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Il prof. di religione: Ratzinger impedito, Bergoglio usurpatore e l’omertà Una cum

Pubblichiamo la lettera di un professore di religione della scuola pubblica su Ratzinger impedito. Ovviamente non si può firmare, altrimenti perderebbe il lavoro

Lettera scritta con pennino e calamaio

Pubblichiamo la lettera di un professore di religione della scuola pubblica. Ovviamente non può firmare con nome e cognome, altrimenti perderebbe il lavoro per intervento di qualche “misericordiosissimo” vescovo bergogliano. La situazione è gravissima e quelli che potrebbero intervenire, i giornalisti e gli intellettuali catto-conservatori, fanno invece il gioco di Bergoglio, opponendo un muro di gomma all’inchiesta del sottoscritto, che, sottoscritta da un magistrato antimafia (Giorgianni) pure, è arrivata a 45 presentazioni in tutta Italia dietro invito dei fedeli.

Sono i cosiddetti “Una cum”: coloro che parlano malissimo di Bergoglio, ma che per paura, interessi materiali o psicoemotivi, lo riconoscono legittimo papa, pur di fronte a ogni evidenza contraria. Non si rendono conto di produrre un danno esiziale per la Chiesa cattolica, e il professore non le manda a dire.

La verità- parafrasando qualcuno- è come un esile filo d’acqua che scorre sotto terra: prima o poi verrà in superficie.

Da umile e poco incisivo insegnante della scuola pubblica, mi permetto di spezzare una lancia in favore dello straordinario lavoro del dott. Cionci che, merita sempre sottolinearlo e ricordarlo ai saccenti “difensori delle retta dottrina” e al tempo stesso della legittimità di un pertinace plurieretico al Soglio pontificio, si è avvalso di diversi specialisti in diritto canonico, latino, storia della Chiesa, filologia, psicologia.

Non sono “complottari”, ma seri studiosi quali il prof. Gianmatteo Corrias, il prof. Luca Brunoni, il magistrato Angelo Giorgianni e tanti altri.

Ormai, a distanza di dieci anni dalla falsa elezione di Bergoglio, persino un bambino in fasce si renderebbe conto che un papa canonicamente eletto non potrebbe mai compiere atti idolatrici (la Pachamama dentro la basilica di san Pietro) atti negromantici di evocazione dei morti condannati dal Catechismo della Chiesa Cattolica, documenti ufficiali che vanno contro la Parola stessa di Gesù e sdoganano il peccato di adulterio o sono dichiaratamente a favore delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso (uno dei quattro peccati che gridano vendetta davanti al Cielo).

Premesso che, mio malgrado, sono un “unicum formale” e purtroppo (lo dico con il cuore in gola) non sono ancora riuscito ad andarmene da questo manipolo di anti-cattolici, ho una sola semplice domanda per i miei cari colleghi unacum che si ostinano, a seguito dell’inchiesta del dott. Cionci, a riconoscere Bergoglio come romano Pontefice:

“Che cosa vi serve ancora per riconoscere e gridare la verità? Che cosa aspettate? La manna che scende dal cielo?”

Se è vero ciò che diceva la ben nota scrittrice di romanzi gialli Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una PROVA”, a che cosa serve piagnucolare e lamentarsi delle nomine eterodosse di Bergoglio nei più importanti dicasteri vaticani? Voi colleghi e intellettuali unacum sembrate come un bambino che gioca a nascondino e che, nonostante i consigli della madre, vedendo un bosco pieno di rovi e conoscendone bene i pericoli, ci si avventura lo stesso tornando poi tutto scorticato, ferito e urlante.

Non ci fossero i risultati dell’inchiesta del dott. Cionci e tutta la questione canonica che è grossa come la diga del Vajont, forse avreste un minimo di giustificazione. Se Papa Benedetto ha detto che “non ci sono due papi, il papa è uno solo” senza mai specificare quale, questo rappresenta un indizio.

Se papa Benedetto ha detto: “Avrei potuto scrivere la declaratio in italiano, ma c’era il pericolo che commettessi degli errori” (quando invece nella versione latina, l’unica che conta, ci sono diversi errori grammaticali) è chiaro che siamo davanti a qualcosa di anomalo, ad un messaggio nascosto veicolato attraverso una comunicazione che sembra ad una prima analisi contraddittoria. E questo rappresenta un secondo indizio.

Se papa Benedetto ha detto di aver rinunciato al “ministerio Episcopi Romae….mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis…”, il ministero conferitogli dai cardinali nel conclave del 2005 (ed il munus è l’investitura divina di Mt 16 che può essere conferita solo da Dio) perché vi ostinate a leggere la parola munus con lo stesso significato di ministerium?

Perché allora, se tanto hanno lo stesso significato, Benedetto nella declaratio non ha scritto la parola munus? Per non parlare poi della veste bianca che aveva indosso “perché non ne aveva altre nell’armadio”, del nome pontificale, della sigla P.P. (Pater Patrum) e della benedizione apostolica a cui non ha rinunciato.

Queste sono discrepanze che persino un cieco o un non esperto nel diritto canonico vedrebbe.

È la visione della realtà che manca, l’oggettività. Ed è dalla visione della realtà che scaturisce il pensiero, proprio come ci insegna tutta la filosofia tomistica.

Ma voi no! “Il papa è Bergoglio anche se lo detestiamo e va contro la fede cattolica, Benedetto era modernista e rimbambito, è tutta colpa del Concilio e di papa Paolo VI con la messa nuova, le tesi di Cionci sono astruse”. Al di là di questo, se ammettiamo per ipotesi che papa Benedetto avesse avuto una concezione duale del papato (l’ipotesi dell’errore sostanziale) il risultato non cambia. Benedetto sarebbe rimasto il solo e legittimo papa anche contro il proprio volere. Perché il papa, come ogni fedele, è sottomesso al diritto canonico e alla Parola di Dio.

Gli indizi che provano la serie di messaggi anfibologici usati dal Santo Padre Benedetto sono eclatanti. Ancora oggi, a distanza di un anno da quando ho iniziato a leggere gli articoli online di Cionci e a pormi delle domande su come fosse possibile la coesistenza di due papi legittimi vestiti

di bianco, spesso mi cadono le braccia. E non occorre essere “minutelliani” o “Cionciani” o “scribacchini del guru complottista” per rendersi conto, davanti all’Inchiesta e alla mole sterminata di indizi, che uno come Bergoglio non è mai stato Papa.

Anch’io non riuscivo a capire come un papa potesse dire “Gesù si è fatto diavolo”, “Dio non è cattolico”, “nella Trinità si litiga a porte chiuse”, “Maria ha meticciato Dio ed era una donna di strada”, “le religioni sono il frutto della sapienza di Dio”, “l’unica verità è che siamo TUTTI figli di Dio” (mentre, per la dottrina cristiana lo si diventa solo con il battesimo).

Ma grazie all’inchiesta del dottor Cionci e a sacerdoti coraggiosi come don Minutella che non hanno paura di proclamare con l’amore per la logicala verità canonica, ho capito il perché: tutto discende dal munus, dall’elezione divina che Cristo ha donato a Pietro e ai suoi successori, con la conseguente grazia di stato e l’assistenza speciale dello Spirito Santo. Elementi che Bergoglio non ha, avendo Benedetto XVI non abdicato ma dichiarato di rinunciare all’esercizio pratico del potere, facendosi esiliare dai cardinali in sede impedita.

E che papa Benedetto conoscesse e sapesse perfettamente distinguere il munus dal ministerium lo provano queste sue parole nel libro Ultime conversazioni di Peter Sewald: “…il successore di Pietro infatti non è legato a una funzione, ma è coinvolto nell’intimo dell’essere. In tal senso la funzione non è l’unico criterio“.

Ora, cari studiosi catto-conservatori, che lanciate il sasso e poi ritirate la mano senza minimamente aver espresso il desiderio di un confronto serio, pacifico e logico con il dott. Cionci, abbiate almeno la dignità di starvene zitti e di sorbirvi tutte le “bellissime novità” del misericordioso papa Francesco. Perché se lo riconoscete Papa (ed il papa è assistito nell’insegnamento ordinario dallo Spirito Santo, come da insegnamento ufficiale del Catechismo del 1992, n.892) dovete obbedirgli in tutto.

Soprattutto dovete dimostrare a quelli come me dove sia l’assistenza dello Spirito Santo in atti come l’intronizzazione di un demone pagano in Vaticano, l’evocazione degli spiriti dei morti in Canada dagli indiani del Quebec, la declassazione del peccato di adulterio e del peccato impuro contro natura. Dovete pure motivare e spiegarmi a livello logico (se Bergoglio è davvero il papa) il contenuto di questa dichiarazione che ha una chiara valenza dogmatica: “.. Ma questo assenso religioso della Volontà e della intelligenza lo si deve (i fedeli) in modo particolare prestare al Magistero autentico del romano Pontefice, anche quando non parla “ex cathedra” (L.G 25).

Se Amoris Laetitia è magistero autentico prestategli fede. E se Pachamama è magistero autentico prestategli fede. Se il documento di Abu Dhabi è magistero autentico, prestategli fede. Prestategli fede e state zitti una buona volta.

Altrimenti, – è ironico dirlo- dovrete trovarvi a difendere persino il Concilio Vaticano II che, al numero 25 della costituzione dogmatica “Lumen Gentium” ha stabilito quanto ho scritto.

Buona notte e buon sinodo.

Un ignorante professore di religione che si fa troppe domande e ne ha piene la scatole della vostra omertà e della riverente obbedienza di molti porporati tradizionalisti difensori dei merletti. Falsa riverenza che ci darà un altro antipapa e che trascinerà nel fango della falsità e dell’apostasia l’Amata Sposa di Cristo, per la quale il suo legittimo Vicario si è sacrificato. E voi non lo vedete.

Locandina "Codice Ratzinger" di Andrea Cionci