vivere un altro dove, portando con sé ed esprimendo le bellezze proprie italiane: creatività, capacità, fantasia e voglia di fare se messi in condizioni. In molti ambiti ci sono i famosi “cervelli in fuga”. Si sono stabiliti soprattutto in Europa e in America; lavorano e non abitano soltanto ma vivono ormai. L’idea curiosa e affascinante è stata di andar lì, dentro l’immaginario effettivo, nei fotogrammi italiani quotidiani, in un continente che richiama e che impone uno stile con un cannocchiale con lenti cristalline sono state puntate sullo stile di vita degli emigrati italiani ad Hollywood.

Ma possiamo entrare veramente nello stile di vita degli italiani? Si. Abbiamo incontrato il regista Jordan River che ci porta ad Hollywood e ci fa immergere nell’ Italian Lifestyle e ce lo propone in 3D. ll documentario lungometraggio è in concorso al 61° David di Donatello, il prestigioso premio cinematografico, che si tiene a giugno ogni anno e che vede per la prima volta un prodotto in 3D italiano. Un prodotto che amplifica l’esperienza della visione con l’alta qualità per una immersione emozionale.

Jordan River si occupa di nuove tecnologie cine-audiovisive e opera sul campo come divulgatore di tecniche audiovisive 3D con la Delta Star Pictures. Diversi sono i progetti innovativi, con molto rispetto al passato, ma allo stesso tempo con una energia indirizzata al futuro, spaziando dalle produzione di APP al Gaming, dall’audiovisivo alla ricerca scientifica e tecnologica.

Prossimamente approfondiremo anche il perché in Italia, i contenuti in 3D per il cinema e altri prodotti faticano a spiccare il volo; condivideremo le emozioni dell’attrice Cristina Parovel che ci racconta la sua esperienza di attrice triestina ad Hollywood; dell’accompagnamento in note delle immagini di Angelo Talocci, compositore poliedrico e prolifero. Cristina Parovel l’abbiamo potuta vedere ad esempio in “Un posto al sole”, Angelo Talocci lo abbiamo potuto ascoltare con le sigle ad esempio del TG2, RaiSat Premium, RaiNews24, e molti altri.

Come nasce l’idea del film documentario Hollywood Italian Lifestyle 3D?

Hollywood Italian Lifestyle 3D” è un film documentario di genere ‘lifestyle’, così come suggerisce il titolo. Abbiamo scelto questa tipologia perché volevamo esplorare e raccontare delle storie di giovani talenti italiani che vivono in USA. Esplorare il modo di vivere a volte è più significativo di quello che si è portati a credere: in esso c’è il sacrificio, l’energia, l’abilità, la creatività, le aspirazioni…

Le esperienze di cui narrate catturano l’attenzione per trovare spunto di chi vuole andare all’estero?

Abbiamo deciso di approdare alla Walk of Fame, la strada delle stelle di Hollywood.

Ascoltando le loro storie e difficoltà riscontrate, sicuramente potranno essere di riflessione non solo per chi vuole andare all’estero o puntare sull’export, ma anche per chi, per diverse ragioni, vuole vivere in Italia, poiché l’opera vuole anche sottolineare quanto il nostro paese e la nostra cultura sono valore inestimabile da apprezzare e valorizzare sempre più (e questo penso sia uno dei messaggi importanti che l’opera vuole profondere), in particolare in questo momento.

Chi sono i protagonisti?

Los Angeles, da buona città di angeli, ci ha dato immense opportunità; diversi sono i protagonisti dell’opera; tra questi, giusto per citarne alcuni: Marco Regina che lavora come character animation alla Dreamworks di Spielberg da alcuni anni, Cinzia Angelini che opera come story artist presso la famosa Illumination Entertainment, ma anche Cristina Parovel, italiana che vive e lavora come attrice a Los Angeles. Queste e tante altre storie che si disvelano lungo gli scorci più belli della metropoli americana, lungo la famosa Beverly Hills dove i ristoranti italiani sono i più ricercati per sorvolare lo skyline della Downtown fino agli imponenti Universal Studios, ma anche aspetti meno conosciuti di Los Angeles, come le Watts Towers, enormi torri costruite da un italiano emigrato nell’arco di trent’anni e oggi simbolo dell’immigrazione italiana umana, che hanno lasciato segni indelebili oltreoceano.

Quanto tempo è stato impiegato per realizzarlo?

Le riprese a Los Angeles che hanno interessato l’opera sono avvenute nell’arco di più di due settimane, anche per questioni logistiche e per la complessità di alcune scene, tra qui quelle aeree sui grattacieli della Downtown. Le riprese sono state effettuate direttamente in 3D nativo. Mentre la fase di postproduzione è avvenuta nell’arco di vari mesi, poiché si sono incrociati diversi altri progetti nello stesso periodo. Montare poi in stereoscopia è più complesso e delicato, e richiede più tempo.

Gli Italiani emigrati: Di quale parte d’Italia sono? Lavorano in settori specifici?

A Los Angeles ci sono tutti e c’è di tutto. Non c’è predominanza di una regione italiana rispetto a un’altra. Sicuramente chi approda in quell’area della California e vuole rimanerci, deve avere minimo due cose: voglia di fare e qualità professionali di primo livello. Ci sono molti calabresi, siciliani, romani.. Sul versante della gastronomia, Beverly Hills è piena di ristoranti molto frequentati dalle star, Caffè Roma è molto famoso, nel documentario c’è anche una breve intervista al titolare che racconta quando andava Alberto Sordi e ordinava gli spaghetti alla checca.

Cosa può aspettarsi lo spettatore?

Tutti amano la cultura italiana e dopo alcuni anni che si vive in USA, se da una parte si aumenta il benessere economico dall’altra si accumulano tristezza e nostalgia della propria terra. Nell’opera ci sono anche due importanti interventi: quello di Angelo Bocchi, direttore dell’ICE di Los Angeles che ci ha accolti presso gli uffici a Studio City, e quello a Roma di Roberto Cicutto, presidente e AD di LuceCinecittà. Entrambi sono molto interessanti perché illustrano, anche sul piano istituzionale, i due mondi; il direttore dell’ICE ha fornito molti dati interessanti perché anche se Los Angeles è considerata una ‘entertainment city’, ci sono anche attività e occupazioni dei settori meno immaginabili. Cicutto, che con LuceCinecittà collabora alla promozione del cinema italiano all’estero, ha invece illustrato le ‘linee guida’, tra cui suggerimenti molto interessanti rivolti ai giovani autori per rendere il nostro cinema più esportabile.

Ci sono altre idee in cantiere?

Certamente, diverse. Una serie tv siglata con una società della Francia e una dell’Inghilterra che riguarderà Stonehenge. Poi ancora, con la collaborazione della TV di stato della Bulgaria e alcune proposte portano in Tibet e Giappone.

 

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