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La specie umana: il 60enne che insulta sul bus una ragazzina di colore

Questa è solo la prova provata che tutto il mondo è paese e che l’uomo è un’insieme di specie: razzisti, xenofobi, violenti

Gli esseri abietti come il 60enne in tuta blu che ieri su un autobus di Torino ha insultato una ragazzina italiana dalla pelle nera, deambulano ovunque: a Torino, città che per assurdo senza l'immigrazione non risalterebbe nemmeno sulle mappe delle regioni Italiane, come sul litorale di Ostia, o in Gran Bretagna (prima e dopo Brexit). Ve lo garantisce col sorriso amaro sulle labbra uno che è stato definito "Italiano di merda" persino nella tanto civile sorella Spagna. Questa è solo la prova provata che tutto il mondo è paese e che la tutto sommata "meraviglia uomo" è una categoria ricca di varie specie. I razzisti, gli xenofobi, i violenti, sono materia di studio in varie scienze – e purtroppo non saranno mai eradicabili. Pur con le manifestazioni senza bandiere o i minuti di silenzio. Poi però, per essere esatti, esistono le sotto-specie, come quella (di certo non migliore dello xenofobo di Torino o dello Spada di Ostia che da' testate al giornalista) che si fa gli affari suoi e sta zitta sull'autobus e (come pare leggendo dai lanci di cronaca) non prende le difese di quella ragazzina (italiana a tutti gli effetti), colpevole di non possedere il colore preferito da certe gente. Questione di marketing umano.

Il silenzio dei passeggeri sul bus dove la ragazzina era salita per andare a scuola, come d'altronde i fischi o gli sputi di alcuni cittadini di Ostia alle pattuglie di Carabinieri che ritiravano momentaneamente dalla circolazione l'ormai arcinoto Spada della testata, appartengono alla specie degli ominicchi. Meschini sopravviviventi simili agli avvoltoi che si attaccano alle esangui carcasse dei razzisti o dei violenti. Carcasse perché questi sono morti per me. Gli ominicchi schivano le proprie responsabilità di cittadini, quali vigliacchi che sputano contro lo Stato in divisa. Pur se – a onor del vero – lo Stato sarà quello spesso assente delle vele di Scampia o delle case popolari cementizzate di Ostia, uno Stato giuridico che fa scattare un arresto solo 24 ore dopo una testata ripresa in video, perché la legge dice che deve esistere "flagranza di reato" o che magari compie ogni tanto retate a sirene spiegate.

Non ha importanza. Al di la' del semplice cliché che il termine vale, ricordiamoci che lo Stato siamo noi che saliamo sull'autobus e che educhiamo i nostri figli a prendere posizione dalla parte – giusta – del diritto e della giustizia. Partecipazione e rispetto. La violenza purtroppo si manifesta palese con l'arroganza di un insulto grave: "…inutile che vai a scuola ragazzina, tanto finirai comunque per strada!" – probabilmente a vendersi le proprie parti intime – intendeva il razzista di Torino, o con una brutale testata, "So' du' ore che me stai a rompe er c****!" chiosava lo Spada, ma altresì si nutre del silenzio e della vigliaccheria, tra le peggiori espressioni umane e sinonimi di quel concetto chiamato Mafia.

Farne a meno è impossibile, sottolinearle è nostro dovere.

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