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Le variabili di successo del mercato finanziario

Nella dinamica di un investimento, sono molteplici le variabili che concorrono al successo sul mercato finanziario: diversificazione degli investimenti e strategie a lungo termine

Nella dinamica di un investimento, sono molteplici le variabili che concorrono al successo sul mercato finanziario. Probabilmente, la più volubile è quella legata ai comportamenti di chi decide di far fruttare i propri risparmi. Nella logica del guadagno, l’investimento a lungo termine può essere d’aiuto, visto che propone un abbassamento non indifferente dei rischi effettivi di fronte all’imprevedibilità del mercato.

In questo momento di incertezza e instabilità sul piano finanziario, – si legge sul blog di Moneyfarm – emerge infatti la tendenza da un lato a contenere i costi sui conti correnti e dall’altro a ricercare soluzioni d’investimento per piccole somme che possano garantire un modesto guadagno negli anni futuri. Vale la solita regola per cui più l’orizzonte temporale dell’investimento è vicino, più il rendimento sarà contenuto. Mentre con un obiettivo di risparmio a orizzonte temporale superiore ai 5 anni, si potrebbe guadagnare una cifra cospicua, tenere il passo con l’aumento dei prezzi e investire in modo sicuro senza incorrere in livelli di rischiosità insostenibili”..

Secondo “Mind the Gap”, studio siglato dalla società di ricerca indipendente Morningstar, nel mondo tra il 2011 e il 2016 la differenza tra i rendimenti totali e quello che effettivamente percepisce l’investitore oscilla tra il -1,4 e 0,53%, e gran parte di questa differenza dipende proprio dal comportamento del risparmiatore.

La metodologia utilizzata per calcolare il gap è quella del Morningstar Investor Returns, basata sulle medie ponderate di rendimento di un fondo espresse in dollari a cui sono sottratti i movimenti di cassa ed eventuali incrementi di patrimonio del fondo. In questo modo si esprime il divario tra il ritorno totale che il prodotto o il fondo producono e quanto l’investitore percepisce sul proprio portafoglio. La dinamica è giustificata dalle commissioni: se queste salgono, l’investor return diminuisce e viceversa.

Analizzando i fondi comuni aperti di 9 potenze finanziarie nel mondo, Morningstar ha espresso un dato medio di rendimento, adattabile di conseguenza al resto del mercato globale. Occhi puntati sui costi di gestione, sull’entità dei rischi, sui mandati di gestione e sulla standard deviation dei fondi attualmente presenti sui mercati di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Lussemburgo, e su quelli del “fronte asiatico” composto da Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan. Uno sguardo più approfondito potrà quindi notare che, a fronte di costi bassi e rischi meno importanti, l’investor return percepito sale in maniera importante. Gli strumenti di mercato che consentono una quota d’accesso più contenuta e investimenti alla portata di tutte le tasche hanno un riscontro decisamente più importante, confermato dal trend di crescita riscontrato sia in Lussemburgo che negli Stati Uniti d’America. Per quel che riguarda Australia, Corea e USA, gli investitori gradiscono maggiormente un bilanciamento degli investimenti e una certa costanza nel tempo.

Sussistono però differenze importante riscontrabili di nazione in nazione. Il peggior investor return gap è quello di Singapore, che fa registrare un -1,4% all’anno dal 2011 al 2016, mentre il primato spetta agli investitori australiani, che beneficiano di un gap che sale dello 0,53% ogni 12 mesi. Interessante anche il dato americano, visto che oltreoceano la base decennale scende da 54 punti base – dato calcolato tra il 2006 e il 2016 agli attuali 37. In tal senso, gli investitori americani stanno prediligendo sempre più un investimento meno azzardato in termini di timing.

In Europa la situazione è invece più assimilabile a quella italiana: nel Regno Unito la diversificazione degli investimenti ottengono risultati più incoraggianti se confrontati con gli strumenti bilanciati. Sul territorio nazionale, la parola chiave continua ad essere prudenza: gli investitori preferiscono quella gamma di prodotti finanziari che abbassano i rischi garantendo un approccio al mercato meno aggressivo. Essendo inferiore l’esperienza di mercato, chi si affaccia sul mercato opta per una gestione più oculata, che preveda investimenti mensili minimi e che punti sulla diversificazione del portafoglio per attutire i rischi.

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