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Intervista a Giuseppe De Bellis, direttore Sky Tg 24 su Governo e comunicazione

La nostra intervista a Giuseppe De Bellis, direttore Sky Tg 24 sulla strategia di comunicazione del Governo Draghi

Giuseppe De Bellis

Giuseppe De Bellis

La nostra intervista a Giuseppe De Bellis, direttore Sky Tg 24 sulla strategia di comunicazione del Governo Draghi.

L’intervista a Giuseppe De Bellis

Come valuti la comunicazione del Governo Draghi?

“Sicuramente c’è un cambio di passo rispetto al recente passato. Credo che il Governo abbia fatto delle ottime scelte rispetto ai comunicatori per cui diciamo che la sensazione è che sia in corso una fase di preparazione ad un modo comunicativo nuovo, una nuova strategia di comunicazione”.

Secondo te quindi la strategia di comunicazione di Draghi non è ancora definitiva.

“Mi pare che Draghi abbia subito invitato i ministri a parlare meno del passato, e a parlare solo in presenza di fatti.

Inoltre gli stessi ministri hanno tutti reclutato degli esperti di comunicazione che già lavoravano all’interno dei ministeri o di altre organizzazioni vicine alle istituzioni o altri giornalisti che vengono dal mondo dell’informazione.

Questo ci fa capire che non saranno in silenzio e probabilmente si stanno preparando ad una coerenza comune nel modo di comunicare i loro atti di governo.

Noi operatori dell’informazione come sempre puntiamo ad entrare in contatto il più possibile con questo Governo, per cui la sollecitazione a parlare a comunicare, da parte nostra sarà continua”.

Una reazione anche emotiva al governo precedente

Secondo te questo cambio di passo sulla comunicazione è derivato anche da una reazione emotiva rispetto al Governo precedente?

Conte era spesso criticato per una comunicazione stile Grande Fratello per quelle dirette Fb, le conferenze stampa a ridosso dei telegiornali di prima serata?

“E’ possibile, sì.

Non ho fatto una riflessione profonda su questa ipotesi ma la distanza che c’è evidentemente nasce da un desiderio di marcare una differenza che non so se è legata solo all’abbondanza di comunicazione o anche alla tipologia della comunicazione. Per il momento sembra che la differenza sia su entrambi i pilastri, forma e sostanza.

Precisiamo: non credo ci sia una totale cancellazione della comunicazione sui social media, perché nessuno al mondo se ne priva, però da giornalista mi auguro sempre, visto che la comunicazione via social media è unilaterale, senza dialogo, senza possibilità di fare domande.

Mi auguro che invece questa dinamica che è la prima dinamica di comunicazione di tutte le democrazie occidentali e del mondo venga recuperata.

Quindi non solo con le conferenze stampa alle quali partecipano tutti e che richiedono giustamente anche criteri di rotazione ma soprattutto una comunicazione che preveda un dialogo.

Dialogo che è fatto di interviste, che è fatto di partecipazione a momenti di approfondimento, di lettere ai giornali in cui precisare alcuni atti di Governo, che è fatto insomma di tanti elementi che arricchiscono il dialogo tra Governo e stampa”.

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