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Il nostro cane, lo trattiamo bene? La convivenza pone a rischio la sua salute e quella del padrone

Ci sono anche abitudini limite con il cane, come scambiare con lui effusioni ravvicinate: baci e leccate sul viso non sono il massimo dell’igiene

Cane carlino

Cane carlino

Sono quasi nel 50% delle case degli Italiani. Le razze più diffuse negli allevamenti, le più amate, le più costose: fino a milioni di euro per un cane di razza con pedigree! Forme di convivenza esasperate pongono a rischio la salute del padrone e del cane. Far vivere loro le nostre ritualità li espone a stress e li riduce come pagliacci del circo casalingo.

I cani sarebbero circa 9 milioni in Italia, mentre i gatti superano i 10 milioni. Quasi la metà delle famiglie italiane ha a che fare con un cane. Poi c’è chi ha più di un animale in casa, come dichiara  il 17,2% degli intervistati dell’indagine Eurispes, mentre il 15,5% afferma di vivere con un solo animale.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica il Centro ottiene il primo posto con il 36,4% di chi ha uno o più animali in casa. Seguono il Nord-Ovest e le Isole (rispettivamente 35,1% e 35%), il Sud (33,5%) e, infine, il Nord-Est (23,2%). Il cambio di rotta rispetto all’anno precedente è significativo: nel 2022 era stato il Sud dell’Italia a registrare il primato di presenze, con il 39,3%.

Ai romani, come al resto degli Italiani piacciono soprattutto i cani

La presenza di animali nelle case dei romani è nota. Purtroppo ce ne sono sempre di più anche per le strade: tra topi, piccioni, gabbiani e ora cinghiali, volpi e serpenti, come ci avverte l’etologo naturalista Andrea Lunerti, che vive a Morlupo, e riceve chiamate quotidiane per recuperare sciami di api o di vespe o per la cattura di tartarughe azzannatrici o altre specie selvatiche pericolose. Il Comune di Roma in passato ha stimato che nelle case degli residenti siano presenti circa 40 specie di mammiferi, 16 di rettili, 10 di anfibi, 5.200 di insetti e oltre 120 specie di uccelli. Parliamo di specie non dei singoli individui, facendo un calcolo approssimativo stiamo trattando di qualche milione di animali!

Cani e gatti ovviamente si confermano le specie più apprezzate. Anche nel 2023 l’animale preferito dagli italiani è stato il cane, scelto dal 42% degli intervistati. Seguono i gatti (34,4%).  Pesci ed uccelli (4,5% e 4,3%) vengono dopo come preferenza ma sono in termini quantitativi più presenti nelle nostre case, perché più piccoli, meno invadenti e costretti negli acquari e nelle gabbie.

Tra i cani degli allevamenti: il Labrador Retriever è il più diffuso

Tra le razze più diffuse negli allevamenti canini c’è il Labrador Retriever: un cane che è facilissimo incontrare nelle case e nei parchi cittadini, con il mantello nero o marrone. Sono animali docili, intelligenti, giocherelloni e molto coccoloni. Poi viene il Chihuahua. Una razza che deve la sua fortuna alle piccole e differenti taglie, alcune anche molto minute, più piccole di un gatto. Una razza molto attaccabrighe con gli estranei ma legatissima ai padroni. Quindi c’è il Golden Retriver. Sono quei cani dal pelo lungo biondo, amano l’acqua e sono di solito molto belli e di grande compagnia. Tra le più diffuse negli allevamenti anche il Segugio maremmano (dal pelo corto e color terra) e il Jack Russel Terrier,  da lavoro, molto attivo, intelligente, socievole, agile e veloce. Creato dal Reverendo Russell per la caccia alla volpe, determinato con la selvaggina, è oggi anche un buon cane da compagnia.

I più amati dagli Italiani: in testa il Pastore Tedesco

Tra le varie razze ci sono quelle maggiormente preferite dagli italiani. In particolare il Pastore Tedesco. Una razza molto sfruttata al cinema e nelle serie tv, che deve il suo successo a Rex, il cane poliziotto di una fortunata serie tv tedesca o a Rin tin tin, che negli anni 60 era protagonista di una serie di telefilm americani. Nella classifica dei più amati il Setter Inglese, con un pelo bianco e nero screziato, uno dei cani più diffusi tra chi pratica la caccia. Elegante, docile, intelligente, imparentato con le altre due razze di setter: Gordon (con il mantello focato) e Irlandese (con un mantello rosso). Il nome viene dal verbo to set (ovvero posare, fissare, mettere), in quanto si tratta di un cane da ferma, che punta o fissa il selvatico fino a farlo alzare in volo.

Poi vengono quattro razze già citate prima tra quelle più allevate: Labrador, Golden Retriver, Jack Russel e Chihuaha e, infine, il Boxer e il Cane Corso. Il primo è una razza affine al bulldog, robusto, proporzionato, dal pelo lucido e corto, fulvo scuro o giallastro, nero o bruno sul muso. Per l’agilità e il fiuto eccezionale è utilizzato come cane poliziotto e da difesa ma dicono sia il migliore per fare amicizia coi bambini e consigliato alle coppie che hanno figli piccoli. Il Cane Corso non ha nulla a che fare con l’Isola della Corsica. Il nome deriverebbe da una parola latina che significa cortile, recinto. È una razza molossoide funzionale per la presa. Infatti era usato dalle legioni romane come cane da battaglia, col nome di Canis Pugnax e mostrato nelle scene di lotta coi nemici nei bassorilievi.

Tra i più costosi l’Akita, il cane del film con Richard Gere, che fece commuovere il mondo

Si arrivano a spendere cifre folli pur di avere con sé un cucciolo di razza. I cani più costosi al mondo riescono ad arrivare a costare anche quasi 2 milioni di euro. La razza di gatti più cara, l’Ashera, al massimo arriva a 30 mila euro.

Nel 2010 fece grande scalpore il film Hachiko, nel quale si racconta la storia, realmente accaduta, del cane Haki, di razza Akita, che ogni giorno accompagnava il proprio padrone, il professor Parker, a prendere il treno e lo aspettava al ritorno alla fine dalla giornata lavorativa. Ma il 21 maggio del 1925 il professore morì per un ictus, all’età di 53 anni mentre teneva lezione all’Università. Il cane lo attese senza più muoversi davanti all’uscita della stazione per il resto dei suoi giorni, finché morì senza poterlo rivedere. Nel film il professore era interpretato da Richard Gere.

L’Akita o Hakita è una razza canina giapponese, originaria dell’isola di Honsu. Venivano impiegati nella caccia al cervo, all’orso tibetano e al cinghiale dai cacciatori delle montagne. Poi divennero i cani dei samurai e quindi diventarono tanto diffusi nell’aristocrazia nipponica da essere nominata la razza canina più rappresentativa del Giappone, fino addirittura essere dichiarata un monumento naturale nel 1931. Un cucciolo di Akita può costare tra i 1.500 e i 4.500 euro.

Nella classifica delle razze più care c’è poi il pastore tedesco, conosciutissimo. Gli esemplari più belli e dotati di pedigree possono costare tra gli 800 e i 1.500 euro. Ovviamente questa soglia cresce di molto se si desidera acquistare riproduttori o campioni, in questo caso si può arrivare anche a qualche decina di migliaia di euro.

Chow chow la razza più antica che piaceva a Sigmund Freud

Per un esemplare di Pharaoh Hound o Cane dei Faraoni si arrivano a spendere dai 6.500 euro in su. Di taglia media e dall’aspetto nobile, simile ai levreri, il Pharaoh Hound è un cane di tipo primitivo di origine antichissima. Nel 1979 il Pharaoh Hound è stato dichiarato cane nazionale di Malta.

La razza Rottweiler è del genere molossoide e selezionata nella cittadina tedesca di Rotwell sul fiume Neckar, nel secolo XIX. Deriva dai molossi dei romani, dal Cane Corso di cui parlavamo prima. Sono cani adatti per la guardia e dall’aspetto risultano molto feroci. Tuttavia la loro indole non è aggressiva, sono i padroni che usano questa razza per i combattimenti e la difesa personale. Senza pedigree e referenze un cucciolo di Rottweiler costa 2-300 euro ma se lo si vuole sano e “certificato” il prezzo va dai 600 agli 8.000 euro.

La razza Chow-chow, la preferita dello zoologo Conrad Lorenz e dello psicanalista Sigmund Freud era considerata selvatica fino alla fine del 1800 e tenuta perfino negli zoo. Sembra sia una delle razze più antiche. Divenne popolare in Cina 2000 anni fa, quando i mercanti cinesi lo introdussero in Inghilterra nel 1870. La sua stazza forte e il pelo folto e paffuto gli danno un’aria pacioccona ma evidentemente è solo apparenza. La coda deve essere ricurva sul dorso e la lingua deve essere di colore blu. Con queste caratteristiche base il costo di un Chow Chow può variare tra 800 e 1.200 euro, ma potrebbero esserci esemplari più costosi.

Il Samoiedo è una razza canina proviene dalla Siberia. Pastori nomadi di renne, allevano questo bianco, soffice e allegro cane per aiutarli nel lavoro.  Ha una taglia media ed è di temperamento vivace, amichevole, socievole, giocherellone, ma anche molto ostinato. Il suo prezzo può arrivare ai 10.000 euro.

“Attenti al cane”, nel senso che ve lo possono rubare!

Un uomo d’affari cinese ha pagato 1,6 milioni di euro per un cucciolo di Mastino Tibetano di 1 anno. Questi straordinari e possenti cani dalla criniera leonina, considerati i progenitori di tutti i molossoidi da montagna, sono diventati una sorta di status symbol tra i cinesi, che sono disposti a pagarli a cifre sbalorditive.

Una razza canina di piccola taglia conosciuta fin dai tempi di Elisabetta I d’Inghilterra, la Cavalier King Charles Spaniel, nasce da incroci tra Spaniel giapponesi con Spaniel inglesi e poi con Èpagneul continentali. Gli esemplari più belli di questa razza da compagnia possono raggiungere il prezzo di 14.000 euro.

Conosciuto come Piccolo cane leone, il Löwchen è un cane da compagnia originario della Francia, dalla personalità allegra e vivace. E’ un cane adatto per un appartamento. Molto intelligente, impara in fretta le regole. Un cucciolo di cane leone può arrivare a costare 8.000 euro.

Il Canadian Eskimo o Canadian Inuit, è un cane da slitta di origini antiche derivato dal lupo artico e cane per eccellenza del popolo degli Inuit. Si tratta di un cane primitivo da lavoro che ha rischiato l’estinzione a causa dello sterminio attuato tra il 1950 ed il 1970 da parte del governo canadese, per reprimere la natura nomade del popolo inuit e poi per la diffusione delle slitte a motore. Per un cucciolo di questa razza si possono spendere anche 7.500 euro.

Levriero africano solitario, schivo, diffidente e talvolta persino aggressivo con gli estranei, l’Azawakh ha un prezzo di vendita che parte dai 3.000 euro. Proveniente dal bacino nigeriano della valle dell’Azawakh, questa razza per centinaia di anni è stata compagna dei nomadi subsahariani e ha incominciato a diffondersi in Europa solo verso gli anni ’70.

Se un cane è costretto a diventare membro di una famiglia di umani, non è trattato bene

Secondo il rapporto Assalco-Zoomark, presentato a giugno a Bologna in occasione di Zoomark International 2023, rispetto al passato, oggi gli animali in casa vengono considerati membri della famiglia a tutti gli effetti. L’indagine condotta da BVA-DOXA che è contenuta proprio all’interno del rapporto, ha preso in esame un campione rappresentativo della popolazione italiana: gran parte degli intervistati (il 90%) ritiene che gli animali domestici vengano nutriti e curati meglio e sono alte anche le percentuali di coloro che considerano i loro cani e gatti più accettati nei luoghi pubblici e maggiormente considerati dai mezzi di comunicazione.

Il rapporto tra uomo e animale tuttavia è diventato più coinvolgente, tanto è vero che l’85% dei proprietari intervistati nel corso dell’indagine ha spiegato come il proprio animale, per lo più cane o gatto, partecipi a ogni momento della loro vita in famiglia. Pesci e uccelli sono gli animali più presenti nelle case ma è ovvio che non vi possa essere una effettiva partecipazione alla vita familiare, come per altri animali, specie i mammiferi. La questione assume anche contorni divertenti o preoccupanti, a seconda dei punti di vista.

Si sta superando il limite del rischio salute degli umani e degli stessi animali

Ci sono abitudini al limite e anche oltre, come quella di scambiare effusioni troppo ravvicinate col proprio cane: baci e leccate sul viso non sono il massimo dell’igiene. La lingua e il pelo di un cane possono ospitare parassiti che si trasferiscono agli esseri umani, così come alcune malattie e noi stessi possiamo trasferire nostre malattie agli animali. Batteri come il clostridium, la salmonella, il campylobacter, potenzialmente ci espongono a malattie come la leptospirosi e la leishmaniosi.

Le infezioni possono viaggiare anche nel senso opposto: è accaduto che un cane abbia preso il vaiolo delle scimmie dal proprio padrone, oppure durante la pandemia è successo che diversi cani siano stati contagiati dal Covid.  D’altra parte, gli animali domestici possono portare nella camera da letto batteri nocivi, virus e parassiti, mettendo le famiglie con cui vivono, a rischio di malattie zoonotiche. Tubercolosi, tenia, scabbia, tigna e ascaridiasi sono malattie che possono trasmettersi dal cane all’uomo. La gente non sa quanti miliardi di parassiti ospita nel proprio letto o sul proprio corpo e se potesse osservarli al microscopio si spaventerebbe.

La mania di vestire il cane, mettergli le scarpe, mandarlo a scuola sta arrivando a livelli paradossali

Si va diffondendo sempre più la pratica di vestire il cane, il gatto non lo accetta, come fosse un essere umano, con l’impermeabile se piove o il cappottino se la temperatura scende. Da un po’ di tempo si usano anche delle scarpette per impedire che le zampe possano ustionarsi sull’asfalto sotto la calura estiva. Una legge recente impedisce il divieto di ingresso ai cani portati dai padroni nei negozi e nei ristoranti. Si diffondono le spiagge riservate ai cani, le pensioni canine, le cliniche veterinarie e anche le agenzie matrimoniali per cani o quelle per favorire le amicizie dei cani poco socievoli, costretti a vivere isolati nei condomini.

Che ci si debba prendere cura di questi animali mi sembra cosa buona e giusta, ma tutto dovrebbe rientrare in una logica di buon senso. Se ci si ragiona un secondo non si può non convenire che le cose che vanno bene per un essere umano non è detto lo siano altrettanto per un povero cane o gatto. L‘industria ci marcia e i negozi di articoli pet ci guadagnano ma chi ci rimette è proprio l’animale, trattato come un pagliaccio nel circo equestre di casa.

Dal matrimonio alla tomba, costretti a vivere una vita non più da cani secondo le nostre ritualità

Un’agenzia milanese che si richiama ai termini di principe e principessa si propone come un nuovo “luogo di incontro” per tutti i cagnolini, in età da riproduzione, che cercano un partner. Basta lasciare un proprio annuncio, che verrà posto nelle bachechedell’agenzia, per possibili incontri di sesso! Non me la sento di chiamarli d’amore, scusate.

L’agenzia sfrutta il senso paterno e materno dei padroni, trasformando il cane in un figlio da accudire. Abiti e accessori speciali per esempio per portare i vostri cagnolini al vostro matrimonio o ad una cerimonia di altri. Un serviziosu misuradi abiti da sposo e sposa e cerimonia serve per rendere unica ogni possibile occasione speciale. Per esempio se si vuole organizzare il matrimonio del cane con la cagnolina o una festa per i vostri cuccioli. Ci pensa l’agenzia dietro lauto compenso, affittando una sala delle feste in città.

All’opposto, si sfruttano anche i momenti tristi della separazione finale dall’animale. Quando si giunge al fine vita, per una malattia o per vecchiaia o incidente, si rinnovano gli appelli dei veterinari a non lasciare soli i propri animali, nel momento della iniezione che li solleva da inutili sofferenze. La vigliaccheria dei padroni che non vogliono soffrire li porta a lasciare l’animale in balia dei professionisti e scappare via.

Mentre sarebbe più “animalesco” (nel senso di meglio di “umano”) restare con Fido nei minuti prima della dipartita, far sì che lui non si senta abbandonato e possa soffrirne di più. C’è poi, assurdo ma è così, un italiano su cinque (20,2%), tra chi ha almeno un animale domestico, che ha seriamente preso in considerazione l’ipotesi di destinare una parte della propria eredità a quest’ultimo e anche di trovare sepoltura insieme al proprio compagno.

Anche questi sono segnali di una civiltà avviata al collasso. Non stiamo messi bene.