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Il voto Rousseau dà il via libera al Governo Draghi: vincono i sì con il 59,3%

Il sì ha prevalso nel voto su Rousseau per decidere se il M5S debba sostenere il governo di Mario Draghi con 44.177 voti

Voto Rousseau

Voto Rousseau

Con 44.177 voti, il sì ha prevalso nella votazione su Rousseau per decidere se il M5S debba sostenere il governo di Mario Draghi. Sono 74.537 gli iscritti al Movimento Cinquestelle che hanno partecipato alla votazione sulla piattaforma Rousseau sull’esecutivo Draghi. In totale i sì sono stati 44.177, il 59,3 per cento, i contrari 30.360, il 47,7 per cento.

Poco prima dell’inizio del voto il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, aveva invitato nuovamente gli iscritti al Movimento cinque stelle a votare sì. “Io voto sì, difendiamo ciò che abbiamo costruito per l’Italia”, ha sottolineato Di Maio in una nota sul suo profilo Facebook. “Io mi fido di Beppe Grillo, che è sempre stato più lungimirante di tutti noi. Io mi fido di Giuseppe Conte, perché non era scontato che dicesse di votare sì su Rousseau per la formazione del nuovo governo. È stato un gesto di grande responsabilità”, ha dichiarato Di Maio. “Io voto sì, perché dobbiamo difendere ciò che abbiamo costruito per l’Italia. Io voto sì, perché dobbiamo spendere al meglio i 209 miliardi del recovery plan conquistati in Europa grazie al Movimento cinque stelle”, ha concluso.

Tutti d’accordo i ministri del M5S

Stessa posizione era stata espressa dagli altri ministri pentastellati del governo Conte, come Azzolina, D’Incà, Bonafede e Patuanelli. Ma anche dal presidente della Camera Roberto Fico, che ha annunciato: “Voterò sì”, scrive su Facebook, perché “il momento delicato che il Paese sta vivendo ci impone una riflessione seria e un’assunzione di responsabilità. Come ha spiegato in modo estremamente chiaro il Presidente della Repubblica, non è pensabile in questo momento storico far precipitare il Paese verso le urne. Le responsabilità di cui dobbiamo farci carico riguardano non solo le emergenze in atto, ma anche la definizione del futuro. Si gioca tutto adesso, non domani”. Un quesito al quale avrebbe risposto favorevolmente anche il premier dimissionario, Giuseppe Conte. “Se fossi iscritto a Rousseau voterei sì al governo”, ha commentato. (Agenzia Nova).

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