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Roma, in piazza a Rocca Cencia contro l’ecodistretto

Dalla Borghesiana fino allo stabilimento TMB di Rocca Cencia: tantissimi i cittadini che hanno sfilato per dire “No alla nuova discarica”

Sono partiti dalla Borghesiana, via Andria, sfidando la pioggia, e hanno raggiunto lo stabilimento TMB di Rocca Cencia, passando per Colle del Sole. Erano in tanti, 500 persone, forse più, tra comitati di quartiere, consorzi e associazioni del quadrante est del Municipio VI: uniti per manifestare il loro dissenso al potenziamento dell’Ecodistretto, prevista dall’Ama nel Piano Industriale e bollato come «l’ennesima porcata della politica». È ancora vivo il ricordo della discarica a Corcolle. «Questo territorio ha già dato», ha chiosato Davide Lanza, coordinatore e presidente dell’associazione Cittadinanza, Servizi e Cultura di Colle del Sole.

Siamo nella terra dei fuochi della Capitale, stretta nella morsa dei miasmi, dei roghi alla diossina, delle discariche abusive e delle polveri delle fabbriche, e circondata di terreni dai quali di tanto in tanto spuntano rifiuti speciali e pericolosi. «Ma dov’è il Sindaco Marino», tuona la signora Daniela di Villaggio Falcone, «perché non vieni qui a vedere le condizioni delle periferie?». Gli fa eco Franco di Finocchio: «abbiamo solo la mondezza e i fumi tossici. Basta, paghiamo le tasse pure noi». «Questo concetto di rifiuti», afferma un altro manifestante, «è superato. I politici se lo devono ficcare in testa».

Non si sono registrati scontri durante il corteo, «il tutto si è svolto in maniera tranquilla», precisa Lanza, ma la rabbia era alle stelle. Si leggeva negli sguardi dei cittadini, che fischiavano, inveivano e tenevano ben stretti gli striscioni. «Vergogna, vergogna» o «Cerroni via dalla mondezza!», hanno intonato appena occupato il parcheggio dello stabilimento, scortati dalle Forze dell’Ordine.

«Siamo contrari perché già nel quadrante est insiste una situazione molto grave», aggiunge Lanza, «di inquinamento ambientale. Abbiamo la Basf, i roghi di Salone, la discarica dell’Inviolata, i terreni di Lunghezzina e di Rocca Cencia, dove sono stati trovati rifiuti speciali. Vent’anni fa circa c’era un inceneritore e la zona non è mai stata bonificata. Siamo preoccupati di questo progetto, perché saranno lavorati in questo posto ulteriori 400 mila tonnellate di rifiuti. Diventeremo la discarica di Roma».

Alla manifestazione ha aderito Giovanni Belluomo, dipendente Ama e delegato sindacale dell’Usb: «Questo progetto sta in mano a una classe dirigente che da vent’anni a questa parte ha creato grossi disastri a Roma. Quella stessa classe dirigente che ha permesso l’interramento dei rifiuti tossici». «In sette chilometri di raggio», sono state le parole di Paolo Cartasso (Associazione Verdi, Ambiente e Società), «scopriamo che ci sono 9 grandi aziende. In Italia non esiste un’altra concentrazione simile». «Prima che venga realizzato l’ecodistretto», affonda Daniela Ferdinandi, responsabile Ambiente del Comitato Castelverde, «occorre capire l’ecosostenibilità del territorio. Poi abbiamo chiesto che sia istituito il registro dei tumori». Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Imperiale, ex-consigliere del Municipio, di Paolo Armillotta (Presidente Comitato Case Popolari Rocca Cencia, e Maria Vittoria Molinari del comitato di Tor Bella Monaca.

Erano presenti i consiglieri del M5S, Enrico Stefàno e Veronica Mammì. «Ancora una volta la sinistra capitolina e municipale», hanno dichiarato gli esponenti di Forza Italia Giordano Tredicine, vicepresidente dell’Assemblea Capitolina, e Daniele Pinti, capogruppo municipale, «non ha perso l’occasione per mostrare tutta la sua incoerenza e il suo finto moralismo riguardo i servizi, l’ambiente e i rifiuti. Avevano detto mai più discariche in VI Municipio, eppure il rischio che oggi incombe sulle nostre teste è più che reale. Non si spiega inoltre la presenza di alcuni esponenti della maggioranza capitolina al corteo di oggi [Dario Nanni del Pd, ndr], la stessa che vuole questo ecodistretto. La loro ipocrisia non ha fine. Ci impegneremo con tutte le nostre forze in Campidoglio e in Municipio, assieme anche ai consiglieri Paparelli e Colagrossi, affinché l’ipotesi dell’ecodistretto e del nuovo potenziamento ad esso collegato venga scongiurata definitivamente».

«Questa ipotesi», tuona il consigliere regionale Fabrizio Santori, membro della commissione Ambiente, «è l’ennesimo esempio di come il centrosinistra in Campidoglio e in Regione Lazio preferiscano imporre scelte calate dall’alto sulla testa dei cittadini, in assenza di qualunque confronto con il territorio e in mancanza di alcuna linea guida sul ciclo dei rifiuti. È necessario un immediato chiarimento per questo chiederò si vertici Ama e alla giunta capitolina di riferire in Commissione Ambiente per comprendere nel dettaglio cosa siano i tanti eco distretti. Ormai il gioco delle tre carte non funziona più, è evidente la volontà di utilizzare un termine spendibile e ingannevole per aprire altre buche e riempirle d’immondizia senza una reale programmazione seria del ciclo dei rifiuti».

C’è da notare che nessun esponente della maggioranza del Municipio si è visto, a cominciare dal presidente Marco Scipioni, «l’uomo del cambiamento», convinto lui. È proprio vero, «passata la festa gabbato lo santo».

*Foto e video di David Nicodemi

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