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La rivincita delle piccole in Serie A: tutti i temi della ventiseiesima giornata

Tutte le big faticano: su tutti i pareggi di Milan e Napoli e la sconfitta dell’Inter in casa col Sassuolo. Campionato equilibratissimo

Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo che esulta

Alessio Dionisi, allenatore del Sassuolo che esulta per la vittoria a San Siro

Il lunghissimo turno di Serie A spalmato in quattro giorni ha portato una serie di risultati a sorpresa: nessuna tra le prime sette della classifica ha vinto nonostante l’assenza di scontri diretti. Tra crisi e grandi prestazioni altrui nessuno può gioire, ma forse è l’Inter la squadra che deve preoccuparsi di più.

Per l’Inter un febbraio da incubo

Senza nulla togliere al Sassuolo di Dionisi e al suo piccolo grande record (dalla Fiorentina di metà anni ’50 una squadra non batteva a domicilio Inter, Milan e Juventus nello stesso campionato), ma l’Inter è la brutta copia di quella ammirata in autunno. A metà primo tempo la partita era già decisa: l’aggressività neroverde all’ottavo porta l’ennesimo recupero palla a centrocampo su Cahlanoglu e in un attimo Raspadori batte a rete complice un Handanovic rivedibile. Il raddoppio arriva con una grande azione corale che dalla propria area porta in 13 passaggi Scamacca a colpire di testa il suo 10° gol in questa Serie A. Il primo tempo da incubo si chiude con la traversa di Berardi.

Nella ripresa l’Inter si sveglia dal torpore, complice anche l’inserimento di Dzeko e Dumfries. Se i nerazzurri si buttano verso la metà campo avversaria e creano occasioni da rete, il Sassuolo non lesina ripartenze letali che sfiorano più volte il 3-0. Il pressing dell’Inter s’infrange sulle parate di Consigli, tiri respinti ma soprattutto sull’errore da matita blu di Lautaro che sbaglia un gol a porta vuota da tre metri, simbolo della crisi realizzativa del Toro. L’argentino non segna in maglia nerazzurra da 544 minuti.

Non arriva nemmeno il gol della bandiera (colpo di testa di De Vrij annullato al Var) e i dati sono preoccupanti. Un punto nelle ultime 3 partite, a febbraio tra tutte le competizioni il bilancio è di una vittoria, un pareggio e tre sconfitte. Tra il contraccolpo post Liverpool e l’assenza di Brozovic, pesa comunque un brutto atteggiamento evidenziatosi nel secondo gol, quando Perisic lascia staccare indisturbato Scamacca chiamando (erroneamente) il fuorigioco.

Milan e Napoli, pareggi in extremis con squadre in coda

Simbolo di questa giornata clamorosa è la partita del Milan, che rallenta la sua corsa a Salerno in un autentico testacoda che sul campo non si è visto. I granata grazie anche alla svolta in panchina (l’esordio di Davide Nicola), giocano una partita alla morte e approfittano degli errori difensivi che il Diavolo concede. Per Maignan è di gran lunga la prestazione peggiore da quando è in Serie A, con l’uscita a vuoto per il bel gol in rovesciata di Bonazzoli più gravi errori in fase di impostazione. Colpevole la difesa anche nel gol di Djuric, che stacca indisturbato di testa. Il Milan non riesce a gestire il match nonostante il vantaggio dopo 5 minuti di Messias che approfitta di un Theo Hernandez che spacca in due la difesa. È un redivivo Rebic, che non segnava dal 19 settembre scorso a evitare la sconfitta.

Anche il Napoli deve inseguire, arpionando nel finale il pari contro un’altra squadra in zona retrocessione ma che dà l’anima come poche in questo momento. Il Cagliari ai punti avrebbe anche meritato la vittoria in una partita fatta di tantissime occasioni non sfruttate, soprattutto dai sardi che vanno avanti con un tiro innocuo di Pereiro ciccato con le mani da Ospina. Il portiere azzurro si riscatta con due parate decisive, ma a salvare Spalletti dalla sconfitta è il subentrato Osimhen, che salta in cielo su cross di Mario Rui a tre dal 90’. Un punto da non buttare ma viene meno l’aggancio in vetta al Milan.

Tra Juventus e Atalanta, per il quarto posto torna sotto la Fiorentina

Tra le big anche la Juventus fa un mezzo passo falso, mostrando una certa regressione nel derby della Mole. Al cospetto di un ottimo Torino, che ai punti forse meritava più di un pareggio, stupisce il calo della squadra di Allegri dal punto di vista della prestazione. Uno standard elevato da quando è arrivato Vlahovic, completamente annullato da Bremer nella sfida personale. Data l’intensità e il dolore di Dybala subito uscito in via precauzione, rimane la sensazione di una squadra con la testa già al Villarreal.

Tuttavia i bianconeri preservano il quarto posto, anzi lo rafforzano grazie al ko dell’Atalanta, battuta per la terza volta su tre quest’anno dalla Fiorentina che torna prepotentemente ad ambire un posto in Europa. A decidere è Piatek, che non sta facendo rimpiangere Vlahovic dal punto di vista realizzativo. È il quinto gol in viola, uno ogni 77 minuti. Gasperini può lamentarsi per le troppe assenze in attacco, ma di tutt’altro stampo è la sfuriata per il gol di Malinovsky annullato al Var che poteva valere il pareggio.

Roma e Lazio a rilento

Anche le romane rallentano e non si avvicinano al quarto posto. La Lazio soffre a Udine, con i padroni di casa che partono forte e vanno avanti col quinto gol di Deolofeu completamente solo a centro area. Una prima mezz’ora da incubo viene corredata dal mancato raddoppio e dall’infortunio di Pedro, che si aggiunge alle pesantissime assenze di Luis Alberto e Immobile, il quale non ha più un sostituto con l’addio di Muriqi. L’inserimento di Cabral è stato buono dal punto di vista tattico, molto meno per quello realizzativo. Prima dell’intervallo tuttavia arriva lo squillo di Felipe Anderson che mancava l’appuntamento col gol da tre mesi. In mezzo lo zampino di Zaccagni, uomo in più di questo periodo che prolunga di testa il calcio piazzato. Biancocelesti graziati sul finale dall’incrocio dei pali colpito di Molina in pieno recupero.

Anche la Roma non può sorridere e incappa nel terzo pareggio consecutivo, tra l’altro contro squadre più in basso in classifica. Dopo Genoa e Sassuolo, è il Verona a fermare i giallorossi, che in questi 270 minuti non sono riusciti a creare una rete che non sia scaturita da calcio piazzato. Il Verona è disarmante in avvio di partita: prima un schema perfetto da palla inattiva, poi una ripartenza fulminea e precisa portano i veneti avanti di due gol in soli 20 minuti. Il primo tempo della Roma, da dimenticare sotto il profilo tecnico, sembra continuare anche nel secondo ma il Verona abbassa l’intensità e i ragazzini messi in campo da Mourinho fanno il resto. Cristian Volpato ed Edoardo Bove (classe 2003 e 2002) scaricano in rete dopo respinte da calcio d’angolo salvando il tecnico portoghese, espulso al 90’ per molteplici proteste. Non bastano le assenze (10) a giustificare il brutto periodo giallorosso: urge in fretta un cambio di passo.

Centrogruppo: pareggiano tutte, balzo della Sampdoria

Punticino prezioso e per certi versi inaspettato per la Salernitana: Nicola in pochi giorni ha ridato entusiasmo all’ambiente, che nonostante il distacco crede ancora alla salvezza. In una sfida delicata, Venezia e Genoa si dividono la posta in palio nonostante tante occasioni per parte: nel primo tempo botta e risposta tra Henry e Ekuban. Quarto pareggio consecutivo per il Grifone che rimane a -6 dal 17° posto. Pareggio con rimpianto del Cagliari col Napoli, mentre la Sampdoria respira vincendo 2-0 contro l’Empoli. Importante anche la vittoria del Bologna in rimonta sullo Spezia con la doppietta di Arnautovic.

Ci Piace e Non Ci Piace: Fabio Quagliarella e Mourinho/Gasperini

Il premio di migliore va a Fabio Quagliarella, che in una stagione difficile dal punto di vista realizzativo torna a segnare 139 giorni dopo l’ultima volta e lo fa con una doppietta pesante, che consente alla Sampdoria di allontanarsi dalla zona calda. A 38 anni, l’attaccante stabiese non molla.

Malus che va diviso: le sfuriate in panchina di Mourinho e Gasperini, giustamente espulsi, rimangono inqualificabili, al netto delle loro ragioni. Per il tecnico dell’Atalanta c’è la polemica per il gol annullato a Malinovsky (effettivamente discutibile), mentre il portoghese ha dato di matto dopo una perdita di tempo con tanto di accusa all’arbitro che coinvolgerebbe la Juventus. Non è un caso che le squadre di Gasp e Mou non stiano attraversando un buon periodo di forma: certi atteggiamenti sono e rimangono inconcepibili a questi livelli.