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Il RdC diventa Mia: decade alla prima offerta di lavoro rifiutata

Acronimo di Misura di Inclusione Attiva, cambia le regole del sussidio: innanzitutto i requisiti Isee e la durata

Reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza

Il RdC (Reddito di Cittadinanza) si chiamerà Mia: “Misura di inclusione attiva”, ma non cambierà solo il suo nome.

La nuova misura “scatterà già quest’anno, dopo i sette mesi di proroga accordati ai beneficiari del Reddito di cittadinanza con la legge di Bilancio 2023. La Mia si dovrebbe quindi poter chiedere da agosto o più realisticamente dal primo settembre”. Lo fa sapere il Corriere della sera. Mutano infatti i requisiti per ottenerlo, la durata del sussidio e le regole per mantenerlo.

Il RdC diventa Mia: Misura Inclusione Attiva

I “potenziali beneficiari, in linea con quanto deciso con la manovra, verranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le prime sono quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. Le seconde quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età”.

“Queste famiglie continueranno a ricevere un sussidio, la Mia appunto, il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito. Non c’è invece ancora una decisione definitiva sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto. Il Reddito prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare.

Sono però gli occupabili a risentire di più dell’introduzione della Mia: l’assegno base sarà infatti ridotto a 375 euro. Inoltre, mentre per i cittadini in stato di povertà la Mia durerà fino a 18 mesi (come il Reddito), per gli occupabili non più di un anno.

La durata della misura si riduce a 12 mesi

“Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi”, mentre “per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo”.

Da RdC a Mia: la modifica dei requisiti Isee

Cambiano anche i requisiti di Isee per ottenere la Mia: sono previsti diversi vincoli aggiuntivi rispetto a quelli per il Reddito. “Il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro.

Un taglio di oltre 2 mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, probabilmente un terzo”. 

Previsto invece I’ aumento dell’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia, per migliorare l’assistenza ai nuclei numerosi e in programma anche la “correzione del requisito della residenza in Italia, che dovrebbe scendere da 10 a 5 anni, per non incorrere nelle censure della Consulta e di Bruxelles”. 

Al rifiuto della prima proposta lavorativa decade il sussidio

Per “migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne una per decadere dalla prestazione”.

Tra le nuove norme che regoleranno la percezione del sussidio anche quelle “sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro o di inclusione sociale, e quelle sui reati per chi dichiara il falso o lavora in nero pur prendendo il sussidio”.