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L’Amministratore di sostegno? Si compra alle Poste come una raccomandata

Chiedere la nomina di un amministratore di sostegno andando alle Poste, rendendo l’avvocato non più necessario?

Ufficio postale

Ufficio postale

L’Ordine degli Avvocati di Roma ha tuonato contro l’accordo stipulato tra il Ministero della Giustizia e Poste italiane, in merito al progetto Polis 2021, relativamente al paragrafo in cui si prevede la possibilità di chiedere la nomina di un amministratore di sostegno compilando un semplice modulo all’ufficio postale.

Le perplessità di Paolo Nesta

Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Paolo Nesta, ha espresso le sue perplessità riguardo l’intesa siglata tra Ministero di Giustizia e Poste Italiane, pur difendendo il concetto di giustizia di prossimità: “Va benissimo la giustizia di prossimità e il fatto di semplificare la vita ai cittadini, permettendo di ottenere ad esempio dei certificati rapidamente – afferma Paolo Nesta – specialmente nelle realtà più piccole, questo sicuramente rappresenta un vantaggio.

Quello che ci lascia perplessi invece è quella parte dell’accordo che prevede la possibilità di chiedere la nomina di un amministratore di sostegno con un semplice modulo, come se si trattasse di acquistare dei francobolli, delle raccomandate”.

“Ci sono situazioni in cui l’assistenza di un legale è indispensabile proprio per la delicatezza della materia – prosegue Nesta – e incidere in maniera così profonda sullo status giuridico di un cittadino come con la nomina di un amministratore rientra di certo in quei casi.

Chi fornisce assistenza? Chi valuta la situazione e spiega le conseguenze ai familiari, chi li assiste? Un impiegato delle Poste? E con quale formazione giuridica?”. “La deriva sembra quella di ridurre via via gli spazi di assistenza tecnico-legale, quasi che l’avvocato fosse un fastidioso orpello non più necessario – aggiunge il Presidente dell’Ordine romano – mentre qui in gioco c’è il diritto dei cittadini a confrontarsi con situazioni tanto complesse conoscendo adeguatamente i propri diritti e doveri”.

La richiesta al ministro Nordio

Di qui la protesta del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA): “Invitiamo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che è persona preparata e sensibile, a rivedere un accordo – conclude Nesta – che in questa parte è stato preparato senza la dovuta accortezza”.