La riapertura del 4 maggio? Per ragioni di propaganda, non siamo pronti
Non ci sono le condizioni tecniche e logistiche per riaprire, ma lo si fa per ragioni di consenso
![Riforma fiscale](https://www.romait.it/wp-content/uploads/2020/04/Conte-Governo.jpg)
Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri
Alla riapertura, cosiddetta Fase 2, mancano sole due settimane circa, ma la confusione con cui si sta affrontando la ripartenza dopo l’emergenza Covid-19 è ancora molta, sia a livello nazionale, sia a livello regionale. Il Governo e le Regioni non sono pronte a riaprire, ecco da dove nasce questa confusione.
Non ci sono ancora le mascherine per tutti, i termoscanner per la misurazione della temperatura, ma anche i dispositivi per la disinfezione dei mezzi pubblici, delle strade, degli uffici, dei Comuni. Non ci sono insomma le condizioni sanitarie, tecniche e logistiche per riaprire. Sono in grado Stato e Regioni di disinfettare le fabbriche, le aziende? Il sistema paese è in grado? La verità è che si sta facendo credere ai cittadini di essere pronti ma non è propriamente così.
La riapertura del 4 maggio è una scelta di propaganda, fatta per ottenere consenso politico. Il Governo intende farsi applaudire in quanto capace di aver arginato l’epidemia e aver riaperto le attività in tempi veloci. Ma questa è un’esigenza politica del Governo, non una realtà a cui andiamo incontro. I sondaggi dicono anche che la popolazione è stanca di stare in casa e non lavorare, dunque c’è una competitività su questo anche tra Regioni, enti locali, Stato, ma è velleitarismo politico. Si vuole mostrare ai cittadini che ci si è mossi in tempo, ma come ho sempre sostenuto avremmo potuto e dovuto iniziare il lockdown due settimane prima.