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L’omicidio del Gianicolo non deve essere dimenticato

Continua la battaglia di Santori e Giudici contro la presenza delle roulotte sul territorio di Roma

Non si arrestano le polemiche in merito all'omicidio del Gianicolo, perpetrato da un indiano senza fissa dimora ai danni di un cittadino romano.

"La sola presenza della roulotte dell'omicida del Gianicolo non configurava una semplice contravvenzione, ma un reato di costruzione abusiva ai sensi del Testo Unico edilizia. Si sarebbe dovuto procedere all'arresto fino a due anni, l'ammenda da 5mila 164euro a 51mila 645euro e la confisca della roulotte" – così dichiarano il consigliere alla Regione Lazio Fabrizio Santori e il consigliere de XII Municipio di Roma Capitale Marco Giudici, che avevano già lamentato il "marketing sociale di S. Egidio".

"Chiamata ad affrontare casi analoghi – proseguono i due – la Cassazione è stata chiara e si è espressa in questa direzione. Anche per questo motivo quel mezzo non doveva essere lì e tutte le roulotte posizionate sul territorio vanno smantellate. Torniamo a chiedere che entro breve tempo venga risolto questo problema delle roulotte e dei camper abbandonati da parte di S.Egidio. I nostri quartieri hanno bisogno di sicurezza, trasparenza e legalità. Non è tollerabile l'esposizione al pubblico ludibrio di poveri e disagiati per finalità di marketing sociale, se poi degrado nascono gli assassini e i delinquenti".

Pertanto, Santori e Giudici arrivano a ribadire "la necessità che l'assessore alle politiche sociali di Roma Capitale, Rita Cutini, esponente della comunità di S.Egidio della giunta Marino, si dimetta e al più presto", poiché, stando alle loro dichiarazioni, avrebbe favorito e coperto politiche di degrado e insicurezza, "che hanno portato all'omicidio di un ragazzo di 33 anni per futili motivi".

In effetti, la roulottopoli di via Ramazzini è ormai una realtà da anni, da molto tempo prima che l'amministrazione Marino si insediasse. E, nonostante la giurisprudenza si sia espressa in tal senso, nessuno si è mai occupato di risolvere efficacemente il problema.

Nella sentenza del 22 giugno 2011, n. 25015, sull'edilizia – costruzione edilizia – reati edilizi – strutture abitative mobili – permesso di costruire, la Cassazione sostiene che sia configurabile il "reato di costruzione edilizia abusiva (art. 44, comma primo, lett. b), d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) nell'ipotesi di installazione su un terreno, senza permesso di costruire, di strutture mobili quali camper, roulotte e case mobili, sia pure montate su ruote e non incorporate al suolo, aventi una destinazione duratura al soddisfacimento di esigenze abitative"-

"Una forma di assistenza, quella dei dormitori su strada, che non tutela nessuno – specifica il consigliere municipale Giudici – perché ha già ucciso clochard carbonizzati per i roghi causati dai mozziconi di sigaretta. Non solo: basta un incidente stradale contro un mezzo parcheggiato e torneremo ancora a dibattere su questa vergogna. Per questo non possiamo e non dobbiamo tollerare una politica che espone al pericolo tutta la comunità cittadina e gli stessi clochard".

Santori e Giudici, inoltre, stanno portando avanti una battaglia personale per mantenere vivo il ricordo di Carlo Macro, vittima dell'omicidio del Gianicolo. "Fiaccolate, manifestazioni, cortei, indignazione questa è l'Italia del buonismo…se muore un diverso. Per Carlo, Italiano, silenzi e omissioni" – è quanto ha scritto Fabrizio Santori su Twitter, denunciando come il brutale omicidio del Gianicolo sia stato già dimenticato dagli organi di stampa e come ancora troppi silenzi e omissioni coprano le roulotte disseminate sul territorio da Sant'Egidio e coloro che ci vivono.

"L'omicidio del Gianicolo è una tragedia che non deve cadere nel dimenticatoio, senza un colpevole morale e senza una giustizia – continuano ancora i due – Per questo torniamo a chiedere la rimozione di tutte le roulotte e i camper abusivi che sono disseminate su tutto il territorio capitolino. Chiediamo anche che Roma Capitale – concludono si costituisca parte civile nel processo contro l'omicida del giovane Carlo Macro".

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