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Il paradosso dei buoni spesa: chi non ha un pasto caldo dovrà richiederlo online

L’intervista al commercialista esperto di economia sulla questione buoni spesa previsti dal decreto Cura Italia

Tastiera computer

Tastiera computer

Oggi, 2 aprile, abbiamo deciso di parlare con il commercialista, fiscalista ed esperto di economia Mauro D’Ambrogio, per una questione della massima urgenza nel nostro paese in questo momento di criticità. Criticità che si fa drammatica per coloro che non possono essere certi di avere pasti caldi ogni giorno: i buoni spesa previsti per fronteggiare il lockdown attivato contro il Covid-19.

“I buoni spesa stanno mostrando la frammentazione del nostro paese in questo momento che richiederebbe invece la massima coesione: c’è stata una conferenza tra l’Anci e tutti i comuni del territorio alla fine della quale è stato deliberato che ogni comune adotterà un proprio regolamento per la distribuzione di questi buoni spesa. Ogni comune può fissare le regole per redigere le domane e far arrivare questo sostegno a chi ne ha bisogno. Invece di lavoare all’individuazione delle fasce più critiche attraverso servizi sociali, associazioni caritatevoli, comunità di indigenti, si riparte da una ulteriore domanda compilata e inviata virtualmente, la quale deve partire non solo da chi non ha magari un computer, ma che non sa neppure che esiste questa possibilità. Dunque ci si aspetta da coloro che non hanno neppure il pasto che abbiano computer, connessione e competenze per richiedere la spesa. Il meccanismo burocratico prevede che chi non può mangiare debba prima saper scrivere e questo mi pare davvero grave. Penso che alla fine arriveranno delle risorse ma certo prima di Pasqua sarà difficile. Questo mi amareggia perché è un momento sacro, culturalmente importante per noi italiani.

Vorrei anche ribadire che queste provvidenze di importi erogati non provengono dal Governo ma dalla Protezione Civile, per via del fatto che vanno fuori bilancio. Quindi l’Italia non appare più l’Italia unita ma l’Italia dei comuni, ognuno come un atollo illuso di risolvere il problema da solo”.

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