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Kosovo 2014, missione compiuta per Sol.Id.

Tra i volontari europei anche nove romani

Le borgate in agitazione e gli scandali che hanno travolto l’amministrazione capitolina nei giorni scorsi non sono certo stati il miglior biglietto da visita che la città di Roma potesse mostrare al mondo. A fare da contraltare alla pessima pubblicità che sta distinguendo la Capitale oltre confine, ci ha pensato un gruppo di giovani cooperanti romani. Stiamo parlando dei volontari dell’associazione umanitaria Solidarité – Identités, recentemente rientrati da una missione di solidarietà in Kosovo.

“Missione compiuta  –  annuncia soddisfatta la delegazione di volontari partiti da Roma, ma anche da Helsinki e Varsavia  –  Anche quest'anno Solidarité Identités ha portato a compimento il suo  progetto di solidarietà nell'area dei Balcani. Nei giorni scorsi, nelle enclavi serbe della regione del Kosovo e Metochia, abbiamo distribuito gli aiuti umanitari ed il materiale raccolto in un anno di lavoro, tutto questo è stato possibile grazie al supporto e alla vicinanza dei nostri sostenitori”.

La scuola serba di Sharski Odred, che si trova nel piccolo villaggio di Sevce ed è parte del distretto di Shtcpce, è stata il luogo di destinazione degli aiuti. Qui gli attivisti hanno consegnato  “palloni da basket, pallavolo, pallamano e calcetto, kit per trazioni alla sbarra da muro, basketball facilities (il necessario per la costruzione di campi da pallacanestro). Oltre alla numerosa attrezzatura sportiva, il fiore all'occhiello sono senz'altro i due tablet, con cui i due bambini disabili della scuola potranno affrontare i loro studi”, si legge su www.volunteers-solid.org.

“Siamo commossi ed entusiasti di aver potuto contribuire concretamente alla valorizzazione del futuro delle minoranze serbe delle enclavi, che passa necessariamente attraverso la formazione dei giovani”, si legge nella nota diffusa dall’associazione in seguito alla cerimonia di consegna degli aiuti.

“Gli echi del conflitto, seppur lontani, si continuano a sentire. Per questa ragione Solidarité Identités intende proseguire nel percorso di cooperazione che da anni la lega a questa popolazione e a questi territori”, ha dichiarato il vice presidente di Sol.Id., Savino Panno. “Sebbene durante la missione abbiamo riscontrato una situazione difficile per molti enclavizzati in terra kosovara – osserva Panno – l'ospitalità ricevuta dalle famiglie serbe della enclave di Velica Hocha, dove abbiamo fatto base durante la missione, è stata commovente. Queste persone hanno condiviso con noi la loro tavola e la loro casa come fossimo parte integrante della loro comunità”.

A quanto pare, il saluto dato ai Balcani da parte di Solidarité Identités non consiste in un addio, ma in un arrivederci al 2015.

 

** Foto di Ali Kaurila, volontario finlandese di Solidarité – Identités

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